Gioco di bambini: Signor G
Bambini G
di Gaber – Luporini
1970 © P. A.
MONOLOGO Versione 2
È nato in un prato un fiore delicato,
è nato in un prato un fiore delicato.
È nato, è nato
- Io mi chiamo G.
b) Io mi chiamo G.
a) No, non hai capito, sono io che mi chiamo G.
b) No, sei tu che non hai capito, mi chiamo G. anch’io.
a) Il mio papà è molto importante.
b) Il mio papà no.
a) Il mio papà è forte, sano e intelligente.
b) Il mio papà è debole, malaticcio e un po’ scemo.
a) Il mio papà ha tre lauree e parla perfettamente cinque lingue.
b) Il mio papà ha fatto la terza elementare e parla in dialetto, ma poco perché tartaglia.
a) Io sono figlio unico e vivo in una grande casa con diciotto locali spaziosi.
b) Io vivo in una casa piccola, praticamente un locale, però c’ho diciotto fratelli.
a) Il mio papà guadagna 31 miliardi al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese, fa un miliardo al giorno.
b) Il mio papà guadagna 10.000 lire al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese fa 10.000 al giorno… il primo giorno, poi dopo basta.
a) Noi siamo ricchi ma democratici, quando giochiamo a tombola segniamo i numeri coi fagioli.
b) Noi invece segniamo i fagioli coi numeri… per non perderli.
a) Il mio papà è così ricco che cambia ogni anno la macchina, la villa e il motoscafo.
b) Il mio papà è così povero che non cambia nemmeno idea.
a) Il mio papà un giorno mi ha portato sulla collina e mi ha detto: “Guarda, tutto quello che vedi un giorno sarà tuo!”.
b) Anche il mio papà un giorno mi ha portato sulla collina e mi ha detto: “Guarda!”. Basta.
È nato in un prato un fiore colorato,
è nato in un prato un fiore già appassito,
il fiore colorato è stato concimato,
il fiore già appassito è stato trascurato.
Orbene affinché nel confronto quel fiore non ci perda diamogli un po’ di merda!
Note: Cfr. “Giuoco di bambini: io mi chiamo G”.
Trascrizione da: Disco