I gradi di iniziazione
Nelle culture ad assetto tradizionale l’iniziazione è la forma in cui vengono trasmessi i valori cosmogonici ed etici nei quali la comunità riconosce le proprie radici ed è, in stretta connessione con il rito, insieme attualizzazione del passato e garanzia di futuro. L’applicazione di questo concetto all’iniziazione massonica è legittima solo in parte perché, se i gradi costituiscono sotto certi aspetti dei riti di passaggio con significato spirituale affine a quelli praticati dalle popolazioni primitive, l’ingresso nel Tempio di un nuovo adepto non comporta la ‘tradizione‘ (cioè la ‘consegna‘) di una Verità univocamente definita, ma l’impegno di ricercarla ‘costruttivamente‘ e a tutto raggio entro i ‘confini‘ (Landmarks: vedi il capitolo L’orizzonte massonico ‘regolare’) dell’Arte. Occorre inoltre ricordare che il termine iniziazione compare dopo la costituzione della Gran Loggia d’Inghilterra, quando si era ormai imposto l’indirizzo speculativo. Nella tradizione liberomuratoria infatti si utilizzava il termine ammissione. Il richiamo alle origini operative della Massoneria è comunque ribadito dai primi due gradi, quello di Apprendista e quello di Compagno, che corrispondono ai due livelli previsti per i Liberi Muratori medioevali. Le cerimonie di ammissione sono abbastanza complesse e difformi da giurisdizione a giurisdizione, ma nella sostanza è previsto uno scambio di domande e risposte, che mirano a verificare, per il primo grado, la consapevolezza della tradizione massonica nei suoi aspetti storici e simbolici («Da dove veniamo?») e, per il secondo, la conquista dell’autoconsapevolezza come individui singoli e come membri del consesso massonico («Chi siamo?»).
L’iniziazione nella Massoneria Azzurra trova coronamento nel grado di Maestro, messo a punto successivamente rispetto ai primi due (si ha notizia che non fosse adottato da tutte le logge fino al 1770). Il livello di consapevolezza raggiunto rende ora il Massone in grado di porsi la terza domanda cruciale dell’iter spirituale: «Dove andiamo?» In altri termini, «viene istruito sull’ars moriendi massonica; egli rivive la ierostoria di Hiram (vedi il capitolo Un passato ‘su misura’) e risorge a sua immagine nel mondo dello Spirito» (M. Moramarco). Più complessi sono le valenze e il simbolismo dei gradi addizionali propri del Rito Scozzese, che in più presentano differenze notevoli nei rituali dei vari Paesi (in alcuni casi il loro snellimento ha portato all’abolizione di alcuni gradi). Pertanto è impossibile prenderli in considerazione nel dettaglio a partire dal 4° (Maestro Segreto) fino al 33° (Sovrano Grande Ispettore Generale). Dal punto di vista dei contenuti simbolici si riscontrano un ampliamento della leggenda di Hiram e riferimenti, oltre che alla Bibbia (l’Arca Santa, per esempio), alla tradizione cavalleresca, al Templarismo, alla Rosa+Croce. Uno dei gradi che, all’esterno della Massoneria, ha suscitato più fraintendimenti è quello del cavaliere Kadosh (o dell’Aquila Bianca e Nera), collegato alla leggenda templare con esplicito riferimento alla morte di Giacomo di Molay (vedi il capitolo La ‘vendetta’ massonica). Il tema spirituale è sempre la morte-rinascita e più specificamente il tema iniziatico del distacco. Ma, come in molti miti in cui l’eroe o il dio soccombono alle forze delle tenebre, la vittima deve essere vendicata. Così questo grado è detto della vendetta, nel senso che ci si deve impegnare affinché la verità e la giustizia vincano sul male. Anche a causa della complessità di questa problematica la vendetta templare è stata letteralmente interpretata come uno degli obiettivi della Massoneria e una minaccia sempre incombente per chiunque si opponga ai suoi disegni.
Oltre che il Rito Scozzese Antico e Accettato praticano i gradi superiori altri sistemi massonici, quali il Memphis-Misraim, lo York, il Simbolico e il Regime Scozzese Rettificato.
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