- ANDREA SALVATORE CALI’
- 03 Dicembre 1957
- 19 maggio 2018
PER ANDREA
É un compito che avrei fatto a meno di assolvere , ma sono onorato nel farlo per ricordare frammenti di vita di Andrea nostro F\.
Noi oggi stiamo celebrando la morte, ma è bene ricordare di celebrare la vita, cosa che a volte dimentichiamo.
Suppongo che in questo momento Andrea si stia rotolando dalle risate perché sapeva che mi imbarazzava moltissimo prendere la parola tra le colonne e non.
Andrea è qui perché il vuoto che ha lasciato sarà colmato dai ricordi del suo operato e dalla dedizione che impiegava in questo nostro cammino.
La sua vita profana e quella istituzionale non avevano linee di confine ma erano un tutt’uno. Viveva l’Istituzione nel quotidiano, come dovrebbe essere. É stato un Massone , VERO, non un iscritto alla Massoneria.
Se mi avessero chiesto cosa ammiravo in lui, avrei sicuramente risposto:
-“IL CERVELLO”per la sua intelligenza, per l’intuizione (che lo contraddistingueva) e per la sua sintesi. Ho sempre detto che era uno scrigno che conteneva , il bene, la giustizia e l’uguaglianza.
- “IL CUORE” da dove faceva veicolare L’Amore. In primis per i figli e per tutti quelli che gli stavano vicino. E’ stato apprezzato in tutte le Logge che ha frequentato. Le portava tutte nel cuore un po’ di più l’Arbia , dove era nato.
Con Andrea abbiamo percorso una vita lunga 45 anni. Siamo stati distanti per un po’ ma sempre in contatto. Abbiamo trascorso insieme gli ultimi 16 anni e in questi ci siamo ritrovati nell’istituzione. In una delle nostre serate solitarie , a casa sua, gli chiesi , parlando dell’istituzione: CHE SI FA’? e mi rispose: “ c’è da lavorare e tanto”, dobbiamo rimboccarci le maniche e DARE. Replicai dicendo: “Ma come”, mi rispose: “COME POSSIAMO”,”CON QUELLO CHE ABBIAMO, “PER QUELLO IN CUI CREDIAMO”.
Noi Massoni guardiamo al futuro, ma anche al passato per ricordarci da dove veniamo, oggi Andrea fa parte di quel passato da ricordare e del futuro per il quale si adoperava.
Non è riuscito a realizzare alcuni desideri: uno quello di andare a trovare la Mamma e la Zia , ultranovantenni e mi diceva: “ A Natale vado, potrebbe essere l’ultima”. L’altra vedere realizzati i suoi figli, specialmente il più piccolo.
Passeggiare con Andrea era difficile, quasi un lavoro, perché ad ogni passo una sosta, in quanto era l’“Amico di tutti”…. Sembrava la via crucis, e spesso, per non perdere i discorsi iniziati, continuavamo a casa, facendo anche le ore piccole.
Potrei parlare ad oltranza senza stancarmi però vorrei concludere semplicemente con un: “ Ciao Andrea a presto, che la terra ti sia lieve”.
08/06/2018
G\B\