NUOVE RELIGIOSITA’ – LE SETTE – I MAGHI
Negli ultimi 100 anni, anche se le religioni continuano ad essere praticate, parti sempre crescenti della vita sociale e culturale si sono sottratte all’influenza religiosa. I gruppi religiosi, inoltre, non influenzano più la vita sociale perché i loro principi etici sono ormai distanti dai reali problemi della società. Questo processo viene definito “Secolarizzazione”.
Molti rifiutano la religione e diventano atei o agnostici. Ed allora c’è da chiedersi: siamo meno religiosi oggi rispetto a 50 anni fa? Non lo si può affermare con sicurezza, ma è certo che in alcuni paesi europei il Cristianesimo ha effettivamente perso terreno, e più in generale sembra che il ruolo della religione, in quello che potremmo definire l’orientamento di vita, stia progressivamente perdendo importanza. Sembra invece che faccia eccezione la religione musulmana, anche dopo i fatti dell’11 Settembre.
In ogni caso il Cristianesimo soprattutto, ma anche altre religioni, devono far fronte a tutta una serie di correnti e, soprattutto, di sette pseudo-religiose.
Hare Krishna, La Famiglia Unita, I Bambini di Dio, Testimoni di Geova, sono esempi di nuovi movimenti religiosi o sette originatesi nel corso degli ultimi anni e ora diffuse in tutto il mondo.
Dal punto di vista storico la nascita di nuove sette e/o religioni non è un fenomeno sconosciuto: tutte le religioni mondiali hanno assistito a numerose divisioni interne nel corso dei secoli. A volte ciò ha portato alla formazione di religioni completamente nuove, a volte alla nascita di nuove comunità di credenti, sette, o correnti che hanno in qualche modo mantenuto un contatto con la base di partenza e con la tradizione.
Una caratteristica tipica delle nuove correnti religiose attuali è ciò che si chiama Sincretismo, cioè la presenza di elementi di religioni diverse all’interno di una setta o di comunità di credenti.
D’altra parte, già al tempo dei Romani si era soliti assorbire e mescolare nuove forme di pensiero provenienti dalle regioni anche lontane dell’impero (dalla egizia alla persiana, dalla babilonese alla ebraica, alla greca ecc.).
In India, nell’ultimo secolo, numerosi leader religiosi hanno sostenuto che tutte le grandi religioni mondiali sono tra loro compatibili, considerate nel loro nucleo essenziale, ed esprimono quindi lo stesso concetto. Anche questo è un aspetto del sincretismo religioso.
Ma cosa è che caratterizza i nuovi movimenti, le numerosissime sette, cosa li può contraddistinguere come gruppi a sé stanti?
1)- Sono spesso fondati da personalità carismatiche che dicono di aver ricevuto una rivelazione da Dio o che si sentono chiamate a guidare la propria comunità: un Messia a cui ci si rivolge in una situazione di crisi spirituale, culturale o politica; ma anche – come in vari movimenti di ispirazione induista – un “Guru” o maestro religioso che esige assoluta obbedienza e devozione dai suoi discepoli. Il Guru non è divino in se stesso, ma rappresenta “Il Divino” e può quindi essere oggetto di omaggio e di offerte da parte dei suoi adepti.
2)- I nuovi movimenti affermano spesso di rappresentare una sintesi di tutte le grandi religioni mondiali, di cui Mosè, Gesù, Maometto, Krishna e Buddha sono stati i precursori. L’idea è spesso quella che le antiche religioni abbiano esaurito il loro compito, in quanto ciascuna di esse contiene solo una parte della verità.
3)- L’esperienza interiore viene considerata più importante dei dogmi, dei culti e delle cerimonie e viene trattata come liberazione assoluta che procura pace, armonia e felicità. L’uomo ritrova se stesso.
Questo viene considerato proprio ciò di cui ha bisogno oggi l’uomo, è la soluzione di tutti i problemi personali e sociali.
4)- I membri del movimento mostrano spesso un tale ardore religioso ed un tale coinvolgimento spirituale da dedicarsi nel modo più completo alla setta. Alcune volte la conversione porta alla rottura con la famiglia, il cambio di domicilio (per esempio per andare in alloggi collettivi), un nuovo nome, l’abbandono degli impieghi o degli studi, e così via.
Spesso certi movimenti religiosi sono attaccati da campagne di stampa, che li accusano di operare una sorta di “lavaggio del cervello” nei confronti di nuovi membri, le sette, infatti, reclutano i loro adepti specialmente tra i giovani alla ricerca della propria identità o tra le persone di una certa età.
Un tratto importante delle sette religiose è proprio quello di esigere che la persona vi si dedichi nella sua totalità, rompendo drasticamente con la vita precedente: morire alla vecchia esistenza per rinascere poi ad una nuova vita nella setta. Per far parte del gruppo occorre spesso abbandonare tutto ciò che si possiede, compresi denaro e proprietà.
L’adesione ad una setta prende generalmente avvio dalla necessità di rispondere a molte domande esistenziali che l’uomo si pone specialmente all’inizio della vita adulta, e dalla constatazione che spesso essa formula risposte appropriate: mostra che nella società odierna molte cose sono sbagliate, che non viviamo in modo pieno e vero, che avvertiamo un senso di vuoto, una mancanza di significato o di ideali. Non è un caso che tra i membri di una setta siano molti gli ex dipendenti da droghe o alcool. La setta è in grado di rinnovare tutto in modo che si possa compiere il salto, che si divenga parte della comunità, e che non si tenti di ritornare alla propria vita precedente.
Per questa ragione, soprattutto negli Stati Uniti, dove il fenomeno è allarmante e più massiccio, molti genitori si sono associati in specifiche organizzazioni per tentare di strappare i propri figli alle sette, arrivando perfino a rapirli per “deprogrammarli”, come una sorta di lavaggio del cervello al contrario, con l’aiuto di fuoriusciti dalla setta stessa . Ma tale viaggio di ritorno viene descritto come un processo difficile, che richiede spesso l’intervento di psicologi o di psichiatri.
Intanto le sette aumentano di numero, ma sopratutto di pericolosità. Non sempre il fanatismo spinge gli adepti a violentare se stessi. In nome di una verità rivelata, di un guru folle, può accadere che rivolgano verso il mondo intero la voglia di apocalisse.
Una progressione, dunque, che dura almeno da 30 anni. Sembrò di aver toccato l’ abisso, nel ’69 con l’uccisione dell’ attrice Sharon Tate, ad opera di Charles Manson, detto Satana. Si pensò, allora, che a produrre la strage fosse stato «il mondo perverso della California» e che il caso fosse isolato, una eccezione. Ma nel ’78, quando esplose la storia di Cesare Patanè che aveva fatto morire di inedia la figlia, perché gli UFO glielo avevano imposto, ci si rese conto che nessuna classe sociale ne restava indenne.
Arrivò pochi mesi dopo l’impossibile. Il suicidio di novecento persone, i seguaci di Jim Jones che dopo aver peregrinato dall’India alla California erano finiti in Guyana, e lì avevano deciso di farla finita con una limonata all’ arsenico. Il problema era enorme, il pericolo reale. La Chiesa lanciò l’allarme, ma non per questo cessarono i massacri. Nell’aprile del ’93, in diretta per la CNN, David Koresh e i suoi 85 seguaci bruciarono nel rogo del loro ranch texano. Nel novembre seguente, a Kiev, il suicidio collettivo dei seguaci di Maria Christos fu evitato dalla polizia. E l’ anno dopo, in ottobre, fu il suicidio dei 48 membri della setta del Tempio solare. Finita? No, ancora dovevamo assistere ai tentativi di strage della setta giapponese della «Sublime Verità», che oltre a spargere gas nella metropolitana, forse già preparava un massacro atomico. Poco dopo, lo stesso scenario negli Stati Uniti, con la bomba nel palazzo di Oklaoma, fino ad arrivare ai giorni di oggi, con le due ragazze che in nome di Satana hanno martirizzato una suora ed infine, fatto di pochi giorni fa, di quell’altra setta satanica di Pescara che drogava e stuprava giovani ragazzi e ragazze. Le sette sono dunque fra noi. Non sempre chiuse all’ esterno, ma in alcuni casi bombe inesplose, che un pazzo può innescare in ogni istante.
Cecilia Gatto Trocchi, antropologa, studiosa di magia e di religioni, spiega che spesso entrare in una setta o in un nuovo movimento religioso, è un modo semplice per socializzare, per sentirsi parte di un progetto come non accade più con le grandi tradizioni religiose.
In Italia uno studio della I.S.P.E.S. ha censito 600 sette diverse con un numero di circa 300.000 adepti, che in tutto il mondo sarebbero vicini ai 300 milioni.
Si va dalle confessioni a sfondo cristiano come i Testimoni di Geova, a quelle di culto orientale, da quella fondata da Sai Baba (che è noto per apparire in luoghi diversi e per materializzare oggetti), a quelle sataniche.
Secondo il Prof. Introvigne, presidente del Centro Studi Nuove Religioni, le sette sono figlie della grande crisi di una civiltà troppo materialistica che distrugge sistematicamente ogni valore ed è avara di cure nei confronti delle nuove inquietudini.
Il bisogno di raggiungere una spiegazione emotivamente soddisfacente ai grandi problemi dell’esistenza, spinge sempre più gente a percorrere strade che apparentemente forniscono tali spiegazioni. Purtroppo però il prezzo da pagare è spesso la perdita totale di se stessi, dei propri riferimenti sociali ed affettivi.
E naturalmente partecipare a questi gruppi costa, l’organizzazione va mantenuta e la truffa scatta inevitabile, senza che le persone che partecipano se ne rendano conto fino in fondo.
C’è poi il fenomeno dei ciarlatani. Oggi dieci milioni di italiani vanno da maghi, veggenti, santoni e guaritori, almeno una volta l’anno. Le prestazioni più richieste sono la lettura delle carte, la purificazione dal malocchio, i talismani e i filtri d’amore. Una minoranza richiede l’aiuto della magia nera e satanica per fatture a morte e riti distruttivi. Il tutto muove un vertiginoso giro di denaro.
Si è veramente esagerato. Una maga ha rifilato ai clienti radici di mandragola a prezzi esorbitanti, mentre Wanna Marchi spacciava per miracoloso il sale da cucina e pezzetti di vite canadese che cresceva nel suo cortile. Le varie denunce ne hanno spaventati molti: alcuni satanisti hanno cambiato il nome alla loro setta scomodando Dioniso, Pan o i Misteri Egizi. Eppure il fascino della magia non si attenua con la repressione. E nemmeno con crociate razionaliste. Andare da uno psicologo a volte costa più che un bel rituale magico, che inoltre appaga il bisogno di liturgia molto forte nella nostra specie. E il fenomeno non è solo italiano.
Fin qui il quadro alquanto sommario di una realtà che è intorno a noi e che quindi ci riguarda molto da vicino. Ed allora c’è da chiedersi cosa è più opportuno fare.
Intanto come cittadini comuni. Abbiamo già detto che, per cadere nei tranelli e nelle trame delle streghe del Medioevo presente è essenziale che sia forte il degrado delle coscienze, l’allucinazione spirituale, lo sbando morale. Purtroppo siamo tutti un po’ vittime di questa età di passaggio, un po’ tutti ugualmente figli dell’incertezza e del disorientamento. Ma è proprio in questi frangenti che l’uomo mostra la parte migliore o peggiore di sé. La forza di volontà, la capacità di reagire, non servono affatto in tempi sereni. Vanno dimostrate all’approssimarsi della tempesta. E poiché ogni fanatismo diventa letale perché ci sottomette, come a una pericolosa droga, dobbiamo in nome dell’intelligenza rifiutare pratiche simili e, soprattutto, diffondere il nostro pensiero verso chi può essere psicologicamente più debole.
Come padri di famiglia. E qui bisogna chiaramente dire che spesso nelle nostre famiglie i padri non hanno molto tempo da dedicare ai figli, non li ascoltano, non parlano con loro.
E’ evidente che la forza del proselitismo delle sette finisce per mietere consensi soprattutto tra coloro che hanno difficoltà di rapporti interpersonali. Nelle nostre città le possibilità di incontro diminuiscono a causa delle innumerevoli contraddizioni create dalla nostra società. Molte persone si sentono sole e per questo, quando un giovane sensibile, incapace di comunicare, scopre un individuo disposto ad ascoltarlo, che offre una soluzione a tutti i problemi dell’esistenza con una vita che non promette piaceri, come quelli della società attuale, da loro considerata falsa e materialista, si capisce che questi giovani possono trasformarsi in facili prede. Il santone, infatti, esercita una grande attrazione e per questo, spesso, molti giovani preferiscono rinunciare alla loro razionalità, delegando ogni decisione alla figura carismatica del capo, che seguono sempre e dovunque, senza nessuna autonomia. Purtroppo questo tipo di atteggiamento si sta diffondendo nella nostra società, incapace di offrire ai giovani scelte appaganti sul piano intellettuale. Dobbiamo quindi fare con molto impegno il difficile “mestiere” del padre.
Infine come massoni. C’è una fede che uccide ed una che salva dicono i teologi. Una «rivelazione» per pochi, spesso apocalittica, ed una che si rivolge agli uomini tutti e ne guida il cammino. C’è il fanatismo, l’integralismo e c’è la ricerca di se stessi e della Luce, faticoso percorso verso la verità compiuto nel rispetto degli altri, anche del dubbio.
Anche la storia della Massoneria è piena di riferimenti alla magia e all’occulto, ma certamente si tratta di pensieri esoterici ben diversi da quelli dei venditori di talismani e di sortilegi. Ed i nostri dotti teorici dell’Ermetismo, dell’Alchimia e dell’Astrologia avevano un’autorevolezza culturale nemmeno paragonabile ai ciarlatani che riempiono, inopportunamente, gli schermi delle T.V. locali e le pagine dei giornali.
Io credo che la riflessione che noi iniziati, ed in più appartenenti al Rito Scozzese, possiamo fare è quella che non dobbiamo soltanto parlare tra noi di tutto questo, io do per scontato che nessuno di noi potrà mai cadere in certi tranelli, è necessario invece diffondere le nostre idee e tutto il nostro modo di concepire la vita, verso l’esterno, così come il nostro Potentissimo Sovrano Gran Commendatore ha sollecitato nel recente incontro che abbiamo avuto con lui.
- L. 30T