L’EVOLUZIONE DELL’UOMO: MUTAZIONI GENETICHE .

L’evoluzione dell’uomo:

Mutazioni genetiche, spontanee ed indotte.

Considerazioni bioetiche

 

(C.S.)

 

 

L’uomo rappresenta il risultato di un vero miracolo evolutivo del tutto casuale. Quattro milioni di anni fa in una regione tra l’Etiopia ed il Kenia si crearono condizioni climatiche tali da aprire vasti spazi di savana nelle foreste tropicali, una specie particolare di scimmia cessò di vivere prevalentemente sugli alberi, cominciò a camminare su due zampe ed avendo le mani libere cominciò a costruire e quindi a pensare.

Essa apparteneva all’albero evolutivo dell’uomo sapiens moderno. Se quelle modificazioni climatiche non si fossero verificate non avremmo potuto avere lo sviluppo dell’uomo moderno. Se esse fossero avvenute qualche milione di anni prima avremmo avuto oggi una supremazia delle scimmie o dei babbuini; se fossero avvenute dopo, l’uomo sapiens sarebbe forse stato sconfitto dagli australopitechi africanus, i quali invece rappresentano una razza estinta di scimmie superiori,intermedie tra gli antropoidi (scimmie ) e l’uomo.

Il nostro pianeta non cesserà di essere continuamente minacciato da catastrofi ecologiche e pertanto non possiamo escludere per il futuro dell’uomo una Chernobyl biologica, ma oggi al contrario dei primi primati l’uomo ha in più l’intelligenza e se la saprà usare potrà sicuramente mantenere la specie ed evitare la sua estinzione.

Essendo il processo evolutivo un evento permanente del tutto casuale e non controllato, non è detto che obbligatoriamente andremmo verso un miglioramento della specie, verso un uomo sapiens sapiens sapiens etc. ma potremmo avere anche delle involuzioni o regressioni della specie, fino alla sua estinzione; questo è già successo per molte specie di animali che sono scomparse dalla terra.

La sua eccezionale intelligenza conferisce all’uomo la capacità di organizzarsi il futuro in piena coscienza. Ma al tempo stesso l’uomo è l’unico animale che è riuscito a diventare una minaccia per se stesso. Ecco perché è difficile prevedere quale delle due forze prevarrà; quella dell’evoluzione intellettiva e culturale, ed in tal caso l’uomo andrà verso un miglioramento della specie verso un uomo sapiens nuovo, o prevarrà la forza distruttiva che potrebbe farlo scomparire .

Le malattie genetiche, e infezioni virali e batteriche, i tumori rappresentano alcune cause di morte dell’uomo esse determinano una selezione naturale nei confronti della specie umana. Dobbiamo vedere l’evoluzione della specie umana in senso dinamico.

La medicina è sempre andata per sua vocazione contro la selezione naturale; almeno da un secolo a questa parte la medicina va contro la natura, contro il flusso naturale delle cose. La medicina, infatti, tiene in vita individui che altrimenti sarebbero morti  in giovane età; dunque ci troviamo già in lotta con la natura e non vedo perché non ci dovremmo andare fino in fondo. Lo dimostra il fatto che negli ultimi 50 anni, l’età media è aumentata di 10 anni. Questo rappresenta un successo dell’uomo sulla natura.

La morte dell’individuo è diventata un fatto più rilevante negli ultimi anni di quanto non fosse in passato, almeno nelle società più avanzate. Stiamo avviandoci verso una maggiore protezione dell’individuo e verso 1’allungamento della sua vita. Ancora non possiamo parlare di immortalità come sembra esserci in un tipo particolare di medusa mediterranea le cui cellule raggiunta una fase di invecchiamento invece di morire si differenzierebbero e si rigenerebbero rendendo la medusa immortale.

La biologia genetica ha dimostrato che i geni,che rappresentano tratti di DNA ,sono deputati a controllare lo sviluppo e la funzione di tutte le specie viventi e quindi anche dell’uomo. E’ meraviglioso pensare per un attimo a quello che accade nello sviluppo di un individuo noi proveniamo da un’unica cellula e, grazie ad un meccanismo magnifico, ogni cellula si differenzierà in un preciso organo e svolgerà la sua giusta funzione.

Questo è un meccanismo naturale acquisito da 3 miliardi di anni; siamo gli eredi di un lunghissimo arco di vita di tre miliardi di anni e che da sempre ha lo stesso codice genetico.

Il patrimonio genetico dell’uomo è per il 99% identico a quello dello scimpanzè. Da un punto di vista anatomico invece,esiste una differenza del 60%; una così piccola differenza genetica può provocare una così grande differenza morfologica?

Se i geni sono attivati in modo corretto, potranno svolgere le loro giuste funzioni; ad esempio è corretto che i topi sviluppino gli occhi nella testa e non sulle zampe; se al contrario questi geni sono attivati in modo non corretto si altera la struttura e la funzione specifica dell’organo, così può venire meno la capacità di quell’essere di sopravvivere o di riprodursi.

Le teorie evoluzionistica di Darwin (1809-1882) sembrano avvalorate da recenti scoperte scientifiche: l’ambiente è in grado di influire, anche in un periodo breve, attivando o disattivando determinati geni ,sull’evoluzione della specie.

L’ambiente modificato dall’uomo a sua volta modifica  l’uomo.

Gli uomini pertanto influiscono in modo costante sulla propria evoluzione mediante modificazioni ambientali (tipo l’inquinamento etc.) e questo richiede un continuo adattamento evolutivo.

Il “progetto genoma umano” ,a cui partecipano centinaia di laboratori sparsi in tutto il mondo è destinato a concludersi nel 2005 con la pubblicazione di tre miliardi di basi che costituiscono il nostro DNA. Sequenza non vuoi dire funzione, è solamente un primo passo.

Stabilire l’esatta funzione di ogni gene è un impresa cento volte superiore.

Solamente il 3% del DNA è utile a produrre proteine, l’altro è il così detto DNA spazzatura, cioè sequenze prive di utilità. La terapia genica potrebbe rappresentare la soluzione definitiva per le malattie ereditarie causate da un difetto di un  unico gene, ma anche per alcune forma di tumore.

Alcuni tumori infatti sono attivati dai così detti ONCOGENI.

Essi sono geni normalmente silenti ma se attivati sono capaci di trasformare una cellula normale in una cellula tumorale o maligna. Attualmente sono noti alcuni oncogeni di tumori della mammella o della tiroide o neurologici. Potremmo pertanto sostituire un gene malato con un gene sano e rendere in tal modo funzionante quell’organo inizialmente malato.

Le prospettive future lasciano pensare che questa terapia genica possa rappresentare una vera alternativa alla terapia farmacologica.

L’azione di ingegneria genetica avviene in tal caso solo a carico delle cellule somatiche cioè  di un organo già sviluppato. In questo caso i problemi etici sono inesistenti perché le cellule somatiche non sono trasmissibili ai discendenti. La terapia genica a carico delle cellule embrionarie (dell’ovocita o dello spermatozoo ) è una cosa diversa cioè crea un organismo del tutto nuovo, in cui tutte le cellule del nuovo individuo contengono il trangene.

Tale sperimentazione è vietata nell’uomo, non rientra nelle problematiche attuali della terapia genica. Questo tipo di terapia genica è utilizzata solamente nel settore animale o agricolo,in cui gli organismi trangenici sono sostenuti da motivazioni di ordine commerciale ormai accettate di buon grado.

Nel 2025 la popolazione mondiale sarà 8 miliardi,dovrà fare i conti con la penuria idrica o agroalimentare ma grazie alle modificazioni genetiche sarà possibile raddoppiare la produzione di mais, grano, riso senza avvelenare il pianeta con i fertilizzanti chimici e senza eccessivo utilizzo di acqua. Anche se al Rwett Institute di Abeerden in Scozia è stato dimostrato che i ratti nutriti con cibo trangenico  (patate manipolate geneticamente) per 100 giorni hanno subito danni a carico del sistema nervoso centrale  e del sistema immunitario.

Interi gruppi di consumatori possono voler sapere quali nuovi geni sono stati introdotti nei cibi quotidiani per motivi etici o religiosi,anche perché questi cibi vengono venduti nei supermercati senza etichetta di “prodotto geneticamente modificato”.

Vegetariani stretti e buddisti potrebbero rifiutare vegetali corretti con geni  di animali.

I musulmani e gli ebrei non mangiano maiale e potrebbero invece mangiare cibi con geni di maiale. I cristiani non mangiano carne il venerdì o in quaresima e potrebbero  invece mangiare cibi contenenti geni di pollo o di manzo. Gli ecologisti invece rifiutano i cibi trangenici, in tutela dell’ambiente.

Le prospettive di intervenire mediante tecniche di ingegneria genetica a carico delle cellule garminali dell’uomo o addirittura la donazione solleva forti preoccupazioni etiche,anche se attualmente queste tecniche sull’uomo sono illecite.

Esiste la preoccupazione della creazione dei così detti “mostri”. Torna a mente il concetto di superuomo o superominismo. L’uomo è misero perché lo attende la morte, il superuomo non è misero perché è immortale. Credo che ancora siamo molto lontani, la biologia molecolare e la genetica hanno ancora molto cammino da fare, avremmo certamente ancora molto tempo per riparlarne.

Oggi il vero problema etico, di cui si parla pochissimo è quello dell’applicazione della ingegneria genetica nella creazione di armi biologiche che sono molto più insidiose di quelle atomiche e più facili da produrre. E’ questa tecnologia genetica che le rende possibili.

La bioetica ,anche se studia la morale della vita e quindi essendo la morte speculare anche di morte,non può ostacolare i grandi progressi scientifici come quello dell’ingegneria genetica applicata a scopo terapeutico,cioè per curare le malattie ereditarie o far guarire il cancro,oppure la donazione di organi destinati ai trapianti o di cellule cerebrali destinate alla cura del morbo di parkinson o destinate a riparare le lesioni cerebrali post ictus.

Non c’e nessuna ragione etica per cui l’uomo non possa influenzare anche la sua stessa evoluzione attraverso un intervento di tipo genetico,sempre che l’intervento possa avvenire senza troppi disastri sociali o incidenti di percorso (U. Scarpelli in “La biologia Laica” ed. Baldini  1998).

La Chiesa Cattolica condanna le manipolazioni genetiche ai fini di riproduzione degli esseri umani, in quanto costituisce un attentato all’unicità biologica della persona perché implica manipolazioni di processi riproduttivi naturali e per le potenziali finalità di sfruttamento economico (Appello di Giovanni Paolo II nella Giornata della vita. Roma 8 febbraio 1999). La scienza e la tecnica oltrepassano confini che per la Chiesa sono invalicabili.

Ritengo importante mantenere una morale laica, che non si identifichi con alcun credo preciso, con alcuna filosofia o ideologia, che non sia condizionata da nessuna fede (Benedetto Croce).La laicità è la capacità di distinguere razionalmente e criticamente le sfere di ambiti diversi (ad esempio quella della Chiesa e dello Stato); cioè distinguere ciò che dobbiamo dare a Dio e ciò che dobbiamo dare a Cesare.

           Nei confronti degli avanzamenti della biologia e della medicina contemporanea occorrono pertanto regole chiare basate su criteri scientifici; non leggi inspirate a condizioni religiose. Viviamo invece in un paese in cui alcuni uomini tendono “a farsi dei”, a sostituire  al nostro “libero arbitrio” la loro moralità.

Il principio del libero arbitrio è la facoltà della volontà umana di decidere l’azione indipendentemente da ogni causa esterna (volontà divina, fato etc.); come sottolinea Nietzche “La libertà umana è creatrice, la stessa capacità nell’uomo sta nella capacità di decidere; non ci sono verità eterne ma solo punti di vista; e l’uomo ha il compito di creare”.

Con Machiavelli, cinquecento anni fa, ci fu una separazione netta tra morale religiosa ed etica politica. Ma oggi sono i criteri religiosi o peggio ancora di opportunità elettorale che determinano i comportamenti morali nel nostro Paese dove la morale laica è debole e sembra destinata alla sconfitta. Questa situazione di debolezza della morale laica può rappresentare un grave pericolo per la libertà e l’autonomia dell’individuo.

 

 

 

 

 

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