Libero pensiero
Natura tu di leopardiana voce
che ti rivesti a verde in primavera,
ma poi le foglie morte porti a foce,
coprendo i prati secchi col biancore,
a grandi mani doni le illusioni,
ponendo frutti dolci da gustare
e dell’amore facili emozioni,
ma celi le tempeste d’ogni mare.
Affiderò alla penna il mio pensiero,
perché si esprima libero e ghignante
e né mi fa paura il mondo intero,
pur se sul rogo mi porrà fumante.
Guerriero io sarò finché la sorte,
d’ignoto programmare di natura,
permetterà ad Atrapo la morte,
staccando il fil di vita con cesura.
Ma sassi l’un sull’altro in fila e a squadra
io lascerò perché con piombo giusto
qualcuno finirà, perché alla ladra
sia argine costrutto e assai robusto.