SOLI A NATALE

La porta della chiesa è aperta appena
e qualche donna anziana con il velo
si reca a recitare una novena,
pensando all’uomo suo che volò in cielo.

All’ombra, solitaria è una panchina,
d’un platano già spoglio e malandato:
il freddo viene giù dalla collina,
e invade la piazzetta del sagrato.

Seduto è, come statua indifferente,
un uomo dalla barba non curata.
La sigaretta brucia lentamente,
e sembra assorto o forse addormentato.

E’ il giorno di Natale e lui sta solo,
i figli ed i nipoti son lontani,
la donna sua, da anni, ha preso il volo
ed anche lui la seguirà un domani.

Son lì che guardo e penso al mio futuro:
qualcuno passa, guarda e resta muto,
come se avanti agli occhi avesse un muro,
ma io mi fermo e piano lo saluto.

Solleva il volto ed è meravigliato.
La sigaretta, consumata e spenta,
gli cade, rotolando sul selciato.
Lui guarda, pensa ma par che non senta.

Poi mi sorride, mentre siedo accanto,
e nei suoi occhi sembra luce nasca …
“Fa freddo, dico, e pioverà anche tanto…”
Ma lui sorride con le mani in tasca.

“Che vuoi che importi” e, quasi bisbigliante,
“insieme all’acqua che vien giù a fatica,
in questa solitudine assordante,
la voce tua è la sola voce amica.”

MIMMO

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