Il Carrubo
Tornando indietro agli anni ho un’emozione
legata ad un carrubo e a un pozzo antico,
col ruvido suo tronco a protezione,
sognavo il mio futuro come amico.
Immaginavo mete da scalare,
e ho messo tanti sogni nel cassetto,
sicuro di poterli realizzare,
ma il tempo poi non fu così perfetto.
Di quel che feci sono soddisfatto:
c’è qualche sogno ancora ed ho un progetto
che non dispero di realizzare.
Dalle chimere io non sono attratto,
e non farei alcunché, sol per dispetto,
ma voglio la mia vita da gustare.
MIMMO
Foto: Carrubo Gallipoli
Questo è il maestoso Carrubo della Masseria Paccianna di Gallipoli, uno dei più
importanti esemplari dell’area mediterranea, superiore perfino al tanto
celebrato carrubo marocchino di Moulay Idriss. Sotto quel carrubo glorioso
veniva, un tempo, a sostare il poeta gabelliere, Raffaele Carrieri, conscio del
fatto che “noi siamo i naufraghi di un’altra civiltà”.
Qui veniva “a incidere dispersi richiami, sulle spesse cortecce del sughero
della storia, che lievi ondeggiavano al vento, come un nulla di cui si possa
parlare”, un poeta quasi dimenticato nella sua terra natìa, Taranto, dove
nacque nel 1905.
Parliamo di un eccezionale poeta nato dentro la tradizione della migliore
poesia italiana del Novecento, quella dei Montale, dei Luzi, dei Sereni, dei
Caproni, quella dei Bodini, dei Pagano, ma anche quella dei grandi autori
francesi, da Apollinaire a Valery, o dei surrealisti spagnoli come Lorca. … Un
poeta che disse che la poesia non si fa, la poesia siamo noi, quello che
avremmo voluto essere e non siamo.
“questo patriarca arboreo può datare più di 500 anni, con poco meno di 14
metri di circonferenza alla base…….”.