M\Venerabile, carissimi Fratelli, carissimi Neofiti Apprendisti.. Del Fr. C.S.
Al di là gridano,
le voci degli Spiriti,
le voci dei Maestri,
non tralasciare di coltivare
le forze del bene.
Qui si intrecciano corone,
nell’eternità del silenzio,
devono essere
il lauto compenso
degli operosi!
Noi vi esortiamo a sperare .
( J.W.Goethe, Symbolum).
…così scriveva Johann Wolfgang Goethe, nel 1815, in occasione dell’iniziazione in Loggia del figlio August, evocando in modo chiaro alcuni dei fondamentali principi del nostro Ordine Iniziatico. (*)
Uno dei temi fondamentali espressi nella poesia – Symbolum- di Goethe è quello della “speranza” . In essa c’ è una forte esortazione a sperare ad affrontare, con forza e dignità, l’assoluta imprevedibilità del fato/destino/casualità/divina provvidenza…usate pure il termine che più vi aggrada. Macchiavelli nel “Principe”, pubblicato precisamente 400 anni fa, diceva che il “destino” conta nelle azioni umane per il 51% , il resto è legato al libero arbitrio. Questo concetto di speranza è alla base della “saggezza massonica”. Essa rappresenta quella “carica misteriosa” che ci permette di lottare contro le avversità del vivere e del morire… “Sei saggio quando incontrando trionfi o rovine, riuscirai a trattarli nello stesso modo” ( R.Kipling).
Goethe nella sua poesia esorta, inoltre, il neofita ad ascoltare le voci dei Maestri, sia dei vivi sia dei morti; quest’ultimi continuano, dall’al di là, tramite il loro Spirito immortale, ad emanare a coloro che sono capaci di ascoltare, virtù ed insegnamenti.
Il poeta, nel penultimo rigo, elogia l’“operosità” e denigra la “dispersione delle forze” e la “pigrizia”(**). Goethe stesso, comunque, in alcuni suoi scritti, si autoaccusa dicendo che ha sempre sonnecchiato, che ha iniziato molte cose ma poche di esse portate a termine.
L’uomo è un animale – dice Fëdor Dostoevskij – costruttivo, condannato a tendere coscientemente verso la meta. Ma spesso la meta è solo l’occasione, è una scusa, è solo motivo per partire, ma è il “viaggio” l’aspetto più affascinante e sublime del vivere umano. Nelle “Memorie del sottosuolo” egli scrive: <<Dal formicaio le rispettabili formiche hanno cominciato e col formicaio sicuramente finiranno, cosa che fa molto onore alla loro costanza e al loro carattere positivo. Ma l’uomo è un essere leggero e d’ingrato aspetto e forse come il giocatore di scacchi non ama che il processo attraverso il quale raggiunge il fine e non il fine stesso. E chi sa… forse anche tutto il fine a cui tende l’umanità sulla terra è racchiuso unicamente in questo solo ‘processo di raggiungimento’ o per dirla altrimenti nella vita stessa e non propriamente nel fine, che s’intende non deve essere se non il due per due quattro, cioè una formula… ma il due per due quattro è sempre una cosa eccellente ma pur sempre è una cosa arcinsopportabile … Il due per due cinque a volte è, invece, una cosuccia graziosissima >> .
Il viaggio per noi Liberi Muratori è il “nostro personale, unico ed assoluto cammino iniziatico” ed il cammino di un Libero Muratore – citando ancora Goethe – << somiglia alla vita ed alle sue fatiche… che nasconde passo dopo passo dolori e gioie… Noi, senza timore dobbiamo andare avanti sulla nostra strada , sempre… il nostro passo tranquillo muove più in alto delle stelle e nel profondo più delle tombe>>. Il “senso” a questo magico viaggio, secondo la mia opinione, dobbiamo darglielo noi…certe storie diventano eccezionali solo per quello che ci aggiungiamo noi …con il nostro entusiasmo, il nostro amore, la nostra volontà, la nostra fantasia, la nostra creatività, la nostra intuizione… Qualcuno ha detto che: “ un uomo è un massone quando sa osservare una pozzanghera al bordo della strada e vedervi qualcosa oltre il fango”… dobbiamo imparare … a vedere l’invisibile al di là del visibile … a sapere che l’essenziale è invisibile… a sapere che per acquisire questa peculiare capacità sensoriale non dobbiamo avere fretta, perché noi abbiamo “molto tempo… tanto tempo”. Perché il modo di guardare e di interpretare il mondo, per un Libero Muratore, deve essere “senza tempo e senza spazio”… un Libero Muratore deve saper acquisire una “visione eterna”… solo prendendo coscienza di questo è possibile lavorare “Per il bene dell’Umanità ed alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”.
(*) Questa poesia influenzerà, successivamente, l’ariosità dei cori degli iniziati dell’opera “ Il Flauto magico “ musicata da un altro nome supremo della massoneria europea romantica della fine del settecento, il massone Wolgang Amadeus Mozart. Il flauto magico fu programmato come una opera massonica. La trama è un racconto di un viaggio iniziatico del protagonista (Tamino) che aspira alla conoscenza e alla saggezza, e per raggiungere questi alti piani sensoriali deve affrontare le prove supreme della terra, dell’acqua, dell’area e del fuoco. Questo aspro percorso può essere metaforicamente paragonato a quello del sole che morendo la sera ad occidente, affronta il suo viaggio attraverso il mare oscuro del mondo sottomarino e della morte, fino a risorgere trasformato, come un nuovo sole, ad oriente.
(**) La parola “Operosità” va interpretata per un Libero Muratore, non tanto come un lavoro materiale, uno sforzo fatto con le mani e le braccia ma un lavoro intellettuale, un lavoro su noi stessi, un lavoro di “assottigliamento spirituale”. L’iniziato deve apprendere quella capacità di vedere i fatti e le cose non solo da un punto di vista materiale o esteriore ma nella loro essenza; deve saper guardare lontano…verso l’infinito ( ricordandosi…che spesso per guardare lontano è necessario fare un passo indietro…e che le direzioni dell’infinito sono due); deve cercare di intuire i “segreti della natura”. “Operosità” significa anche tendere verso la “conoscenza” e per il Libero Muratore non vuol dire cultura nel senso stretto del termine ma ricerca della “trascendenza” …la conoscenza deve essere immaginata come una sfera che più si dilata più espande la superficie di contatto con l’ ignoto. “Operosità” per un Libero Muratore significa, noltre, operare/creare in ogni occasione armonia, felicità; massoneria non vuol dire tristezza, serietà assoluta ma sorriso, allegria, positività, gioia di vivere, amore nei confronti di colui che è a noi più prossimo.