Il rituale dell’abbigliamento
Abbiamo parlato molto e molto ancora parleremo all’interno del Tempio, ma è fuori dal Tempio che il Massone si prepara e si concentra, nella sala dei passi perduti. Con il rituale o meglio il simbolismo dell’abbigliamento il Massone ritrova la via verso la porta del Tempio. Purtroppo, oggi, la sala dei passi perduti è troppo soventemente scambiata per luogo di Lobby e di incontri per chiacchiere inutili.
Che bello il Deserto, forse un giorno vi parlerò del Silenzio!
Il simbolismo dell’abbigliamento. L’abbigliamento rituale del Massone in tanto ha valore in quanto riflette o esteriorizza le sue dinamiche interiori nella “maschera” corporea. Di nessuna utilità al lavoro spirituale se ridotto a gratificare i piccoli o grandi narcisismi personali, le insegne massoni che edificano e sublimano le somaticità del Libero Muratore che le vive come prefigurazione di quel corpo radioso indicato dalle più
diverse tradizioni (neotaoista, buddista, zoroastriana e cristiana) come finale conquista dell’uomo fedele alla propria ratio essendi coincidente con il dovere spirituale variamente inteso.
Quando si pensa all’uniforme massonica il pensiero va a tutti quegli addobbi che caratterizzano il mondo militare e non a caso i nostri vestimenti sono spesso venduti in negozi che trattano paramenti dell’esercito. La nostra “uniforme”, come tutte le cose, invece, ha un duplice aspetto, uno fisico ed uno interiore.
Il Massone porta un vestito nero scuro e una camicia bianca candida ricordandogli quando si allaccia i bottoni la Luce e le Tenebre, alla libertà assoluta dello Spirito e all’annullamento, alla soppressione di ogni distinzione, di ogni moto vitale nella finitudine delle forme materiali. Come per il pavimento a scacchi in Tempio il vestito o la clamide e la camicia riportano alla mente del Massone la dualità del mondo manifesto.
Chiusi tutti i bottoni della camicia il Massone veste la cravatta e prima di fare il nodo essa gli rammenta la corda da traino o la catena che lo ha trascinato in Tempio durante la sua iniziazione ricordando il peso delle superstizioni e della supponenza nonché dell’ignoranza profana.
Fatto il nodo la cravatta assume due simboli contemporaneamente, simboli che il Massone ha sempre presente: il primo è la parte di stoffa che penzolando simboleggia il cordone ombelicale reciso, il cordone della Sua vita iniziatica; il secondo è il nodo che fatto ben stretto mantiene costante il pensiero sul soffocamento, come l’impiccagione per il Massone che non mantiene fede alla promessa solenne fatta durante l’iniziazione
Elegante, il Massone veste i suoi guanti bianchi, candidi, che ne garantiscono la purezza di spirito e l’incorruttibilità morale. Ma ricordano soprattutto al Massone che egli non lascia tracce, fa senza mai dire che ha fatto e simboleggiano l’impegno che ha assunto.
Elegante e con i guanti indossati, il Massone prende il grembiule, il simbolo dei simboli, lo guarda e con il pensiero passa in rassegna dapprima la parte bassa quadrilatera, meditando sui quattro simboli della materia, poi passa alla parte alta triangolare, meditando sulla trinità massonica. Fatto ciò il Massone compone il pentagono unendo così materia e spirito. Infine accinge alla vita il grembiule facendo scorrere attorno a se il cordone che lo lega al Divino.
Vestito di tutto punto, il Massone si è “riscaldato” esotericamente sintonizzando la sua mente con la sua anima, a questo punto il Massone si appunta o indossa il gioiello di Loggia che ne identifica la sua incorporazione e il suo Oriente.
Alcuni, prima di entrare in Tempio indossano un collare con un segno distintivo. Per coloro tale collare ricorda l’impegno a pro dell’Ordine, che appeso al collo e supportato dalle spalle pesa come il macinio della responsabilità.
Completamente vestiti come vuole il rituale,il Massone prima di farsi chiamare dal Fr:. Cerimoniere per entrare in Tempio, passa dal gabinetto di riflessione per cercare la sua pietra interiore onde continuare il suo lavoro.
Che bello il Silenzio del mio Deserto