L’OROLOGIO SOLARE DI AUGUSTO
L’articolo descrive una particolare scoperta archeologica avvenuta nel sottosuolo di Roma a circa 8 mt. di profondità.
Si tratta dell’orologio, fatto costruire dall’imperatore Augusto, per mezzo del quale un obelisco egizio, posto a lato di quella che circa 2000 anni fa doveva essere una grandissima piazza, proiettava la sua ombra in modo che su alcune linee tracciate con il bronzo sulla piazza stessa, si potesse leggere l’ora esatta, il giorno dell’anno a tutta una serie di indicazioni astronomico/meteorologiche. Quello però che è interessante oltre alla stessa struttura, che è di per sé già straordinaria, è il fatto che questa idea fosse concepita come simbolo di pace e di tranquillità sociale da persone (architetti) non romane che vollero compiere l’opera segno simbolico sul quale credo sia utile riflettere.
Dal punto di vista di una ricerca, è interessante come sia stato possibile riportare dalle tenebre sotterranee alla luce, strappare dal buio dell’ignoranza, perché fosse riportato alla verità della cultura e dello studio, qualcosa che funzionava in maniera perfetta con la luce del sole.
Un orologio solare quindi, che sebbene fosse congegnato in maniera semplicissima (dato che come già detto bastava la luce del sole a farlo funzionare), contiene ancora diversi punti oscuri soprattutto per quanto riguarda l’impostazione ed il calcolo delle linee sulla piazza che sono risultate ancora oggi di una precisione assoluta. Ma c’è soprattutto da notare come in questo caso la scienza e la cultura siano state patrimonio non del popolo che ha usufruito di questa costruzione, ma di qualcuno che ha imparato l’arte molto più lontano, da quei popoli che, in quel tempo, l’arte e la civiltà l’aveva no acquistata ormai da moltissimo tempo.
La prova più significativa di questo sta infatti nell’obelisco che serviva da lancetta dell’orologio: esso fu importato a Roma dall’Egitto e di sicuro fu il primo obelisco ad arrivare nella città. Ma oltre a questo, molte altre cose del suo funzionamento ci portano in Oriente: l’orologio solare segnava l’ora proiettando l’ombra dell’obelisco su linee tracciate sul terreno; centralmente c’era la linea più importante, la Meridiana, che era divisa in 182 segmenti ognuno dei quali corrispondeva a 2 giorni dell’anno: in questo modo, a Mezzogiorno in punto, si poteva leggere anche la data. Su ogni lato della Meridiana si trovano tracciati i segni dello Zodiaco, oltre ad indicazioni riguardanti le Stagioni e previsioni meteorologiche. Si legge per esempio da una parte:
“I venti dell’Estate finiscono” e da un’altra: “Inizia l’Estate”. Ecco, tutto questo dimostra che la costruzione implicava la conoscenza di precise scienze quali l’Astronomia e l’Astrologia, patrimonio acquisito dai popoli egizi ed orientali.
C’è però una cosa su tutte che ci fa riflettere e che da un significato nuovo al tutto: qualcosa che fa vedere questo orologio come un simbolo di pace e di fratellanza: sull’apice dell’obelisco era stata messa una sfera di bronzo che al 23 Settembre (forse il giorno della nascita di Augusto, ma certamente la data dell’Equinozio di Autunno e quindi quella dell’inizio dei nostri lavori massonici) rifletteva la luce che andava a colpire un monumento costruito a lato della piazza: L’ARA PACIS.
Questo altare, oltre che un monumento straordinariamente bello (adesso ricostruito in altro loco) era soprattutto un simbolo il sui significato doveva essere quello di annunciare nuovi tempi di pace sotto l’imperato re Augusto. Viene quindi spontaneo chiedersi: chissà se nella mente dei costruttori, degli architetti che hanno concepito quest’opera, non ci fosse un altro scopo, un altro messaggio verso qualcuno che potesse, con l’osservazione più attenta, cogliere qualcosa di diverso della semplice segnalazione dell’ora.
M. L.