UGUAGLIANZA MASSONICA

UGUAGLIANZA  MASSONICA

           Per meglio comprendere il profondo significato del termine “uguaglianza massonica e per caratterizzarlo, in modo da non confonderlo con analoghi termini usati in campo sociale, economico, politico, é necessario a mio avviso partire dal suo contrario e cioè dalla diseguaglianza massonica. E’ quindi importante definire subito il concetto che i Massoni non sono tutti uguali sul piano intellettuale e spirituale, in quanto la Massoneria, forte della sua matrice di scuola iniziatica ed esoterica, si fonda sul presupposto che i suoi membri si muovano, dopo una cerimonia di ingresso uguale per tutti, in modo soggettivo e con velocità diverse.

           Infatti, pur avendo a disposizione lo stesso metodo e gli stessi strumenti, sarebbe assurdo pensare ad una progressione iniziatica sancita da un ritmo omogeneo e simile per tutti, il quale potrebbe essere troppo lento per alcuni o eccessivamente veloce per altri; ognuno di noi è assoluto padrone delle proprie azioni e quindi libero di imprimere alla sua marcia verso la Luce le accelerazioni che ritiene più opportune, così come di dimensionare le pause di riflessione o i momenti di approfondimento. Il movimento che ne deriva é frutto delle capacità individuali, dell’intelligenza, della volontà, della sete di scoprire e di indagare, della curiosità intellettuale, della maggiore o minore permeabilità al nuovo e al diverso, della disponibilità ad accettare idee e modelli prima sconosciuti.

           In sintesi, carissimi fratelli, la via iniziatica é per sua natura un per­corso o se preferite una scuola che tende a forgiare dei singoli, non la collettività, i quali perse via via le scorie profane e affinati progres­sivamente dai Lavori Rituali, siano capaci di modificare in positivo la società civile per il bene di tutta l’Umanità.

           Del resto ciò é perfettamente in linea con il concetto di “libertà massonica”, per cui dando a ciascuno il massimo spazio di ricerca si esaltano le qualità soggettive e si favorisce la crescita personale, anche se il  continuo e intenso lavoro in Loggia e il costante rapportarsi con i fratelli ritualmente nel Tempio risultano strumenti, fondamentali e indispensabili per travasare e confrontare idee, esperienze, riflessioni e costituiscono un metodo insostituibile per il vicendevole arricchimento, operando da acceleratori nella formazione di tutti i massoni i quali ricevono in tal modo nuovi stimoli e nuovi impulsi.

           Questa razionale e illuminata diseguaglianza comporta che i meriti di ciascuno in Massoneria sono solo ed esclusivamente quelli che si ri­feriscono ai risultati del suo lavoro esoterico, al suo corretto e irreprensibile comportamento nella vita di tutti i giorni, alla coerenza con i valori e gli ideali massonici, al concreto lavoro e all’impegno profuso per l’affermazione dei nostri principi nel mondo profano.

           Un’altra diseguaglianza che caratterizza la nostra Istituzione è rappresentata dalla suddivisione dei suoi membri in Apprendisti, Compagni d’Arte e Maestri con contenuti esoterici profondamente diversi fra loro (basti pensare al silenzio” dell’Apprendista in Loggia, strumento fortemente attivo sul piano iniziatico, formativo ed educativo nello stesso tempo).Solo il grado di Maestro conferisce la pienezza della iniziazione muratoria, con tutti i requisiti che ciò comporta in termini decisionali e di responsabilità; solo fra di essi possono venire scelti coloro che sono chiamati a governare la Loggia (NV e Dignitari) con compiti e attributi sanciti dalla Costituzione e dai Regolamenti dell’Ordine. Infine solo  i Maestri con una determinata anzianità nel grado e che abbiano rivestito la carica di M.V-. per almeno un anno possono essere eletti alle massime dignità della Istituzione.

           In conclusione i massoni non sono tutti uguali né sul piano iniziatico, inteso come crescita, né su quello delle responsabilità inerenti il funzionamento delle strutture organizzative della Famiglia, dalla cellula fondamentale cioè la Loggia agli Istituti sovrastanti.

           E’ evidente, carissimi fratelli, che analizzare le disuguaglianze, pur aiutandoci a meglio inquadrare il tema e a sfrondano da possibili equivoci, non é certamente sufficiente per consentire di definire la “uguaglianza massonica ,per arrivare a ciò occorre fare un ulteriore sforzo di analisi e di approfondimento.

           Quando i fratelli sono in Loggia, fianco a fianco nei Lavori rituali, non esistono e non devono esistere quelle distinzioni di ordine materiale, di rango o di censo o di ceto abitualmente in uso nella vita profana. Scompaiono i titoli accademici, le gerarchie sociali, le posizioni acquisite nella vita civile, le onorificenze; non hanno più alcun senso le differenze di razza, di religione, di opinioni politiche.

           Gli individui sono tutti uguali, fratelli tra fratelli, massoni tra massoni senza alcuna diversità che non sia quella del Grado iniziatico o del rango nella struttura della Loggia.

           Questo vuol dire lavorare tutti sullo stesso piano, sulla Livella, questo vuol dire uguaglianza massonica una catena formata da anelli uguali, con un atteggiamento che richiede umiltà, consapevolezza, equilibrio, tolleranza ,amore.

           E se colui che nel mondo profano occupa un gradino più basso nella scala sociale, assurge in Loggia al ruolo di Dignitario o ancor più di MTVT tutti coloro che nella vita si trovano più in alto di lui gli giurano e gli devono obbedienza e fedeltà per tutto ciò che attiene agli aspetti massonici.

           A mio avviso é fondamentale che ogni massone acquisisca in pieno questo concetto di uguaglianza, perché é quello che ci fa sentire uniti, simili con simili, e che consente all’affetto fraterno di espandersi con semplicità, n modo armonico e sereno.

           In maniera analoga i massoni si devono comportare fuori dal Tempio quando si incontrano fra loro in modo che il loro essere fratelli sia palpabile e concreto, dando all’animo quell’afflato che genera gioia e amore, senza alcuna forma di presunzione e di superbia o per contro di sussiego e di sottomissione: l’essere uguali in Massoneria non ammette tali comportamenti!

           Il logico e naturale completamento di questo concetto é, a mio avviso, il comportamento che i fratelli devono tenere nella vita di tutti i giorni, vissuta in mezzo ai profani; in tale contesto il fratello di rango sociale inferiore deve essere capace di state al suo posto, resistendo alla tentazione di darsi importanza, di mostrare a tutti che egli é in confidenza con una persona importante, evitando in tal modo di creare all’altro fratello situazioni di imbarazzo o di difficoltà.

           Dobbiamo sempre ricordare che ogni individuo ,sulla base delle mansioni e delle funzioni che è chiamato a svolgere, ha precise responsabilità delle quali 4 tenuto a rendere conto prima di tutto a sé stesso e poi alla struttura gerarchica a lui sovrastante o alla collettività. Occorre evitare di chiedere ai fratelli cose che non possono fare o peggio ancora che siano in contrasto con la loro coscienza di uomini onesti e corretti. Colui che fraintendendo i concetti di uguaglianza e di fratellanza ponesse in essere nella vita profana atteggiamenti tali da provocare problemi ad altri fratelli farebbe certamente un cattivo uso degli strumenti messi a disposizione dalla Massoneria.

           Del resto dobbiamo sempre avere chiaro il principio che il Massone, se ha ben compreso l’ARTE, anche senza eccessive sollecitazioni avrà scolpito nella sua mente e nella sua coscienza il comportamento più giusto e più saggio da tenere nei confronti degli altri fratelli meno fortunati di lui nella vita sociale ed economica         Carissimi fratelli, vorrei concludere questo argomento citando liberamente e a braccio il pensiero del fratello Kipling, il quale nella sua profonda poesia “La mia Loggia Madre” scriveva ‘ fuori ci davamo del Lei e ci chiamavamo dottore, colonnello, signore dentro il Tempio ci davamo del tu e ci chiamavamo semplicemente fratelli. Ed era bello chiamarsi così’. Ecco una sintesi mirabile della Uguaglianza Massonica!

                                             Rossi  Eros

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