CONFERENZA TENUTA IL I° MAGGIO 1960 NELLA CHIESA DI S.FRANCESCO IN GROSSETO DA PADRE UGOLINO SUL TEMA: “CHIESA E MASSONERIA”
Storia dalla Massoneria: Riferimenti esatti, ma patente ironia sull’antichità delle origini.. ”c’è chi la fa risalire addirittura ad Adamo, tanto nessuno può controllare…”
Benevoli apprezzamenti sulla massoneria operativa e spregevoli illazioni su quella speculativa.
Scopi della massoneria: Società segreta intesa ad occupare con i suoi uomini migliori (e non sempre i migliori) i gangli vitali della Nazione, al solo ed unico fine di conseguire vantaggi materiali personali(di carriera, di affari) a completo danno dell’intera società. Per mimetizzare la loro funzione antisociale e conseguire perciò i loro illeciti fini sbandierano il trinomio Libertà —Fratellanza —Uguaglianza (citato in quest’ordine).
Carattere della massoneria: Vagamente teista ed in sostanza atea; anticlericale in genere ed anticattolica in particolare. A carattere anticattolico quella che fa capo a Palazzo Giustiniani e filocattolico quella di Piazza del Gesù. –
La rivoluzione francese trovò i suoi ispiratori negli illuministi, tutti massoni e atei. Voltaire propugnò la distruzione del cattolicesimo (o qualcosa del genere: non ho capito bene).
Di scarsa presa sugli spiriti, come dimostra l’esempio di Carducci che, malgrado i tentativi in contrario fatti dai massoni presenti, fu comunicato. Nel risorgimento italiano la massoneria agì in odio alla Chiesa e al Papa. Vendicatrice nei confronti dei fratelli deviazionisti, come nel caso di quel massone francese che fu trovato nella Senna con la gola tagliata perché, presagendo la fine di sua vita, cercava di riavvicinarsi alla Chiesa. Terribile nelle sue iniziazioni, come sta ad indicare il caso di quel neofita grossetano che, ancora bendato, svenne al rumoreggiare delle spade, il che sta a significare che la massoneria non scherza.
Organizzazione della massoneria: In Italia circa 500.000 iscritti, organizzati in circa 2.500 logge. In America 4 milioni iscritti ed oltre 10 milioni di appartenenti ad organizzazioni paramassoniche.
Rituale massonico: Brevi ed incerti accenni al rituale, con larga dose di ironia. Ha accennato all’obolo del tronco della vedova, non sapendo tuttavia spiegare il significato simbolico dell’espressione. Si chiede in ogni modo dove vanno a finire i denari raccolti.
Massoneria Grossetana: Circa 40 iscritti alla Loggia di Grosseto (praticanti una quindicina); 250 a Massa Marittima; 500 nella intera provincia, con logge a Orbetello, Porto S.Stefano, e gruppi a Manciano, Pitigliano e Scansano.
Ha indicato, urlando, via e numero della loggia di Grosseto, denunciandone la attività bimensile, attività che è dispiegata per il 90% a dir male dei preti e per il resto a dir male di qualunque Governo. Ha detto irosamente di un massone grossetano che aveva avuto la sfacciataggine di scrivere al vescovo per chiedere un migliore ordine nelle funzioni pomeridiane (non so se ho capito bene). Ha fatto accusa ai massoni di agire nell’ombra, invitando quelli grossetani a scendere in piazza a volto scoperto e farsi conoscere.
Ha definiti i massoni del risorgimento avanzi di galera. Ha definito quelli di Grosseto tutti delinquenti, pervasi da istinti di corruzione: costituiscono una macchia nera in quella bella città.
Ha attribuito alla massoneria una grande potenza. Ha terminato con un invito alle Autorità locali di governo di voler agire nei confronti della massoneria grossetana conformemente all ‘art. 18 della costituzione.
Il tono è stato via via iroso, ironico, oltraggioso, violento.
Grosseto, 2 maggio 1960
Eccellenza,
Nel porgerle vivissimi, deferenti ringraziamenti per gli auguri che, con tanto squisito pensiero, aveva voluto farmi giungere, mi permisi, nel dicembre u.s. di chiederLe, da vecchio grossetano, di voler provvedere affinché, in caso demolizione, fossero salvati il portale e il campanile a vela, della vecchia chiesina dei Bigi, ove il mio Nonno mi portava a prendere, da bambino, il panino di Sant’Antonio. Richiamai altresì, scherzosamente, nel clima della cordiale benevola gentilezza che da tanti anni Ella mi usa, il non perfetto funzionamento dell’antica Chiesa di S. Pietro, la sola che mia moglie, data la sua tarda età, può frequentare.
Non potevo pensare che una lettera privata indirizzata alla E.V. e che doveva, in ogni modo, essere interpretata come un atto di gentilezza di convivenza civile, sarebbe stata resa pubblica e avrebbe servito di argomento per una volgare polemica dal pulpito di S. Francesco.
L’E.V. sa che ho sempre collaborato nelle opere di bene, anche se le mie idee non collimano con le Sue. Ella ben conosce quanto mi adoperai per la ricostituzione dei Suoi sessanta asili, all’indomani della guerra, nel generale marasma del tempo, perché, in unione di intenti, senza fare differenze fra istituzioni religiose o laiche, fosse provveduto a dare ricovero, nutrimento, istruzione, ai figli del Popolo.
Ho sempre cercato di assecondarLa in opere di assistenza, e anche ora ho corrisposto ad una Sua graziosa richiesta.
In ogni atto della mia vita, in ogni mio scritto mi sono ispirato a sensi di pace e d’amore.
Non mi sarei atteso, tanto più in questo triste momento nel quale ogni sentimento di onore, di moralità, di dignità sta decadendo, sia pure dopo tanti secoli di predicazione del Verbo di Cristo, proprio dalla Chiesa del Poverello di Assisi dovesse partire una parola di odio, falsa e volgare, che atteggiandosi a espressione di superiore dottrina non dovrebbe ignorare che gli insegnamenti del nobilissimo Figlio di Israele sono la base della nostra Fede e del nostro agire (pur lasciando libero ciascuno di noi di divinizzarlo o di adorarne soltanto le Dottrine) in quanto Lo onoriamo come la figura più luminosa fra quelle dei Grandi Precursori, poiché Egli solo fu sacrificato dai potenti e dai fanatici, Egli solo fu martire in nome dell’umanità, e ogni libero uomo riconosce in Lui il buon Pastore del gregge umano asservito all’ignoranza e che deve assurgere al supremo riscatto.
Con osservanza.
Nello Tognetti
6/5/1960
Sig. Comm. Tognetti Car.mo
La Sua mi ha veramente addolorato. Tengo, però, a precisare che non è stata pubblicata la Sua lettera, ma la notizia, inerente al poco ordinato servizio della Chiesa e ciò per il doveroso richiamo al Sacerdote officiante.
Il resto, perfettamente ignorato, mi è tuttora causa di particolare amarezza.
Voglia, peraltro, anch’Ella perdonare e gradire, come sempre, con la Signora, i miei ossequi ed auguri.
Monsignor Paolo Galeazzi
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08-05-1960
Eccellenza
Le sono vivamente riconoscente delle gentili parole che ha voluto indirizzarmi.
Non è il caso di parlare di perdono. In nessuno di noi nacque l’ombra di un risentimento, ma solo un senso di doloroso stupore.
Voglia accogliere un augurio che vivissimo abbiamo nel cuore perché in tutti, in ogni luogo e in ogni momento, in ogni atto della vita pubblica e privata, siano applicate le dottrine del. biondo Nazzareno, e sia davvero reale, sincero, efficace il ritorno a Cristo, Maestro di Bontà, di Amore, di Giustizia.
Con devota osservanza.
Nello Tognetti T