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RIFLESSIONI SULL’INPORTANZA DELLA PAROLA
E SUI SUOI DIVERSI SIGNIFICATI
Rispettabilissimo Maestro Venerabile, carissimi Fratelli,
tutti noi sappiamo che la nostra Istituzione si fonda sui concetti di FRATELLANZA, UGUAGLIANZA e di LIBERTA’. Non a caso un profano, prima ancora di essere introdotto nel Tempio, deve dichiarare di essere un Uomo Libero e la stessa Massoneria, come è stato detto più volte, si ripropone di riportare l’ideale di Libertà nella società profana, per evitare che non siano prevaricati i Diritti dell’Uomo a qualsiasi ceto sociale, razza o religione esso appartenga.
Nelle scuole e nelle università del Medio Evo gli insegnamenti venivano fatti basandosi sui testi obbligatori imposti dalla Chiesa che così controllava (ed ancora tenta di controllare) il pensiero delle nuove generazioni.
Nella odierna civiltà profana, assistiamo poi al tentativo di massificare gli individui già adulti e le loro idee, a favore di una società politico—economico—religiosa sempre più forte e prevaricatrice.
Una delle possibilità di contrastare tutto questo e di rendere la società profana, è quella della Libertà di espressione e di pensiero.
Ecco quindi una prima riflessione: il principale mezzo per rendere possibile questa libertà espressiva è la PAROLA.
PAROLA QUINDI = PENSIERO = LIBERTA’.
Ma la Parola non è solo strumento di comunicazione con gli altri, essa serve anche quale mezzo di riflessione interiore. Pensiamoci bene: ognuno di noi, quando sta in silenzio qui in Loggia tra le Colonne, riflettendo, parla dentro di sé, usa cioè la Parola nel suo interno.
Mentre la comunicazione interpersonale supera in qualche modo lo spazio che ci circonda, la comunicazione interpersonale appare come il mezzo fondamentale per superare il tempo.
PAROLA QUINDI = LETTURA INTERIORE.
E’ vero che la Parola è il mezzo fondamentale della comunicazione, ma non è l’unico. La Massoneria ha saputo tradurre moltissime Parole in Simboli, perché le stesse possano essere comprensibili a tutti i Fratelli del mondo.
La Parola è un Simbolo come lo è per esempio un Mattone. I Mattoni, per chi vuole costruire, possono dar luogo ad un muro e continuando possono edificare un Tempio. Le Parole combinandosi tra loro formano messaggi, discorsi, poesie, balaustre ecc…
Ecco quindi una terza riflessione: PAROLA = SIMBOLO.
Abbiamo visto fino ad ora che ciascuno può interpretare un messaggio, sia se questo è parlato (con la Parola), sia se è visivo (con i Simboli) ma può farlo anche se questo è provocato soltanto da strumenti. Voglio dire che in Loggia tutti i Fratelli possono riflettere ascoltando le parole del Maestro Venerabile, oppure possono cercare dentro il loro animo osservando i vari Simboli, ma possono farlo anche ascoltando la musica.
Sappiamo bene che il Fratello Mozart ha composto decine di brani con profondi significati Massonici ed ascoltando questi si possono provare sensazioni simili o forse più intense di tutte le altre. C’è quindi una profana analogia tra parola e musica, basti pensare a quel grandioso inno alla Fratellanza che è la nona sinfonia di Beethoven: .. .“an die Freud”…
Ebbene, il grande compositore l’aveva creato traducendo in musica le parole scritte da un grande poeta quale era Friedrich Schiller.
Ecco perciò che PAROLA = LIBERTA’ CREATIVA = MUSICA.
C’è un famoso libro dal titolo “Farenheit 451”, dove l’autore narra di un regime stolto e dittatoriale che aveva dato ordine di bruciare tutti i libri allora esistenti (l’analogia con quanto è accaduto veramente in Germania durante l’avvento del Nazismo è fin troppo evidente.
Ma i componenti un gruppo di partigiani, prima di consegnare con la forza gli ultimi libri alla polizia, erano riusciti ad impararli a memoria: così si era organizzata la resistenza al regime, ed ogni uomo—libro cercava poi di tramandare ad altri il suo sapere. Ad un certo punto il capo dei partigiani dice una frase che è il significato del libro stesso: “. . .noi ricordiamo e per questo vinceremo…
I libri, e le parole in essi contenute, servivano a fissare il pensiero dell’Uomo ed a tramandarlo nel tempo, per questo anche noi abbiamo l’obbligo di proteggere la Parola, perché in essa c’è la sola possibilità di ricordare il passato.
Fratelli, anche io, quale appartenente alla grande Famiglia Massonica sottoposta di continuo agli attacchi di Forze profane ed ignoranti, non vi nascondo di sentirmi molto vicino a questi partigiani, ed è per questo che mi viene spontaneo di dire che PAROLA SCRITTA – CONTINUITA’ DELLA TRADIZIONE MURATORIA.
Ma voglio finire con la definizione che un grande umanista ha dato della PAROLA: sono opere di noi Uomini tutte le cose che vediamo: le case, i villaggi, le città. Sono opere nostre le pitture, le sculture, le scienze, le invenzioni. Sono opere nostre le varie lingue e LA PAROLA, un ingegnoso strumento che i primi uomini, quando si accorsero di non poter vivere soli, senza un reciproco aiuto, inventarono per comunicare agli altri i propri sentimenti…”
Carissimi Fratelli, nel ringraziare il Fratello Santini per la bella Tavola che ci ha proposto e che spero serva di spunto per molte altre osservazioni o riflessioni, vorrei sollecitare tutti a far sì che i nostri Lavori siano sempre di più ricchi di queste iniziative, anche se modeste.
Mi rivolgo in primo luogo agli Apprendisti, ma ricordo a tutti che oltre che con l’esempio, è anche CON LA PAROLA che potremo realizzare quell’Edificio da costruire per il bene dell’Umanità ed alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.
M. L.