Bianco e nero
Il nostro pavimento è Bianco e Nero: luce e ombra. Le colonne sono a settentrione (Nadir) e meridione (Zenit). Il M.·.V.·. è ad Oriente (Nascita). Il primo sorvegliante è ad Occidente (Morte). Sole – Luna e tutti i simboli del Tempio stanno ad invocare il dualismo.Ma l’uomo com’è, bianco o nero?
Entrambi, perché dentro ognuno di noi c’è il bianco e c’è il nero: su questo credo che potremmo trovare l’accordo di tutti i Fratelli. Dunque, mi e vi chiedo: l’uomo può essere grigio?Di bianco ne esiste uno solo, di nero uno solo, di grigio infiniti, tutti diversi gli uni dagli altri. L’uomo è variegato, differenziato, mobile, non deve essere un’entità statica, ma un divenire, un continuo contrapporsi a sé stesso: tesi-antitesi-sintesi, bianco-nero-grigio.I fratelli come sono? Tutti bianchi, tutti neri? Non sarebbero fratelli, non sarebbero uomini, sono grigi! Ognuno è a suo modo grigio diverso, contraddittorio con altri; può essere affine, ma non uguale. Cos’è che deve accomunare i fratelli? La libertà, la percezione del bianco e del nero, la consapevolezza di non essere soltanto l’uno o l’altro, ma entrambi.
V.·. I.·. T.·. R.·. I.·. O.·. L.·. : la ricerca del bianco e del nero con la consapevolezza del grigio.Ma questo bianco e questo nero sono immobili? Secondo me no, ma dalla loro mescolanza può nascere sempre lo stesso grigio pur essendo diversi i punti di partenza. Noi camminiamo, squadriamo i nostri quadrati bianchi e neri, che non sono mai gli stessi, almeno individualmente, ma nella collettività dell’officina sono un’entità univoca tesa al lavoro collettivo; ognuno portando il suo grigio, rappresenta un progetto mutevole che si porta sempre dentro due simboli fondamentali: il bianco ed il nero.Noi lavoriamo per distinguere il bianco dal nero, ci scontriamo continuamente con la realtà materiale fuori del Tempio e cerchiamo dentro di esso di innalzarci, di staccarci dalla materia, di discriminare i due elementi e portare nel mondo profano i frutti del lavoro svolto per il bene della Fratellanza e dell’Umana Famiglia.
Usiamo dei simboli, lasciamo i metalli fuori del Tempio, ci riuniamo in un punto geografico, geometrico, geodetico noto solo a Noi, in grazia dell’ora e dell’età. Siamo fuori del materiale, siamo fuori del tempo e dello spazio profano. E’ qui che lavoriamo! Lavoriamo per essere meno grigi, per cercare di essere, se non bianchi, almeno sempre più chiari.
Arriveremo ad essere bianchi? Non credo, ma la nostra tendenza è questa, ci proviamo, ci impegniamo, utilizzando le forza collettiva dell’Officina, gli strumenti e le conoscenze che di volta in volta assimiliamo e coaguliamo all’interno di Noi stessi. Questo è il nostro volere collettivo, questa è la nostra volontà.
Un Fratello