Il dialogo
( Documento programmatico della Gran Loggia di Sicilia
Settembre 1996)
Affinché le parole non restino sterili enunciazioni, occorre tenere
costantemente aperta la porta del dialogo, senza alcuna preclusione
Bisogna che i potenti guardino con nuovi occhi coloro ai quali la fortuna non
ha arriso, e si mostrino disponibili alla solidarietà: la loro posizione non
muterà, ma sarà possibile aprire un varco nelle reciproche incomprensioni e
contrapposizioni che generano solo intolleranza e odio.
E’ necessario che sia riconosciuto a tutti gli uomini, di qualsiasi razza e
condizione, dignità e spazi di pari opportunità, alla conquista di una
convivenza civile, nel rispetto dei ruoli che l’intelletto umano concede.
Devono cadere le barriere fra le genti, per consentire il libero scambio di
cultura, di idee, di esperienze economiche che offrano nuove metodologie per
raggiungere mete comuni.
Occorre che si trovino mezzi e strumenti idonei per debellare la povertà in cui
si dibattono i Paesi emarginati dallo sviluppo.
Le Religioni possono essere non ciò che separa, ma stimolo efficace per il
risveglio delle coscienze.
Occorre determinare i presupposti per un nuovo modo di organizzare la società
civile, individuare modalità di equa distribuzione del reddito prodotto dal
Paese a tutela dei più deboli e costruire una società più giusta.
E’ il momento di promuovere un NUOVO UMANESIMO facendo riferimento alle
esperienze culturali cristiane, laiche, riformiste, riformatrici, liberali, per
concorrere alla realizzazione di un sistema democratico compiuto.
Per fare ciò non basta operare coerentemente nel proprio ambito: è necessario
l’impegno che ogni Massone può esprimere, in grado di proiettarsi verso il
cambiamento e governarlo.