IL PERCORSO INIZIATICO DELL’APPRENDISTA LIBERO MURATORE

IL PERCORSO INIZIATICO DELL’APPRENDISTA

LIBERO MURATORE

di

Giuseppe Schiavone

(Salvator Joseph Magister)

Il primo percorso comincia con la metamorfosi del “profano”;  pro (davanti) + fanum (recinto sacro). Egli bussa alla porta del tempio per entrare nel luogo dell’epifania divina, dove appunto la Luce (Dio, il Grande Architetto dell’Universo: G.A.D.U.) si rivela, lì, nello spazio sacro del Tempio esteriore (il locale fisico) e nello spazio sacro del Tempio interiore (la coscienza). Vi entra per essere coinvolto nella manifestazione del divino ed esserne trasformato, ricevendo la sua illuminazione.

Il profano impara ad introdursi nel tempio esteriore per imparare ad introdursi in quello interiore. il Tempio vivente. Il primo è la rappresentazione del secondo. il  Tempio esteriore è la manifestazione figurata o simbolica di tutto ciò ch’è presente nell’interiorità dell’adepto (come di ogni uomo). In questa chiave dev’essere capito quanto c’è ed avviene nel Tempio liberomuratorio. Tutto ciò che qui si compie è in rapporto alla conoscenza e alla crescita del proprio essere più intimo. Riguarda un percorso conoscitivo che deve riportare al nostro io, per una sua evoluzione e trasmutazione.

Per tali motivi, il primo locale in cui il profano entra è il Gabinetto di riflessione. Dove egli si ripiega su se stesso, sì che la sua mente diventi lo specchio della propria interiorità. si flette per penetrare nella propria coscienza, esplorarla, conoscerla, purificarla (secondo il metodo indicato dall’acronimo V.I.T.R.I.O.L.:

visita interiora terrae  rettifícandoque invenies, occultum lapidem,”visita le cose interiori della terra e, rettificando troverai la pietra occulta”. È un invito alla ricerca dell’io sin nelle parti più nascoste, più addentrate nel nero dell’incoscienza, per trovare, nel silenzio e nella meditazione, il proprio centro esistenziale, la Luce, il Logos, la Parola, che chiarisce il senso della sua intima umanitas.

Il profano viene poi portato davanti all’ingresso del Tempio, sul cui frontone sta scritto: “conosci te stesso”. Ancora il medesimo invito all’introspezione.

Successivamente ne varca la porta, formata di due Colonne (Jachim e Boaz) sormontate da un Delta (che è un simbolo uterino).

“Porta” in ebraico si dice délet,proveniente dalla radice semitica dalt o delt. Detta parola, passata ai greci nella forma “delta”, indicò il “triangolo”, la “foce del Nilo” e organo sessuale femminile. In età contemporanea il delta è stato assunto dalle femministe come simbolo del loro movimento. La stessa parola délet al plurale significa anche “colonne”. Pertanto, una struttura d’ingresso composta di due colonne sormontate da un delta dà I’immagine simbolica come di due gambe femminili con relativo sesso. un,apertura siffatta – come appunto quella del tempio massonico – è un utero assunto come ianua,che immette in un luogo ricco di ulteriori significati metaforici. Questa ianua segna un salto dimensionale. È un passaggio attraverso il  quale si entra in un ventre, in  una interiorità coscienziale

Nei Tarocchi,  la Porta del Tempio è rappresentata dalla seconda lama, la papessa, perché occupa il posto della porta, tra le due colonne. Indica il transito tra il conscio e l’inconscio; è il mistero che occorre penetrare da soli.  Tiene nelle mani il libro dei segreti e le chiavi, senza le quali non si può sapere nulla. Indica che la realtà va conosciuta al di là delle apparenze sensibili. E’ lo specchio che restituisce l’immagine di sé; esso aiuta a ben conoscersi. Il significato dell’intera lama ruota intorno al principio della dualità. La luce ha bisogno delle tenebre per esprimersi; lo scalpello non può agire senza il maglietto. L’equilibrio è un continuo compromesso di due forze e occorre adattare il proprio. cammino (il proprio progredire) alle regole imposte dal pavimento a scacchi, nero e bianco.  Perciò’ prima di entrare nel Tempio, bisogna fare il punto con se stessi, con la propria coscienza: questa è la regola del  Gabinetto di riflessione (come abbiamo già visto), che invita a interrogarsi davanti all’immagine che lo specchio dà di noi.

Penetrati in questo “luogo”, la realtà s’inverte. Dal mondo degli effetti si passa a quello delle cause. Si va verso la propria matrice.

Intanto, entrando, si osserva e si prende consapevolezza di ciò che c’è dentro il Tempio:

 Il 2° Sorvegliante. Al suo fianco è situata la statua di Ercole, che simboleggia il coraggio, la forza, in  tutti i momenti e livelli dell’esistenza. Nella ricerca indica I’osare, in quanto nell’ intraprendere uno studio nuovo occorre sempre avere molta audacia, sia perché I’ignoto può essere pericoloso, sia perché i nemici del nuovo sono molti ed assai aggressivi, vedendo in esso una minaccia per la conservazione del proprio potere.

-Il 1° Sorvegliante. Gli è accanto Venere, la dea della bellezza. Nella ricerca è il simbolo che invita a scoprire il fascino (la bellezza appunto) della conoscenza (come nella poesia, nell’arte ecc.).

– Il Maestro Venerabile. Alla sua destra campeggia Minerva, la dea della sapienza. Nella ricerca sollecita a penetrare nella Sofia. Minerva, nata dalla testa di Giove (non da un utero), simboleggia la Seconda nascita, quella mentale: ogni Apprendista, alla fine del suo percorso, deve poi saper e poter rinascere dalla Mente della Loggia e dalla Mente propria.

Le Tre Luci, inoltre, nel processo gnoseologico, simboleggiano tre livelli di conoscenza:

2° Sorvegliante: conoscenza sensibile (Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu).

1° Sorvegliante: conoscenza artistico-intuitiva / poetico-intuitiva.

Maestro Venerabile: conoscenza scientifico-sapienziale / o fìlosofico-iniziatica.

Il percorso che il neo-adepto compie durante il rito d’iniziazione è all’inverso rispetto a quello che ogni

essere umano compie naturalmente dal concepimento in poi. Il percorso iniziatico (ora appreso in forma

virtuale nel Tempio esterno e sperimentato simbolicamente, dovrà poi essere compiuto all’ interno dell’io) è

una regressio ad uterum (ritorno all’utero, al ventre). È un ripercorre al contrario i quattro elementi, facendone consapevole esperienza, attraverso le rispettive “prove” ch’egli affronta. Innanzi tutto la prova della Terra, prendendo coscienza  della propria fisicità e della legge di necessità che le è connessa. Poi dell’Acqua (elemento di gestazione o fertilizzazione, o liquido amniotico). Segue quella dell’Aria (pneuma, soffio divino).

Infine del Fuoco (l’Amore fecondatore), sino a raggiungere il punto igneo della propria genesi, I’energia sottile che ha impulsato la vita: da cui poi poter rinascere e crescere completamente come puro spirito, solo come puro spirito, senza più il condizionamento della corporeità, ovvero scartando subito di volta in volta la carnalità che vi si addensa intorno.

Su un piano più generale, I’opera di progressivo scrostamento della materia procede attraverso la tecnica dei silenzi: di terra (Apprendista), di acqua (Compagno), di aria (Maestro), finché non si entra nella Luce. Ed anche, contestualmente, ma sempre gradualmente, attraverso i tre gradi: di Apprendista (nigredo), Compagno (albedo), Maestro (rubedo).

Questo il percorso complessivo dell’Apprendista Libero Muratore, per la parte che gli compete, passando di volta in volta dal virtuale al reale, dal simbolico all’effettivo. Questa la via iniziatica durante la quale (dopo la macerazione) gradualmente interiorizza l’armonia cosmica, che lo aiuta ad enucleare “nella” propria interiorità i primi principi d’ordine generale, così riorganizzando il disordine della sua vita profana precedente: ordo ab chao. Sì che la propria coscienza possa diventare specchio dell’ordine cosmico.

In ogni caso, questo obiettivo di ordine e di spiritualizzazione viene perseguito nel corso d’ogni tornata di lavori. Con cadenza regolare. Tutto nel Tempio è predisposto per tale finalità.

L ingresso nel Tempio, infatti, avviene in senso destro-centrico (ciò perché, sin dall’antichità, la destra ha sempre indicato il verso del bene, mentre la sinistra il verso del male). La direzione destro-centrica, inoltre, indica il movimento di avvitamento centripeto (ovvero di introspezione), che consente all’adepto d’introdursi nella propria interiorità, nel proprio centro esistenziale (o centro di coscienza), il Tempio interiore, dov’è in potenza – come già detto – il Logos, la Luce, il Verbum, la Parola, I’Amore. A cui deve improntare il proprio comportamento e da cui possono sprigionarsi le energie sottili che, entrando in circolo, arrecano benefici effettivi al soggetto che le attiva ed alla Catena di cui egti fa parte, alimentando così contestualmente un forte Egregoro di Bene.

La marcia d’uscita poi (quando i lavori saranno completati) si effettua in senso antiorario (o di svitamento centrifugo), con un passo più veloce di quello d’ingresso, poiché si esce dall’interno del Tempio e di se stessi determinando I’abbattimento del recinto magico precedentemente costruito. Attraverso questo movimento i Fratelli ritornano nel mondo profano e diffondono in esso I’energia sottile accumulata nel corso dei lavori. Si realizza così una delle finalità istituzionali’più importanti del Grande Oriente d’Italia che, nel solco della secolare tradizione muratoria, opera per il bene dell’umanità e per la gloria del Grande Architetto dell’universo (G.A.D.U.).

L’ora di apertura e chiusura dei lavori corrisponde simbolicamente a Mezzogiorno e a Mezzanotte.

Mentre I’età (la nuova età iniziatica) dei presenti rappresenta il grado evolutivo minimo (il livello psicospirituale) richiesto a ciascun partecipante per poter aprire i lavori ed ottenere risultati validi.

Íl segno d’ordine dell’Apprendista, passando da un’operatività simbolica ad una effettiva, serve per riscontrare (per mezzo del pollice che preme sulla giugulare destra) I’andamento del lavoro ed i suoi riflessi nell’interiorità. È strumentale al controllo del battito cardiaco, a come il cuore sta funzionando (attraverso il lavoro di Loggia) nell’armonizzazione del ritmo bio-psico-spirituale e nella produzione delle energie sottili.

Nella parte centrale dei lavori muratori si svolge I’argomento posto all’ordine del giorno, secondo quanto stabilito dal Maestro Venerabile o dal Consiglio delle Luci. sì da procedere adeguatamente all’istruzione del grado. Il lavoro di cui si tratta serve, quindi, per comprendere e per entrare nella propria coscienza, dove ognuno, incontrando il G.A.D.U., incontra se stesso e i suoi Fratelli; e contestualmente attiva le proprie energie interne migliori promonanti dul seme igneo precedentemente ri-fecondato.

Si è come in un laboratorio sacro, dove si sperimenta un’Arte demiurgica. Se tutto si compie correttamente, avviene un’attivazione sostanziale di dette energie, un’opera sempre più pura di spiritualizzazione. È un’operazione di trasformazione alchemica delle forze in atto. Un analogo di ciò lo si può riscontrare nella Messa cristiana, appunto nella parte centrale di essa, quando avviene la transustanziazione, una fase che ha pure valenze alchemiche.

Si conclude con l’intervento sintetico dell’Oratore e del Maestro Venerabile. il quale. a questo punto, passa alla fase finale dei lavori, i cui effetti devono ora avere un’esplicazione diffusiva, passando dall’interno (il Tempio) all’esterno (la società civile).

Nella parte finale, infatti, per il tramite del Tronco della Vedova, si procede all’estrinsecazione dei “prodotti” nati dallo sviluppo del seme igneo.

Il compimento di questo processo in tutti i suoi gradi porta alla piena conoscenza di Dio come logos, come scienza (via secca); non quindi seguendo il dogma, la razionalità, la fede intesa come adesione passiva e passionale ad un modello da imitare, eventualmente un modello di santo, o come nell’imitatio Christi (via umida).

In tale attività (che così s’adempie) il soggetto percepisce di volta in volta la propria auto-modificazione spirituale interiore. Avverte dentro di sé la metamorfosi continua. Di qui un sentire di grado elevato, un

sentire altro, una sensualità che trascende nello spirituale: è l’Amore celeste (il “furore d’amore” di Marsilio Ficino o il “furore eroico” di Giordano Bruno) attraverso cui interviene l’intuizione conoscitiva del G.A.D.U., da cui la comunanza/fraternità con tutti gli uomini e con Dio medesimo.

Ne consegue I’angelicazione e, ad un ulteriore passaggio ascensivo, il maggiore avvicinamento a Dio.

Quindi la deificazione: I’assunzione del corpo glorioso e dei poteri del cielo. L’iniziato così si sublima nella totale immersione nell’Unità originaria, nell’Amore, riempiendosi di Luce e d’Immenso.

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