Editoriali
La Saggezza non va confusa né con la sapienza né con il sapere, essa è un modo superiore di essere e di agire. Nel mondo d’oggi, contraddistinto da egoismo e violenza, evidentemente non è facile. Il Massone ha il privilegio, da mai sottovalutare, di poterla raggiungere, se lo desidera, lavorando su sé stesso tra le mura del proprio Tempio; scoprirà allora che saggi non si nasce, ma lo si può diventare, in quanto, penso, la Saggezza è null’altro che «vivere moralmente il sapere»
Il Massone, come Socrate, ha per scopo unico la ricerca della Verità. E come Socrate, anche la Massoneria nulla impone e nulla insegna. Sollecita unicamente ogni individuo a cercare, nella più totale libertà, con la propria ragione e la propria coscienza, la sua esclusiva verità. E ancora una volta Socrate ci insegna la via: «Conosci te stesso!» È la via dell’umiltà e del coraggio. Occorre infatti più coraggio guardarci allo specchio, ossia imparare a conoscerci con profonda e meditata introspezione, che osservare, criticare e forse anche disprezzare chi, sovente modestamente schivo ma grande di cuore, ci circonda durante la nostra vita di tutti i giorni.
Il Massone sa che diventare Maestro significa soltanto iniziare a diventarlo, che non lo sarà compiutamente per tutta la vita e che soltanto l’umile e costante pratica della Tolleranza e dell’Amor fraterno lo porteranno verso la vera maestria.
Da Massoni occorre tenere sempre presente che la convinzione di essere nel giusto ed avere quindi il diritto di agire di conseguenza, non sempre favorisce la perfetta convivenza. Ciò che per l’uno può apparire giusto per altri può essere sbagliato ed ingiusto. _ allora indispensabile il rispetto dell’opinione altrui. Se pretendiamo la libertà di pensiero, questa va concessa anche ad ogni nostro simile. Oltre alle leggi scritte, occorre applicare la legge morale, affinché questa, distinguendo il bene dal male, detti nella coscienza individuale di ognuno, come insegnano i principi massonici della Tolleranza e dell’Amore, l’armoniosa convivenza tra i Fratelli e gli uomini tutti.
La Massoneria, sia a livello individuale che collettivo, riveste un carattere di assoluta e imperativa riservatezza. Un’apertura al mondo profano è pertanto impensabile e contraria ad ogni principio iniziatico; ridurrebbe il nostro Ordine ad una qualsiasi associazione a sfondo sociale. Che la Massoneria si presenti, spontaneamente o su richiesta, al momento opportuno al mondo esterno tramite i media, che faccia, se ritenuto utile, qualche opera di beneficenza o si renda all’occasione utile al prossimo sotto la luce del sole, non nuoce evidentemente a nessuno. La vera via rimarrà comunque sempre quella della discrezione e del buon esempio.
La libertà è soprattutto uno dei pilastri fondamentali del credo massonico. La libertà coltivata dal Massone è quella interiore, spirituale; quella del pensiero, della coscienza, della ricerca. Sotto questo aspetto la Massoneria è la Scuola della Libertà. La Libera Muratoria è l’esatto opposto di tutte le sette e religioni; non impone alcun credo, non vincola né l’intelletto né la coscienza; essa educa i suoi addetti a valorizzare, nella più totale libertà, i doni più belli che il G.A.D.U. abbia donato all’uomo: l’intelligenza e i sentimenti, la ragione e il cuore. Il Massone si è assunto il non facile compito della propria liberazione spirituale. Quando ogni essere umano si sarà liberato dal giogo dei dogmi, ma anche dai propri preconcetti, l’umanità camminerà verso orizzonti migliori. Nel suo più intimo, l’uomo non si sentirà soltanto libero, ma, finalmente, felice.
Famiglia, lavoro e Massoneria; tre impegni, tre «attività» che richiedono, ognuna, tempo, passione e dedizione. Ogni ambito, sia esso familiare, lavorativo o massonico, preso a sé, potrebbe costituire un’occupazione a tempo pieno. Come dunque conciliare i tre compiti, tutti di massima e vitale importanza? Ecco la domanda da analizzare. Nella vita ogni persona, presto o tardi, si trova confrontata con dei doveri, degli impegni, degli obblighi; arriva il momento di impegnarsi professionalmente, di formare una famiglia, ma anche di evolvere interiormente. Occorre fare delle scelte? Fissare delle priorità? O conciliare le diverse attività? Sono profondamente convinto che i vari impegni siano interdipendenti e complementari, e che nessuno possa escludere l’altro. Il lavoro è indispensabile per il mantenimento e il benessere della famiglia, d’altra parte lo sviluppo interiore della persona, ossia, la coltivazione e la pratica delle virtù, è altrettanto fondamentale sia per lo svolgimento onesto di una professione sia per la costituzione amorevole e duratura di una famiglia. C’è tempo per tutto, se volontà, impegno, convinzione, intelligenza e amore uniscono in armoniosa simbiosi le parti in causa. Il lavoro e la famiglia hanno i loro «momenti» e si regolano da sé. L’evoluzione interiore non invade alcuno spazio; si coltiva in silenzio in ogni luogo e in ogni momento. Per il Massone non sarà dunque mai una questione di scelta, bensì un modo più intenso e profondo di vivere sia gli impegni familiari sia quelli della vita professionale e sociale. Ma ricordiamoci che non esiste soltanto la Massoneria; la maturazione interiore si sviluppa anche tramite l’arte, la musica, la natura, l’istruzione ecc.: lo spirito massonico ne è una parte preziosa, discreta, presente ovunque.
L’Amore fraterno più che un sentimento è una regola iniziatica; quanto potrà coinvolgere il cuore, e verso chi dirigersi, è difficile da stabilire; dipende unicamente dalla sensibilità individuale, ma anche dalla cerchia di Fratelli in cui l’Iniziato vive, opera ed evolve. Mentre l’amicizia è collocabile prevalentemente nell’ambito sociale profano, la Fratellanza, pur iniziando dalla ragione, tende inevitabilmente verso l’Amore assoluto, l’Amore che alchemicamente trasforma, crea, eleva. Il legame tra Fratelli non è quello dell’amicizia, è molto più profondo, è un legame spirituale, quello che porta gli Iniziati, col reciproco sostegno, verso il perfezionamento personale, che dovrebbe a sua volta contribuire – utopia, speranza, certezza? – al miglioramento morale e al benessere sociale di tutta l’umanità.
La Felicità va cercata, conquistata, coltivata e diffusa tra le genti, in quanto diritto inalienabile di ogni essere umano sin dalla sua nascita. Utopia o no, l’uomo tende alla felicità; per essa va quindi lottato con ogni mezzo, non solo a livello di governi e istituzioni internazionali, bensì anche con il contributo attivo di ogni singolo cittadino. Le sensazioni definite Felicità e le rispettive cause sono variamente definibili. Psicologicamente, ma anche filosoficamente, la felicità può rappresentare uno stato di grazia, totale serenità, assenza di preoccupazioni e, fisicamente, assenza di ogni tipo di sofferenza. Ma l’assenza del male non basta; la vera Felicità è raggiunta soltanto quando allo stato di passiva serenità si aggiunge il piacere attivo; l’arte, la natura, ma anche le piccole cose come un sorriso, una melodia, un cibo, tutto quanto può essere gradevole alla nostra mente, al nostro cuore, ai nostri cinque sensi.
La moderatezza è una virtù che viene attribuita agli umili, ai mansueti, a coloro che non “brillano”sulle pagine dei giornali o sugli schermi dei televisori. Le virtù dell’uomo della strada sono l’umiltà, la modestia, la sobrietà, la semplicità, l’ingenuità, la dolcezza, la mitezza … In altri termini la moderatezza, consciamente o inconsciamente, mi sembra che venga percepita come una virtù “debole”, da contrapporre alle virtù “forti”, quelle considerate autentiche, cioè quelle che si accollano ai grandi personaggi che si sono distinti nel corso dei secoli. Si dimentica però spesso che accanto agli epiteti eroici sovente troviamo attributi tutt’altro che nobili quali“arrogante, prepotente, crudele, violento, spietato, sanguinario …” che restituiscono alla moderatezza e alla mitezza il loro giusto valore. In realtà la moderatezza è una qualità fondamentale del Massone e di ogni persona veramente stimabile. Anche per il Massone, come già per Aristotele, la moderatezza o il giusto mezzo non significano mediocrità ma bensì perfezione ideale e regola suprema dell’agire. Impulsi, passioni e sentimenti tendono all’eccesso o al difetto. Il Massone, con maglietto e scalpello guidati dalla ragione, si impegna a levigare le asperità dalla propria pietra grezza affinché assuma la misura, la proporzione e l’equilibrio della forma giusta e perfetta.
La Bellezza per i Massoni si presenta piuttosto come la ricerca lunga, paziente e costante di una vita per la creazione di una realtà spirituale nuova, nella quale le imperfezioni dovute all’egoismo, alla brama di potere, al desiderio insaziabile di denaro e onori potranno essere finalmente, se non eliminate, almeno ridimensionate.