Il «fuoco » massonico
Estratto da un articolo della Rivista
Massonica inglese «Square» – Trad.
G. Durio
Al tempo del Medio Evo nei brindisi in onore delle Autorità governative o della città v’era talvolta l’abitudine di usare i « fuochi »di augurio. L’unica sopravvivenza di questa usanza appare essere l’uso dei «fuochi » negli incontri massonici.
Non si sa però quando essi abbiano avuto origine, né, di preciso, quando siano entrati a far parte delle usanze nei brindisi di carattere massonico.
La prima menzione del fuoco massonico risale al 1719, subito dopo la fondazione della Gran Loggia d’Inghilterra. Nel 1738 il Gran Maestro Desagulier, in accordo con le costituzioni di Anderson, ristabilì la regola dei brindisi di saluto già peculiari dei liberi muratori. La parola FUOCO non fu però usata e non si sa che cosa la sostituì. Dopo tale data la citazione di brindisi presso la Gran Loggia è più frequente, ma ancora la voce FUOCO non appare. Furono invece degli opuscoli della Massoneria francese a dar notizia di fuochi massonici fin dal 1742, mentre uno scritto posteriore, del 1747, « La désolation des Entrepreneurs modernes » ne descrive in dettaglio i cerimoniali.
Talune procedure erano assai elaborate, altre, distinte per vari gradi, avevano notevoli significati rituali e simbolici connessi con il grado stesso.
E’ così difficile stabilire se l’uso del fuoco massonico sia nato in Inghilterra e sia stato elaborato in Francia, o se, viceversa, sia nato nel 1740 in Francia e adottato poi dalla Massoneria inglese.
I primi fuochi inglesi
Fin dalla fine del XVIII secolo gli incontri di Loggia erano tenuti con i Fratelli seduti attorno a un tavolo e durante i lavori stessi venivano effettuati i brindisi.
Un certo numero di brindisi erano predisposti, ma molti estemporanei e improvvisati. Naturalmente essi differivano da Loggia a Loggia e variavano anche secondo le occasioni.
La descrizione dei fuochi massonici apparsa in inglese in una tavola del 1760 suona così: « sulla tavola ben preparata e rifornita di vini e bevande ciascun commensale ha davanti a sé un bicchiere e lo riempie con la qualità preferita e tante volte quante gli aggrada. Per bere però deve attendere i turni comandati, rispettare i movimenti rituali e osservare le pause ».
Quando tuttavia è predisposto un brindisi comune, il M. V. riempie per primo il suo bicchiere e prega i Fratelli di « caricare » i propri. Quando pensa che ciò sia stato fatto e completato il M. V. dice: « Fratelli avete tutti caricato ? » Il 1° e 2° Sorvegliante rispondono: “Abbiamo i pezzi carichi a Sud e a Nord. Si alzano tutti in piedi e osservando i movimenti del M . V . “ svuotano “ i loro bicchieri. Se il M . V . propone il brindisi con i «three times and three claps» (che significa in tre tempi e con la triplice batteria) i Fratelli allungano il braccio destro con il bicchiere avanti a sé, poi lo portano alla bocca per bere e successivamente lo battono sulla tavola. Tutto questo per tre volte consecutive e al termine della terza si siedono tutti contemporaneamente. Poi alzano le mani all’altezza del petto effettuano nove battimani suddivisi in tre batterie di tre conchiudendo con il grido di gioia «Huzza-Huzza!!! » I bicchieri con i quali venivano fatti i brindisi ufficiali erano dei veri e propri « firing glasses », ossia bicchieri per il fuoco con un fondo assai spesso ed allargato in modo da essere stabili e non rompersi nell’«urto» contro il tavolo.
Con il variare dei rituali nel 1813 furono aboliti i lavori di Loggia al tavolo, mangiando e bevendo.
L’agape fu portata al termine della tornata, dopo la chiusura dei lavori in Loggia. Così furono adottate nuove procedure per i brindisi.
Le usanze moderne
Tali procedure hanno mantenuto alcuni punti base che si ricollegano, in parte, alle prescrizioni dei più antichi cerimoniali. Ad esempio:
a) Un brindisi deve essere proposto, e dopo un appropriato discorso di presentazione, effettuato bevendo. I bicchieri, che oggi sono verosimilmente frangibili, vanno «posati » sulla tavola. Non si può più fare questione di “ residui di bevanda in fondo al bicchiere “ I Fratelli bevono tanto, o poco quanto loro aggrada (o possono…). Il sorpassato cliché del brindisi col « bicchiere sempre colmo » che in pratica significa non iniziare con un «fondo di bicchiere », hanno perso di significato e sono andati giustamente in disuso;
b) Il proponente del brindisi deve anche condurre i tempi del fuoco. L’antica usanza dei movimenti con il bicchiere e i colpi sul tavolo (prima descritta) sono ora sostituiti dalla triplice esecuzione dell’ordine « point left right» che si effettua in piedi con movimento alterno del braccio destro da sinistra a destra e dalla effettuazione di «schiocchi delle dita» la cui triplice cadenza è anch’essa ordinata dal proponente. Tali schiocchi sostituiscono idealmente i colpi dei vecchi bicchieri infrangibili sul tavolo. Dopo di che si beve;
c) Ci si risiede tutti contemporaneamente. Qualsiasi forma di applauso o schiamazzo è definitivamente proscritta per la dignità dei brindisi.
E’ bene infatti considerare il brindisi e i suoi fuochi un onore sufficiente per colui al quale sono dedicati.
Il fuoco e il brindisi della lealtà (Loyal toast)
E’ il più vecchio e il più importante della serata. Data di almeno 200 anni e non fa specifico riferimento al monarca regnante. E’ solo una riaffermazione da parte di tutti i presenti di voler osservare i propri doveri elencati nel giuramento prestato la sera della propria iniziazione. Presso altre Nazioni oltremare, il brindisi ai Capi dello Stato raramente viene accompagnato dal fuoco. Ciò però non appare massonicamente corretto, a meno che non derivi dalla opinione che un profano non debba ricevere questo onore. Ma anche in Inghilterra l’attuale Regina, come donna, non è certamente appartenente alla massoneria ortodossa inglese, e ai tempi in cui originò la usanza del fuoco massonico non erano massoni neanche i regnanti del XVIII secolo! L’antica tradizione, nella sua saggezza, suggerisce infatti essere irrilevante a chi o a cosa sia dedicata la fratellanza massonica del brindisi. Sono considerazioni tutte da meditare.
Limitazioni nei fuochi
Il fuoco accompagna tutti i brindisi massonici, ma non deve essere usato in presenza di profani. Nelle agapi rituali i fuochi possono essere usati soltanto se il personale di servizio, che non sia massone, sia stato allontanato e le porte ben chiuse da parte dei copritori.
L’effettuare i fuochi in presenza di visitatori, anche in agapi famigliari, può essere di vero imbarazzo per chi non ne sa né può comprenderne il significato.
Il fuoco in altri gradi massonici
Il fuoco massonico è stato creato nell’Ordine e per l’Ordine.
Ciò non toglie che possa essere anche usato in cerimonie concernenti il Rito, purché siano conosciute da tutti, e soprattutto osservate e rispettate, le regole che ne configurano la ritualità.