Potere, Autorità, Autorevolezza
Il Potentissimo ha parlato nella sua tavola soprattutto di pre-potere e ne ha giustamente evidenziato il senso negativo. Io vorrei invece parlarne in modo diverso, tanto più che nella vita profana sono, come ben sapete, un uomo pubblico.
In tutte le collettività è necessario che taluni cittadini vengano singolarmente investiti di una autorità che serva a fare le leggi, per l’applicazione delle stesse e, quando necessario, a reprimere chi dovesse mettersi contro le regole stabilite all’interno della società. Si dice così che queste persone sono investite di un potere.
Spesso lo Stato che conferisce tale prerogativa, ma esempi di potere o di esercizio dello stesso li troviamo un po’ in tutti i campi, nelle aziende private, nella scuola, nella famiglia così come nella Massoneria, quando la Loggia o la Camera Capitolare, sceglie il suo M.V. o il suo Presidente, conferendo a lui i poteri che ben conosciamo. Il potere è quindi fondamentale e non si può prescindere da questo, pena una totale anarchia.
C’è però da osservare che il potere, che è poi il mezzo per raggiungere l’obiettivo programmato, può essere esercitato in modi diversi, dipendenti essenzialmente dalle persone delegate allo scopo ed in ogni caso si può distinguere tra autorità ed autorevolezza, due aspetti che possono trovarsi in misura diversa in colui che ha il potere e che lo caratterizzano.
Chiariamo intanto che l’autorità è derivata dalle funzioni che una persona svolge ed è conferita dalle istituzioni, dalle leggi dello stato e/o dalla collettività, mentre l’autorevolezza derivata dal particolare valore individuale, da meriti acquisiti o dal proprio prestigio, in modo tale che la persona avrà stima, credito e fiducia: qualità fondate esclusivamente sulla sua personalità. E’ quindi chiaro che il potere conferisce alle persone l’autorità, ma non l’autorevolezza, mentre è con l’esercizio del potere che l’uomo potrà rivelarsi autorevole, ricco di virtù personali e potrà quindi arricchire il suo ruolo di umanità e giustizia.
Il potere si trasforma spesso in arroganza di potere (o pre-potere come lo ha chiamato il Potentissimo) quando si cerca di imporre una volontà che nasce da interessi particolari, da profitto economico, protezione, egoismo ecc. ed è una violenza contro la morale. facendo un esempio, i giudici della procura di Milano che nel 1995 avevano un grande potere conferito loro dallo stato ed avevano acquisito una enorme autorità, avevano nel contempo anche una grande autorevolezza derivata in gran parte dalle numerose inchieste di “Mani pulite” e dalla grande popolarità che ne era derivata. Ma quando fecero di tutto per gettare fango sul capo del governo legittimamente eletto dagli italiani ed i cittadini capirono finalmente il vero scopo delle loro azioni, che erano poi tese a prevaricare l’ordine costituito, persero completamente la loro autorevolezza, pur mantenendo il potere e l’autorità.
Questo dimostra che, chi nell’esercizio delle funzioni di potere esalta se stesso o esercita il potere con il gusto del comando o del dominio, la sua diventerà una pratica priva di contenuto etico. Quando invece l’autorità conferita viene usata con spirito di servizio ed arricchita di umanità, umiltà e modestia, essa trasformerà una persona da autoritaria ad autorevole.
L’applicazione di leggi, di regole, di codici comportamentali, non è e non può essere un fatto meccanico, ma richiede saggezza, capacità interpretativa, buonsenso, equilibrio, obiettività, poiché non si governa o non si esercita il potere con le sole leggi scritte, ma anche con quelle non codificate e non codificabili che non sono meno importanti e che hanno invece un peso non indifferente nell‘esercizio delle funzioni pubbliche.
Dobbiamo inoltre aggiungere che alla base del comportamento della persona c’è una propria morale, quella “religione laica” come l’ha chiamata il Potentissimo, quella coscienza personale, aggiungo, che indica e distingue ciò che è bene da ciò che è male.
Ecco perché è molto importante per chi deve esercitare un potere, tanto più se si tratta di un uomo pubblico, che questo abbia, oltre alla sua autorità, anche una certa autorevolezza, una qualità che si può certamente acquisire con gli insegnamenti appresi in anni di vera appartenenza alla Libera Muratoria ed aggiungo, a quella del R.S.A.A.
M. L.