L’illuminazione dai rituali
I rituali sono “frammenti” di una visione generale della Massoneria che illuminano la vita pratica del massone. Il Rituale Emulation contiene espressioni, figure e simboli di cui è stato perso il significato originario nel corso dei secoli. Infatti, in esso vi sono le seguenti espressioni: Nella Cerimonia di passaggio, il Maestro Venerabile, rivolto al candidato, così afferma:
-MV – come nel Grado precedente apprendeste i principi della Verità morale e della Virtù, ora vi è permesso di estendere le vostre ricerche ai misteri occulti della Natura e della Scienza – (Rituale Emulation, p. 147).
Successivamente, nella Cerimonia di elevazione, il Maestro Venerabile, nell’Esortazione, così dichiara:
-MV – Procedendo oltre, ancora guidando ulteriormente il vostro progresso mediante i principi della verità morale, foste condotto nel Secondo Grado, per ammirare la facoltà intellettuale e tracciarne il suo sviluppo, attraverso i sentieri della scienza celeste, fino al trono di Dio medesimo – (Rituale Emulation, p. 191)
E poco dopo afferma:
-MV – Permettete ora che io vi faccia osservare che la luce di un MM è l’oscurità visibile, che serve soltanto per esprimere quell’ombra che avvolge le prospettive del futuro. Essa è quel velo misterioso che l’occhio della umana ragione non può penetrare, senza l’aiuto di quella Luce che proviene dall’alto – (Rituale Emulation, p. 200).
Da queste citazioni, seguono le seguenti riflessioni.
1) Il Primo Grado (Apprendista) è caratterizzato dai “principi della verità morale”. Possiamo, perciò, definirlo come il Grado dell ‘etica.
2) Il Secondo Grado (Compagno) è caratterizzato dalla “scienza divina”, ossia la scienza di Dio, mentre la natura di cui si parla è quella creata da Dio e in cui Dio si manifesta. Il massone, in questo Grado, apprende la “scienza divina” da un punto di vista intellettuale, ossia sulla base della “ragione umana”. Possiamo, perciò, definire questo Grado come il Grado della Metafisica intesa intellettualisticamente.
3) Il Terzo Grado (Maestro) è sempre caratterizzato dal rapporto uomo-Dio, il quale, tuttavia, non viene più inteso come espressione della ragione umana, quanto, piuttosto, come “velo misterioso che l’occhio della ragione umana non può penetrare”, ossia l’intuizione. Possiamo, perciò, definire questo Grado come il Grado della Metafisica intesa intuitivamente.
Questi “frammenti” contenuti nei Rituali possono essere intesi come tessere di un mosaico mancante di alcune parti. Partendo da essi, si può tentare di ricostruire l’intero mosaico originario. Il mosaico, così ricostruito, dovrebbe corrispondere alla visione generale della Massoneria.
Come ricostruire il mosaico?
Si potrebbe pensare che ogni massone possa riempire gli spazi vuoti soggettivamente, ossia sulla base delle sue personali convinzioni sulla Massoneria. Tuttavia, tale modo di procedere condurrebbe alla creazione di innumerevoli visioni della Massoneria, tante quanti sono i massoni ricostruttori di essa. Se confrontate, tali visioni potrebbero risultare contrastanti e contrapposte. S’imporrebbe allora, inevitabilmente, la domanda su quale di esse è quella vera. Ognuno cercherebbe di far prevalere la propria visione, ritenuta vera, e si andrebbe verso un’anarchia intellettuale sul modo di concepire la visione generale della Massoneria.
Nasce così l’esigenza di andare oltre i personali punti di vista nella ricostruzione del mosaico. Ma per fare ciò è necessario uscire dalla visione soggettiva per collocarsi sul piano filosofico. In tal modo, la ricostruzione della visione generale viene “intellettualizzata”, ossia posta sul piano dell’intelletto.
Tale processo di intellettualizzazione nella ricostruzione dei Rituali è necessario ma non anche sufficiente. Se l’intellettualizzazione consente di superare i limiti e i contrasti che possono insorgere fra i differenti punti di vista soggettivi, essa, da sola, tuttavia, non basta per caratterizzare i Rituali massonici, i quali sono basati, anche e soprattutto, sull’intuizione, sui sentimenti, sul cuore. Ciò significa che è necessario interiorizzare l’intellettualizzazione dei Rituali e tradurla in esperienze di vita. Altrimenti, essa è sterile ed inutile.
La visione generale della Massoneria (i frammenti che si ricompongono in visione unitaria) vale per l’uomo in quanto tale, ossia per tutti gli uomini, massoni e non massoni. La linea di demarcazione tra massoni e non massoni sta nel fatto che i primi, a differenza dei secondi, non solo possono conoscere la visione generale della Massoneria così ricostruita, ma possono anche interiorizzarla. Di conseguenza, fra tutti gli uomini, sono massoni soltanto coloro i quali hanno prima intellettualizzato e poi interiorizzato la visione generale della Massoneria, che assurge a principio-guida delle loro esperienze vissute.
La ricostruzione filosofica dei Rituali corrisponde esattamente alla visione originaria della Massoneria?
Per quanto vi si avvicini, non sarà mai la stessa. Tra visione originaria e ricostruzione filosofica di essa vi sarà sempre uno scarto, per quanto piccolo possa essere. La ricostruzione filosofica sarà, perciò, sempre un’approssimazione rispetto a quella originaria.
Il massone, avviato sulla via del perfezionamento, deve acquisire consapevolezza di sé, degli altri uomini, di Dio. Quando entra in Massoneria, egli non ha questa consapevolezza. Oppure, se ha una consapevolezza, non è quella massonica. Sono proprio i Rituali a indicargli la via per diventare consapevole. La via indicata dai Rituali massonici non è, tuttavia, l’unica via possibile.
Ve ne sono altre, tutte orientate verso lo stesso fine della consapevolezza.
La via massonica, perciò, è una delle tante possibili vie di miglioramento dell’uomo. La via del perfezionamento indicata dalla Massoneria ne rappresenta lo specifico, ossia ciò che appartiene, in modo esclusivo, alla sua visione di Dio, del mondo, della vita, dell’uomo. Tale specificità è data dai Rituali. Il massone che segue i Rituali acquista la consapevolezza necessaria per migliorare se stesso. Nella Loggia il massone apprende dai Rituali ciò che deve fare nella vita. La consapevolezza si acquisisce mediante una serie di regole che denominiamo “educazione”.
Se queste regole riguardano l’etica, allora parliamo di “educazione etica”; se riguardano, invece, il rapporto uomo-Dio, ci riferiamo all’educazione metafisica, sia intellettuale sia intuitiva. L’educazione massonica è, perciò, la modalità mediante cui il massone diventa consapevole di se stesso, degli altri uomini, di Dio e quindi migliora se stesso.
Il massone che segue quanto prescritto dai Rituali ha tutto ciò di cui ha bisogno?
I Rituali sono auto-sufficienti o devono essere integrati da qualcosa d’altro? Se i Rituali sono la “chiave” per comprendere ciò che deve essere fatto, allora essi richiedono qualcosa d’altro. Il massone ha perciò bisogno sia dei Rituali sia di qualcosa d’altro. Ma cosa? In ogni caso, il “qualcosa d’altro” deve essere strettamente connesso con i contenuti dei Rituali. Esso va, perciò, ricercato nei Rituali e consiste in ciò che abbiamo chiamato educazione, inteso come approfondimenti dei Rituali stessi.
In conclusione, i Rituali forniscono al massone la chiave per migliorare se stesso. Tale chiave va usata per acquisire consapevolezza tramite l’educazione che rappresenta i necessari approfondimenti dei contenuti espressi dai Rituali.
La via del miglioramento, proposta all’uomo dalla Massoneria, è detta “Via iniziatica”.
La via iniziatica, illustrata dai Rituali, è anche una via di luce, scandita da Gradi diversi: Apprendista (Primo Grado), Compagno (Secondo Grado) e Maestro (Terzo Grado).
Il Primo Grado è caratterizzato dall’etica. Con esso comincia l’educazione del massone. Tale Grado è incentrato sul rapporto massone-massone e massone-non massone. E’ il Grado in cui il massone migliora se stesso ed instaura relazioni con altri uomini, sia massoni sia non massoni, limitatamente alla sua capacità di discernere il bene dal male. In tale ambito, il massone, seguendo la via illuminata dai Rituali, tende a sviluppare, al massimo grado, le virtù umane della solidarietà, dell’amore fraterno, della carità, ecc. L’etica è espressione della ragione discorsiva, “la ragione umana” per usare una frase del Rituale Emulation.
Il Secondo Grado è caratterizzato dalla metafisica, ossia dal rapporto uomo-Dio. E’ proprio qui che si sviluppa il senso religioso del massone, si assume il Grande Architetto dell’Universo, si rifiuta ogni forma di materialismo ateistico. Senza essere una religione, la Massoneria è religiosamente ispirata. Il massone stabilisce un rapporto con Dio che lo porterà, alla fine, “davanti al Suo Trono”. La metafisica di cui si parla nel Secondo Grado è una metafisica intellettuale, basato sullo conoscenza del rapporto uomo-Dio. In questo Grado, l’educazione ha come oggetto non più l’etica ma la metafisica.
Il Terzo Grado è sempre caratterizzato dalla metafisica, la quale, tuttavia, non è più fondata sull’intelletto, ossia sulla conoscenza di Dio ma sull’intuizione. Anche in questo Grado l’educazione segue le stesse linee del Grado precedente, con la differenza che l’oggetto è una metafisica di tipo intuitivo . L’educazione insegna al massone come diventare saggio in tutti i sensi (razionale, intuitivo, emotivo, ecc.) e come riversare tale saggezza sugli altri uomini, massoni e non massoni.
Nei Rituali massonici, è ricorrente la nozione di “luce”, per cui la Massoneria può essere definita come un “processo di luce mediante cui il massone acquista gradualmente e continuamente maggior luce, dalla luce fisica alla luce divina, passando attraverso la luce dell’intelletto”. L’illuminazione ha, come controparte negativa, le tenebre (l’oscurità non visibile) ed ha inizio quando si esce dalle tenebre intese come ignoranza ed indigenza. L’uomo non illuminato vive nelle tenebre ed è ignorante ed indigente. Mediante l’iniziazione massonica egli riceve la luce ed esce dalle tenebre: quando gli viene tolta la benda dagli occhi, egli riceve la luce fisica. Successivamente, egli procede nell’illuminazione, passando da un Grado ad un altro superiore: nel Grado di Apprendista, egli riceve la luce dell’intelletto, nel Grado di Compagno la luce metafisica intellettuale, nel Grado di Maestro la luce metafisica intuitiva.
Possiamo così rappresentare la via massonica come una scala ascendente di luce che passa attraverso sette fasi: quella di partenza è data dalla luce che l’uomo riceve con l’iniziazione, mentre quella di arrivo è data dalla luce dell’intuizione. Le sette fasi sono le seguenti: percezione, verifica, riflessione, conoscenza, comprensione, saggezza, verità. La metafisica intuitiva non è più qualificabile ma ineffabile: il Grande Architetto dell’Universo è essenziale per comprendere il senso dell’intuizione in Massoneria.
Il Grande Architetto dell’Universo, nei Gradi di Apprendista e di Compagno, è il Dio vivente, il Dio delle religioni del quale libri e documenti sacri rendono testimonianza.
Nel Grado di Maestro, egli è l’En-Sof, il Dio celato, il Deus absconditus, il Dio di cui non si può parlare poichè ogni sua qualificazione lo rivelerebbe e lo limiterebbe. Ecco perchè la Massoneria in questo grado è ineffabile. Di conseguenza, l’ineffabilità della Massoneria non vale in generale, ma solo per il grado di Maestro.
In che modo queste riflessioni riguardano l’Arco Reale?
Nel rituale Emulation, caratterizzante i tre Gradi della Massoneria, non si fa alcun riferimento al misticismo. Di misticismo si parla, invece, nel rituale dell’Arco Reale. Da ciò segue che il misticismo riguarda solo l’Arco Reale. Nasce la domanda: il misticismo può essere riferito anche ai tre Gradi dell’Ordine? La risposta è duplice. Se si considera l’Arco Reale come “quarto” Grado, separato dai primi tre Gradi, allora il misticismo resta estraneo all’Ordine mentre caratterizza specificamente l’Arco Reale. Se, invece, l’Arco Reale viene inteso come “approfondimento” del Terzo Grado, allora il misticismo viene esteso anche ai primi tre Gradi, strettamente connessi con l’Arco Reale. In questo caso, il misticismo è riferibile a tutto l’Ordine, anche se ne rappresenta il vertice iniziatico. Nel Rituale dell’Arco Reale, nella Cerimonia di esaltazione, l’eccellentissimo Zorobabele, rivolto al candidato, così si esprime:
-Ecc.mo Z. – E siete voi pronto a prestare il sacro e solenne Imp., proprio di questo Supremo Grado, e, nel caso di vostra ammissione, a mantenere inviolati i nostri riti mistici? – (Rituale dell’Arco Reale, p. 47).
Successivamente, lo stesso Ecc.mo Z. continua dicendo:
-Ecc.mo Z. – Ora siamo giunti a quella parte della cerimonia in cui il nostro E. Comp. G. vi darà la Lettura Storica, A. quella Simbolica, infine, io vi spiegherò la parte Mistica di questo Supremo Grado – (Rituale dell’Arco Reale, p. 86).
Poiché l’Arco Reale, in quanto approfondimento del Terzo Grado, è basato sul misticismo ossia sull’identificazione dell’uomo con Dio, anch’esso trova nell’intuizione il proprio fondamento. “E’ quel velo misterioso che la ragione umana non può penetrare senza l’assistenza della Luce Divina”.
Non
si tratta, tuttavia, di un’identificazione reale ma di un’unione che avviene
nell’essenza più intima del massone (allegoria mistica).
Quando il massone raggiunge l’unione mistica con Dio (in senso allegorico), la
dualità luce-tenebre scompare.
L’illuminazione è stata il mezzo per arrivare a Dio.
Raggiunto il fine (Dio) essa si dissolve. L’unione mistica non è più
qualificabile ma ineffabile: il Grande Architetto dell’Universo, anche e
soprattutto per l’Arco Reale, è l’En -Sof dell’Ebraismo.
La via dell’illuminazione, così caratterizzata dai Rituali massonici, porta al
misticismo.Tuttavia, allo scopo di evitare fraintendimenti, è necessario
specificare la via massonica del misticismo e tenerla distinta da tutte le
altre vie alternative.Sia il massone sia il mistico propriamente detto seguono,
rispettivamente, la via che li porta all’unione mistica con Dio.Ma mentre il
mistico si rapporta a Dio in modo passivo attraverso la contemplazione, il
massone è invece attivo poiché dedica se stesso alla realizzazione dell’amore e
dell’armonia fra tutti gli uomini, massoni e non massoni.