Fratellanza
E’ la prima ad essere definita e ciò testimonia l’importanza che essa ha per la Massoneria. Essa può essere letta anche come legame d’Amore: amore inteso nella sua accezione di agape; amore verso l’altro, spontaneo, che non attende risposta; atto di riconoscimento di sé stessi nell’altro, o meglio, negli altri come depositari della stessa propria natura.
La Fratellanza, che è una cosa diversa
dall’amicizia, discende direttamente dalla Legge Naturale, per cui non è
definibile come “comportamento” o “atteggiamento” virtuoso
dettato da un comandamento esterno, bensì “principio” primario, sacro
in quanto è esso stesso origine di comportamenti e stimoli tipici della specie
umana, necessari per la sua perpetuazione, (a partire da quelli che attengono
alla cooperazione per la sopravvivenza come l’acquisizione del cibo e la difesa
del gruppo).
E’ su questo primo principio di solidarietà che nasce la società e quindi è nel
suo rispetto che viene enunciato il primo precetto morale:
“Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso”
a cui la Libera Muratoria aggiunge:
“Fai agli altri tutto il bene che vorresti gli altri facessero a te”.
Questa dichiarazione fondamentale, che spinge all’azione volontaria positiva
oltre il limite della salvaguardia reciproca, racchiude in sé tutti i
significati più profondi del comportamento e del cammino massonico: sono valori
che vengono coltivati come sacri in quanto costituiscono la speranza e
l’aspirazione dell’umanità per una giustizia non espressa da proibizioni ma
regolata soprattutto dal progresso dello spirito umano.
Questo progresso dello spirito comporta un paradigma individuale molto semplice
e lineare, anche se difficile da applicare:
dapprima conoscere sé stessi e la propria vera natura, valutandola in piena
libertà ma in presenza degli altri, testimoni di un’esperienza già vissuta
secondo tradizione;
quindi, presa coscienza del valore della propria persona, giudicare su questo
stesso metro la capacità di relazionarsi agli altri, ponendo continuamente, su
di un piano comune progressivamente più alto, quel tanto della propria libertà
necessario per aspirare a fare ciò che da soli non avremmo mai potuto fare;
infine assumere il ruolo responsabile di testimoni (Maestri) di questo processo
affinché continui a rinnovarsi nelle generazioni che si susseguono.
Questo metodo di formazione individuale di una morale fondata sulla solidarietà
è possibile soltanto a due condizioni: che sia un processo senza
discriminazioni per nessuno (Fratellanza universale), che avvenga, anche
gradualmente, ma spontaneamente, (abbattere le sovrastrutture egoistiche che la
società ha insinuato nell’uomo) mettendo sempre, avanti tutto, lo spirito di
donazione di sé stessi sul sacro fuoco della fratellanza.
Sono queste scelte etiche ben precise che ogni Libero Muratore fa al momento
della sua Iniziazione: infatti sarebbe vano perseguire il proprio
perfezionamento senza preoccuparsi contemporaneamente del miglioramento degli
altri.