la legge della pratica contro il vizio
Che cos’è il vizio?
” Il vizio è ogni concessione fatta all’interesse ed alla passione a spese
del dovere.
E’ la soddisfazione dei cattivi desideri dell’uomo; specchio ingannatore che
mostra sotto i più dolci aspetti i piaceri impuri; ostacolo odioso, ma
seducente, posto innanzi alla virtù che si sforza a pervertire; pericolo contro
il quale bisogna armarsi con tutte le forze della ragione, con tutta l’energia
del carattere e che si perviene a distruggere con il quadro dei godimenti più
puri e così dolci quali sono procurati dall’uomo da una vita di saggezza e
virtù.
E’ per mettere un freno salutare alle nostre passioni, allo slancio della
cupidigia; è per elevarci al di sopra dei vili interessi che tormentano la
folla profana; è per imparare a calmare l’ardore delle nostre passioni
antisociali che noi ci raduniamo nei nostri Templi.
Noi lavoriamo senza tregua al nostro miglioramento, noi abituiamo il nostro
spirito a non dedicarsi che alle grandi affezioni, a non concepire che idee di
gloria e di virtù; non è che regolando le proprie inclinazioni ed i propri
costumi, che perveniamo a dare alla nostra anima quel giusto equilibrio che
costituisce la saggezza, vale a dire la scienza della vita.”
Con queste parole terminano le dichiarazioni programmatiche che vengono rivolte
all’iniziando, prima che egli faccia la sua scelta definitiva; tutte queste
dichiarazioni hanno puntato soprattutto a illuminare l’aspetto etico della sua
decisione: egli sta per fare una vera scelta di vita che richiede un’assunzione
di responsabilità cruciale, che non riguarda tanto il suo legame istituzionale
(non certamente irreversibile, come invece afferma chi è in malafede) quanto la
fedeltà a sè stessi.
Tuttavia queste ultime parole, anche se espresse ancora con accenti un po’
enfatici e romantici, come può esserlo un linguaggio ottocentesco, possono
parlare molto chiaramente anche ad un lettore di fine millennio. Infatti dal
completamento di un quadro etico destinato ad indirizzare e nobilitare lo scopo
della vita dell’Uomo, in Loggia rappresentato, non solo simbolicamente, dal
Libero Muratore, esce un indirizzo molto preciso: la saggezza.
Saggezza come scienza della vita, saggezza come risultato del cammino che si
percorre, saggezza come unico valore che, nella società, può giustificare la
potenziale diseguaglianza tra gli uomini, saggezza infine come la vera energia
che, dalle origini della preistoria, ha spinto l’uomo a diversificarsi dagli
animali per intraprendere quel viaggio, che anche noi stiamo facendo, verso il
suo Creatore.