Dialoghi Massonici
Gotthold Ephraim LESSING
Commento
di Renato Lavarini
Introduzione.
Lessing rappresenta la più geniale figura dell’Illuminismo, a detta dei maggiori storici della filosofia.
Due sono i grandi temi che rappresentano la ricerca filosofica del Lessing massone.
Anzitutto, la concezione deista della divinità.
Infatti, dopo passaggi attraverso la religione rivelata e attraverso il puro razionalismo illuminista, Lessing arrivò alla sua estrema convinzione dell’Uno-tutto (in greco: En kai Pan), dell’immanenza di Dio nel mondo come lo spirito della sua armonia, della sua unità.
Questa convinzione si estese al secondo grande tema: quello della storia e del ruolo dell’uomo nella storia.
L’obiettivo dell’uomo è certamente raggiungere la verità ma, per Lessing, il valore dell’uomo non sta tanto nella verità raggiunta, quanto nel costante sforzo per raggiungerla, sforzo che mette in moto tutte le sue forze e che rivela tutta la perfezione di cui è capace.
È interessante ricordare una frase di Lessing: “Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo tendere verso la verità con la condizione di errare eternamente smarrito e mi dicesse: Scegli -, io mi precipiterei con umiltà nella sua sinistra e direi: Padre, ho scelto; la pura verità è soltanto per te”.
L’idea che Lessing ha della storia è quella di un ordine progressivo. Lo strumento per questo progresso è l’educazione; un’educazione che avviene per successive rivelazioni.
Nell’educazione, infatti, l’uomo impara da latri uomini ciò che la sua ragione non è ancora in grado di comprendere. Ciò che impara, tuttavia, non è contrario alla ragione, ma solo non può essere ancora afferrato e inteso pienamente dalla sua ragione ancora debole e puerile.
Il percorso massonico di Lessing inizia in età ormai matura: viene infatti iniziato nel 1771, all’età di 42 anni e dieci anni prima di morire.
Un anno prima di morire, nel 1780, pubblica i Dialoghi Massonici.
Tali dialoghi tra due personaggi, uno massone e l’altro no, contengono tutti gli elementi della filosofia di Lessing vicini al pensiero massonico. Primo fra tutti il concetto, sopra accennato, di sforzo continuo verso la verità.
PRIMO DIALOGO
Ernst, il profano, sapendo che Falk è massone, cerca di sapere quali sono i principi fondamentali della massoneria. Falk, nel dubbio che deve comunque sempre contraddistinguere l’uomo razionale, poiché se non ci fosse dubbio non ci sarebbe ricerca, cerca di dare le prime risposte.
La massoneria è una necessità umana e sociale, un sistema di vita difficilmente spiegabile semplicemente a parole ma assolutamente testimoniabile con le azioni.
Questo non è un fatto esclusivo della massoneria, ma la massoneria fornisce all’uomo un motivo in più: la consapevolezza del percorso infinito verso la perfezione e a favore dell’umanità.
SECONDO DIALOGO
I massoni operano nella storia stando all’interno della società. Una società composta di uomini che difficilmente sapranno mai governarsi da soli.
Qui si inserisce il concetto di Stato proprio dell’illuminismo e di una visione non totalitaria dello Stato stesso: gli Stati sono i luoghi dove gli uomini possono operare per arrivare ad ottenere quella parte di felicità a cui tendono; lo Stato che sopprime la felicità dell’uomo a favore della propria prosperità ha perso la sua ragion d’essere e si trasforma in tirannide.
Ma anche se tutti gli Stati, che non sono naturali bensì umani, tendessero ugualmente alla felicità e per far ciò si dessero tutti la stessa costituzione, non ci sarebbe uno Stato unico, ma sempre una serie di Stati che caratterizzeranno diversamente gli uomini che ci vivono e che, quindi, per condizione e origine, continueranno ad essere diversi gli uni dagli altri (gli inglesi dai tedeschi, dai francesi, ecc.).
Ed ecco la grande differenza tra l’uomo comune e l’uomo saggio che, per Lessing-Falk, è il Massone: l’uomo comune estremizza le differenze mentre l’uomo saggio è capace di innalzarsi al di sopra dei pregiudizi di gruppo per bloccare ciò che rischia umanamente di trasformarsi da virtù (patriottismo) in vizio (sciovinismo).
Siamo (quando scrive Lessing) in epoca di grandi divisioni e di guerre crudeli che sfoceranno nella rivoluzione borghese del 1789. Il Massone ha un compito epocale.
TERZO DIALOGO
Prosegue l’istruzione di Falk ad Ernst, mettendo in chiaro che non tanto i Massoni si danno il compito di operare per armonizzare le divisioni, quanto i Massoni non potranno occuparsi di questi mali in quanto Massoni.
Quindi, secondo Lessing-Falk, l’essere Massone porta naturalmente a non concepire mali e divisioni e, quindi, attraverso l’esempio, a diffondere tale armonia tra gli uomini.
Il lavoro che il Massone fa per il bene e il progresso dell’Umanità è infinito e, probabilmente, mai si potrà dire che il Massone ha raggiunto la sua meta.
QUARTO DIALOGO
Anche Ernst è diventato Massone.
Ma Falk capisce che lo ha fatto solo per poter fare ciò che per i Massoni è naturale.
Falk allora porta nel discorso l’argomento più difficile per chi è Massone e per chi vuole esserlo.
Ciò che il Massone fa, non lo fa perché Massone. L’uomo è galantuomo prima ancora di essere Massone. Non diventa Massone per essere galantuomo.
Il Massone supera le divisioni profane lavorando massonicamente senza divisioni di religione (a parte l’ateismo), di classe, di istruzione, ecc.
L’uso dei beni materiali, inoltre, deve essere finalizzato agli obiettivi massonici e non a quelli profani.
QUINTO DIALOGO
Le origini della Libera Muratoria.
Essa, secondo Lessing-Falk, è sempre stata.
Laddove c’è società civile, c’è Libera Muratoria.
Laddove c’è uno Stato forte – non in senso di forza dittatoriale ma di coesione dei cittadini con la struttura statale, di libertà, di armonia – la Massoneria prospera. Dove c’è uno Stato debole, che deve opprimere per resistere, la Massoneria è combattuta.
Il seguito del dialogo segue alcune discussioni sull’origine del termine Massone e sull’uso distorto che di esso è stato fatto nella storia.