LA PARTENZA ED IL LUOGO CHE NON C’E’
di C. S.
…E le navi vanno e vengono sull’orizzonte e in questa forma durano un giorno o due.
-Dai Canterbury Tales di Chaucer-
Sono orgoglioso e profondamente onorato di appartenere a questa Nuova Loggia. Oggi per noi è iniziato un nuovo viaggio, in realtà abbiamo intrapreso la navigazione, in questo misterioso e affascinante “mare della Libera Muratoria ” già da molto tempo…dalla nostra “Iniziazione”. Oggi siamo ripartiti di nuovo, da un altro porto e con un’altra nave.
Pensare alle navi…al loro andare e venire… mi ricorda una frase di un racconto trecentesco dell’Allodiere di Chaucer :<< E le navi vanno e vengono sull’orizzonte e durano in questa forma una o due giorni>>. Esse sono l’immagine del tempo nel suo divenire; simbolo di ogni umana cosa che oscilla continuamente fra allontanamento e avvicinamento, tra venire e andare, tra partire e arrivare, fra presenza e assenza, tra visibile e invisibile, tra illusione e disillusione, tra speranza e delusione. Il tutto è espressione della transitorietà della nostra esistenza; rappresentazione del nostro meraviglioso e stupefacente viaggio nel “mare della vita.”
Partire talvolta… è come morire, perché lasciamo sempre un po’ di noi stessi in ogni luogo, in ogni porto…ma dobbiamo obbligatoriamente andare avanti, senza conservare una particolare memoria del tempo trascorso…sforzandoci di “ circoscrivere il presente” per liberarci dal rimpianto e dalle inquietudini del passato. Adesso, noi tutti, dobbiamo concentrarsi sul momento presente, sia per goderne, sia per agire.) La partenza, di una nave verso il mare aperto, in fondo è sempre buona… sono le nebbie, le tempeste, incontrate per malasorte, le vere nemiche del viaggio; sono loro che mettono alla prova, la forza, il coraggio e la capacità dell’equipaggio. In realtà ciò che conta, come ha scritto il poeta Kostantinos Kavafis, è partire:
<<…quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…nei porti che con gioia toccherai …acquista madreperle coralli ebano e ambre, tutta merce fina anche profumi d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi…senza Itaca tu non saresti mai partito… >>.
E’ importante ricordare che tutti quelli che navigano in questo “magico mare della Libera Muratoria”, se non vogliono essere spazzati via, devono attenersi scrupolosamente alle sue regole, ai suoi principi, con religioso “rispetto”, dall’inizio alla fine del proprio viaggio. L’Ordine Massonico, nonostante il suo dolce e irresistibile fascino, non deve mai essere sottovalutato … può essere “ feroce come il mare” … non è generoso con chi cerca di sfidarlo… è sempre pronto a reagire, a inghiottire navi e uomini senza che il suo risentimento sia saziato… stolto è chi trascura la sua forza; esso è troppo grande, troppo potente, troppo misterioso di difficile comprensione anche per le nostre menti da “Iniziati”.
La ricerca personale di gloria, di potere, di dominio, di favori, non lascia alcun segno in massoneria, tutto passa rapidamente, come immagini riflesse sulla superficie dell’acqua che prontamente si dissolvono. Comunque non dobbiamo meravigliarci mai sul comportamento degli uomini. Perché in ciascuno di noi, in tutti gli uomini, compresi i più saggi, si trovano contemporaneamente il bene e il male. “ Solo Dio è buono “ (Mc 10,18). E’ per questo che Emanuel Kant ha definito l’uomo: un “legno storto, una miscela di bene e di male” e evidenzia che “dal momento che abbiamo a che fare con persone che agiscono liberamente, non possiamo predire il loro agire”. Purtroppo le vicende umane dalla antichità greco-romana a oggi, passando attraverso duemilacinquecento anni di storia, sembrano confermare l’“immutabilità della natura umana”. In ogni epoca ci sono stati numerosi tentativi per raddrizzare il “legno storto dell’umanità” ma i risultati sono sempre stati scarsi e a volte tragici.
La metafora del viaggio, l’irrequietezza di mettersi in cammino, di lasciare porti sicuri per spingere lo sguardo oltre la linea dell’orizzonte, è una delle caratteristiche più affascinanti del “pensiero Libero Muratorio” che possiamo definirlo “utopico” proprio per questo particolare modo di essere . Tutta la storia dell’uomo – nei suoi vari aspetti sia umanistici (politici, artistici, letterali, filosofici) sia scientifici – deve molto al pensiero utopico. “Utopia” significa “ senza luogo” ( ou “non” e topos “ luogo “, cioè luogo che non c’è ) e senza luogo sono le idee, i sogni, le speranze, i desideri, le fantasie, la ricerca, lo stimolo ad andare “oltre”, la forza di perseguire la propria idea di felicità, l’agire per il bene degli altri e dell’umanità intera. L’utopia è una cosa apparentemente illogica ma necessaria per superare le difficoltà o le miserie del presente. Essa ci permette di ridisegnare un “orizzonte più colorato” capace di dare un maggior valore alla nostra vita, consentendoci una “libertà individuale” assoluta.
Anche se il termine “utopia” fu coniato dal filosofo Tommaso Moro intorno al 1500, immaginando un modello di paese ideale (Utopia), le sue radici si affondano nella “filosofia antica”, nelle diverse scuole filosofiche – socratica, platonica, aristotelica, epicurea, stoica – compresa quella cristiana. Utopisti furono anche alcuni importanti filosofi e scrittori tra sei e settecento. Tra questo dobbiamo ricordare Tommaso Campanella che scrisse “La città del Sole”. Questo testo rappresenta la proiezione di un modello di società pacifica, in un luogo immaginario dove vi è una grande pianura in mezzo alla quale sorge il tempio del Sole. L’organizzazione della città è del tutto razionale, ordinata e rigorosa. Gli abitanti della città, hanno in comune i beni e le donne (secondo il modello di Platone) e tutto è perfettamente ordinato e predisposto dagli «offiziali» i quali vigilano affinché nessuno possa all’altro far torto nella fratellanza. Una società perfetta di giustizia e uguaglianza, dove l’individualismo scompare, dove non esistono egoismi, dove non c’è la guerra perché non ha ragione di esserci, dove il male è cancellato dalla solidarietà, dalla fratellanza e dall’amore.Francesco Bacone ( 1561-1626) che scrisse “Nuova Atlantide”. Un gruppo di 50 viaggiatori arrivano nell’isola di Bensalem , dove gli abitanti, in grado di parlare molte lingue, vivono in pace fra loro, coltivando la sapienza. L’istituzione più importante dell’isola è la casa di Salomone. Miguel Cervantes (1547-1616) con il suo Don Chisciotte della Mancia. Il “folle” cavaliere mostra al lettore il problema di fondo dell’esistenza, cioè la delusione che l’uomo subisce di fronte alla realtà, la quale annulla l’immaginazione, la fantasia, la speranze e qualsiasi aspettativa. Il filosofo e giurista Jeremy Benthan scrisse nel 1791 “Panopticon” ; la storia di un particolare edificio, un carcere ideale, che permette ad un solo guardiano di controllare un tutte le celle . I prigionieri sentendosi continuamente osservati , si sarebbero comportati bene. Il libro rappresenta la metafora del potere invisibile “un nuovo modo per ottenere il controllo totale della mente umana”. Non possiamo non citare, infine, il grande scrittore del novecento George Orwell (1903-1950) e i suoi due più noti romanzi: La “fattoria degli animali” e “1984”. Il primo ironico romanzo è ambientato in una fattoria, dove gli animali si ribellano all’uomo, al loro padrone, convinti di agire in modo più giusto essendo tutti uguali. Il loro sogno utopico però rapidamente finisce perché i maiali, che erano stati gli ideatori della rivoluzione o dell’ammutinamento – rimanendo in tema marinaresco – si sentirono “più uguali” degli altri animali e presero il possesso della fattoria, diventando progressivamente simili all’uomo/padrone. Persino il loro aspetto subirà una metamorfosi di tipo antropomorfo, a tal punto che : << …Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l’uomo, poi l’uomo e ancora il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era l’uno e chi l’altro>> . Il secondo romanzo dal titolo “1984” invece è una terrificante previsione della società futura, dove la Terra è suddivisa in tre grandi potenze in guerra fra loro e governate da tre regimi totalitari: Oceania, Eurasia ed Estasia, il cui capo supremo è il Grande Fratello, un personaggio misterioso di cui nessuno conosce la vera identità e che osserva, spia e controlla, la vita di ogni singolo cittadino. Il controllo avviene attraverso delle telecamere che osservano ovunque gli individui: nelle loro case, per strada, negli uffici, nei trasporti, nelle scuole. Assistiamo alla scomparsa sia della privacy sia della libertà individuale.
Io penso che questi autori non credessero fino in fondo alle loro città ideali, ai loro modelli utopici. Anche noi Liberi Muratori, di fronte ai nostri “grandi ideali ”, ci poniamo con uno stato d’animo duplice, da una parte siamo affascinati e attratti, ma dall’altra siamo scettici, disincantati, dubbiosi, consci dell’impossibilità della loro realizzazione. Comunque nella Libera Muratoria lo scetticismo non muta l’efficacia del pensiero utopico, che, come nella filosofia antica (anch’essa era praticata in gruppo), ha un ruolo straordinariamente importante: il pensiero utopico, infatti, tende a migliorare la vita dei propri adepti, a fargli apprezzare il piacere di esistere; a dilatare l’ “Io” ( l’“anima , la “coscienza”) nell’infinità della natura, a catapultarlo oltre il tempo e lo spazio, a transitare cioè da una visione “sub specie finiti”, tipica dell’uomo che vive con il senso della fine, della morte, a quella “sub specie aeternitatis” ( pensare in termini eterni) fino all’acquisizione della così detta “coscienza cosmica”; passando, grazie a questo percorso, che è un cammino di purificazione e spogliazione progressiva, da un piano materiale ( fisico) ad uno spirituale (metafisico). L’Ordine Massonico, infatti, “ non è una dottrina ” ma un “ metodo ” che l’adepto deve perseguire nei suoi pensieri e nelle sue azioni, basato fondamentalmente su due pilastri il “Rispetto della dignità umana”, che deve essere “assoluto” verso chi è “ più prossimo (vicino) “, cioè verso i Fratelli e la propria “Coscienza Morale” che grazie al “Lavoro Massonico”, (espressione di un continuo e ripetitivo, “esercizio del pensiero” che lo definirei di tipo “spirituale”) viene auto-educata, forgiata, perfezionata e nobilitata. Possiamo fare un curioso parallelismo tra l’esercizio fisico e il lavoro massonico. Con l’esercizio fisico, l’atleta dà al suo corpo una forma e una forza nuova; con il lavoro massonico, il Libero Muratore trasforma la sua interiorità (atmosfera interiore), la sua visione del mondo e sviluppa la sua forza d’animo; impara a non lasciarsi accecare dalle passioni, dalle ire, dai rancori e dai pregiudizi; a essere “responsabile” solo di se stesso, a non rispondere agli altri contro la propria coscienza; a non avere paura, e se necessario, a “disubbidire” o – usando un termine più attuale – ad “andare controcorrente” , per non essere come i cani che si sottomettono (rispondono), con una totale obbedienza (perinde ac cadaverem) alla chiamata del padrone.
Solo rispettando questo “metodo” possiamo essere dei veri “ Uomini Liberi ”; uniti dal vincolo della “Conoscenza Libero Muratoria” e da questa peculiare “ Nobiltà di Spirito” che ci deve caratterizzare e differenziare nettamente dal mondo profano.
In occasione dell’Innalzamento delle Colonne:
R. L. Giuseppe Garibaldi n°1436 all’Oriente di Follonica
Massa Marittima, domenica 5 maggio 2013.
Key Words: mare, nave, partenza, viaggio, Ordine Massonico, visibile, invisibile, illusione, disillusione, speranza, delusione, transitorietà rappresentazione, memoria, circoscrivere il presente, rimpianto, inquietudine del passato, equipaggio, Itaca, malasorte, utopia, sogni, speranze, idee, fantasie, andare oltre, orizzonte colorato, transitorietà, marginalità, filosofia antica, pensiero filosofico cristiano, scetticismo, disincanto, dubbio, angoscia, vivere, morire, piacere di esistere, bene, male, bontà, uomo, legno storto, rispetto, coscienza morale, obbedienza, perinde ac cadaverem, disubbedienza, eternità, sub-specie finiti, sub specie- aeternitatis, coscienza cosmica. conoscenza Libero Muratoria, nobiltà di spirito, responsabilità.