Un anno fa
un’Officina mi eleggeva loro M\V\
Da allora
il tempo è trascorso ed oggi, con umiltà affronto il mio “io” per analizzare
il percorso compiuto.
L’acqua
come sempre è andata al mare.
Ho
affrontato quelli che sono, inevitabilmente, i tronchi galleggianti che si
pongono sulla rotta, o peggio, gli scogli che tentano di rendere la discesa
difficile, se non insormontabile.
Lentamente,
giorno per giorno, si sono superate le difficoltà ed i pericoli.
È un
percorso difficile quello del M\V\!
Al novizio
sembra che salire sul Trono del Tempio massonico sia raggiungere chissà quale
risultato.
In realtà
è la prova più difficile che si frappone tra il massone e la Vera Luce!
Si diventa
fabbro alchemico e come tale si apprende la difficile arte di forgiare il
materiale estratto dalla Cava.
Il M\V\ ha
l’ausilio del Fuoco, dell’Aria e dell’Acqua per forgiare la Materia, ma ne è
realmente capace? È realmente un fabbro alchemico? Difficile arte!
In realtà,
uomo tra gli uomini, iniziato tra iniziati deve anzitutto forgiare se stesso.
Deve
visitando il suo sé interiore, trovare quella forza ed equilibrio,
indispensabili a reggere il grande fardello che pone sull’Urna cardiaca: il
Maglietto, simbolo del “potere” e di guida della Loggia.
Da
quell’Urna cardiaca dove pulsano i suoi sentimenti emozionali deve
trasferirli alla mente, centro di elaborazione e trasformazione, per tradurli
poi in azioni. Lavoro immane.
Le sue
azioni devono trasformarsi in costruzione del Tempio, al fine ultimo di
creare la Catena d’Unione, d’Amore, che trasformi l’energia prodotta nella
COSA UNA, L’EGGREGORE, LA GRANDE OPERA!
In realtà
il compimento della GRANDE OPERA, il raggiungimento dell’IMPERSONALE, non è
di questa vita e forse di nessuna vita. È l’opera al Rosso, l’Estasi
Devozionale Mistica dell’Asceta.
In realtà
l’Officina massonica è un pulsare di Uomini e Donne, coi loro sentimenti e
aspirazioni.
Il M\V\ si
raccomanda sempre prima dell’ingresso attraverso la Porta del Tempio, di
lasciare fuori i propri “metalli”. In realtà quanti ci riescono? Quanto ci
riesce lui stesso?
Difficile,
forse impossibile nel nostro mondo.
In realtà,
come in tutte le società anche in una Scuola iniziatica, il desiderio di
raggiungere dei risultati, spesso forvia il percorso stesso.
Quanto la
corsa alle fasce ed ai collari inquina la ricerca del proprio Ego?
L’Apprendista
entra senza pensare alla fascia da Maestro che un giorno riceverà?
Difficile
non pensarlo.
Chi riceve
un “aumento di paga” dopo un altro, lo accetta serenamente o si pone la
domanda: “perché io no, ora?” . O comprende che spesso si parte insieme, ma
il percorso di ognuno di noi è individuale e quindi ritmato in maniera
diversa dalle singole capacità?
Il compito
principale del M\V\ è proprio quello di trasmettere quell’amore, che poi si
trasforma nella tolleranza del percorso iniziatico.
Amore e
Tolleranza! Le fondamenta del percorso.
Solo se
regnano, il lavoro del massone è scevro da pericoli, ed il M\V\deve vigilare
e reprimere ogni accenno alla violazione dei sacri principi.
Solitudine.
Dall’Oriente
il M\V\ osserva e vigila sull’Officina, seduto sul Trono posto sui sette
gradini.
È il
guardiano del Faro alchemico. Da lui parte la Luce che illumina il Tempio ma,
in realtà, è solo con se stesso.
È l’enorme
spugna che assorbe e filtra l’emozioni e le pulsioni dei Fratelli.
È
l’elemento portante e di equilibrio.
È una
Colonna del Tempio.
Sulle sue
spalle è posto il grande fardello.
Lui guida
il Tempio nella sua crescita interiore o nella sua morte.
Da lui
dipende il futuro di un’Officina di Operai spirituali.
A lui solo
spetta decidere.
Si
definisce “grande” la saggezza di un M\V\
Ma esiste
veramente il Saggio?
Chi è
realmente saggio?
Chi si
crede tale sa di mentire prima a se stesso e poi agli altri.
Il saggio
è colui che è infallibile.
Solo il
G\A\D\U\ lo è e nessun altro!
Questa è
il pensiero di un M\V\dopo un anno di Lavoro.
Felice di
ciò che ha costruito, ma convinto che il suo vero lavoro d’iniziato sia, in
realtà, il confronto tra le proprie capacità ed il proprio Ego. Una dura
battaglia che è difficile concludere da vincitore.
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