Riflessioni sul simbolismo del
Prologo al Vangelo secondo Giovanni
(Eros Rossi)
Rispett. mo M .’. V .’.
Carissimi fratelli
la Tavola che stasera porto alla vostra attenzione si prefigge lo scopo, all’interno del tema affidato alla Loggia sul “ Simbolismo del Tempio” , di sviluppare alcune riflessioni sul Libro della Legge Sacra che viene aperto ritualmente per sacralizzare lo spazio nel quale si svolgono i nostri architettonici lavori.
Occorre subito osservare che, pur riconoscendo il grande valore spirituale e morale della Bibbia, il fratello Primo Sorvegliante vi sovrappone la squadra e il compasso in modo da comporre le Tre ‘Grandi Luci che illuminano il Tempio Massonico.
Tale sovrapposizione ha in Massoneria un notevole valore simbolico ,in quanto ricorda a tutti i fratelli che non devono esistere dogmi assoluti e che il massone ha sempre 1’ obbligo di sottoporre al vaglio della ragione tutto ciò che lo circonda e che a questo obbligo non si sottrae nemmeno la lettura del Libro dei Libri.
Il massone quindi si accosta a tale testo sacro con rispetto, ma utilizzando con la sapienza propria dell’iniziato gli strumenti dell’Arte Muratoria: la squadra a rappresentare la rettitudine e la correttezza interpretativa, il compasso a significare la sua grande apertura mentale e spirituale. Il Rituale in Grado di Apprendista prevede che la Bibbia possa essere aperta sulla pagina che descrive la costruzione del Tempio di Salomone oppure sul Prologo al Vangelo secondo Giovanni. Il primo testo ha un evidente riferimento alla costruzione e realizzazione del Tempio interiore dell’individuo e successivamente del Grande Tempio Universale, per cui ritengo che non sia necessario un chiarimento sui motivi che possano aver ispirato l’utilizzazione di tale parte della Bibbia.
Il prologo al Vangelo secondo Giovanni, che è la pagina più usata per 1’ apertura dei nostri lavori, merita invece un approfondimento e una riflessione particolari per i notevoli contenuti esoterici e simbolici che , a mio avviso, tale testo contiene.
Ma ascoltiamo le parole dell’Evangelista:
“In principio era la Parola e la Parola era presso Dio, anzi la Parola era Dio. Per essa furono fatte tutte le cose e fatta separatamente da essa nessuna esistette. In essa era la vita e la vita era la luce degli uomini.
E LA LUCE RISPLENDE NELLA TENEBRA E LA TENEBRA NON L’HA COMPRESA.
Ci fu un uomo mandato da Dio di nome Giovanni. Questi venne a testimoniare della Luce affinché tutti credessero per lui. Non era egli la Luce, ma per testimoniare della Luce, la vera Luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo. Era nel mondo, la Luce, e il mondo fu per mezzo di lei, ma il mondo non la conobbe. venne nella sua proprietà e i suoi non l’accolsero.
MA A QUANTI LA ACCOLSERO, A QUELLI CHE CREDEVANO NEL SUO NOME, DIEDE LQRQ IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO”
Ascoltando leparole dell’Evangelista si resta colpiti, come prima cosa, dalla esaltazione della Luce intesa come simbolo di una ricerca interiore, ricerca espressa in modo criptato, esoterico, con un linguaggio che si può definire da iniziati.
E’ la stessa Luce che chiede il neofita appena iniziato, è la stessa Luce che noi cerchiamo incessantemente per tutta la vita (non a caso i Massoni sono anche definiti “ i figli della Luce”), è la Luce che illumina tutto ciò che di più sublime può produrre l’uomo, che circonda come un alone le cose belle, buone, giuste.
Già di per sé il simbolismo della Luce sarebbe sufficiente ad individuare nel Prologo al Vangelo secondo Giovanni un punto di riferimento importante per il pensiero massonico e giustificare la sua scelta per rendere sacro lo spazio nel quale vengono svolti, in nome della Luce, i nostri Lavori rituali.
Ma un ulteriore approfondimento del testo ci può consentire di cogliere alcuni aspetti esoterici, a mio avviso, molto importanti e offrirci spunti di riflessione di notevole spessore.
Per prima cosa Giovanni pone l’accento sulla Parola come elemento primordiale e sulla sua essenza divina, capace di generare tutte le cose esistenti nell’Universo ; quindi anche I’ uomo, la creatura prediletta e più importante del mondo vivente, fu fatto da Essa e per Essa. Con ciò egli sembra indicare a tutta 1’ umanità un percorso spirituale da compiere, un viaggio iniziatico teso alla ricerca della Parola come espressione di Dio una ricerca delle proprie origini alla riscoperta interiore della divinità, che spinga I’ uomo a capire da dove viene, a ragionare sul proprio presente e a gettare il pensiero verso il futuro.
Perché “nella Parola era la vita e la vita era la Luce degli uomini.”
Ma gli uomini sembrano aver smarrito la Parola (tema che la Massoneria ha ripreso in modo sublime nel simbolismo del Terzo Grado, sul quale ovviamente questa sera non posso dilungarmi), paiono individui ciechi erranti nel mondo, dimentichi che tutte le risposte essenziali sono dentro di loro, pronte ad essere colte da chi possiede la forza morale e spirituale di scavare nel profondo del proprio animo.
La Libera Muratoria ,nel solco di una tradizione iniziatica che affonda le sue radici nella storia dell’umanità, propone ai suoi adepti un lungo percorso esoterico teso al miglioramento interiore dell’individuo, alla scoperta della scintilla divina che è in lui e successivamente ad alimentarla con la forza della ragione in modo da impedirne lo spegnimento, mantenendo vivo il rapporto con il trascendente e superando con vigore la materialità che è in lui. E’ una strada difficile e irta di difficoltà, come ben sa il massone, ma è anche l’unica capace di riportare I’ Umanità verso quella condizione primordiale di felicità e serenità in armonia con il meraviglioso progetto della creazione.
Afferma ancora l’Evangelista:
“e la Luce risplende nella tenebra e la tenebra non l’ha compresa”
Quale e quanta differenza con la Genesi, secondo la quale Dio creò la luce e, visto che era buona,. la separò dalle tenebre!!.
Il messaggio esoterico di Giovanni è molto più profondo, elevando a simboli spirituali i due valori contrapposti: non per volontà divina essi sono separati ma perché la tenebra non ha compreso la luce!
Quindi tutto il negativo che la tenebra racchiude in sé è tale soltanto perché essa non ha accolto i valori positivi espressi dalla luce. Un grande messaggio di speranza per l’umanità, perché I’oscurità non è destinata a restare tale per sempre ma può essere combattuta e vinta. Un invito forte e stimolante per gli uomini : cercate con tutte le vostre forze la Luce, lavorate incessantemente per comprenderla, combattete gli elementi negativi, ergetevi a paladini della giustizia, della verità, della bellezza, della pace, dell’armonia, e la Luce vi apparterrà!
Anche perché, come sostiene l’Evangelista, “la vera Luce illumina ogni uomo che viene al mondo”. Ogni uomo quindi artefice del proprio destino, possiede la Luce sin dalla nascita, è nel profondo del suo animo sin dai primi momenti di vita ; non esistono esseri o razze privilegiate in quanto nel momento della creazione la scintilla divina appartiene a tutti nello stesso modo.
E’ solo nel corso della vita, a causa degli influssi educativi, culturali, ambientali, sociali, religiosi, che gli uomini perdono il contatto con la Luce, diventano incapaci di riconoscerla e di accoglierla in pieno, si lasciano abbagliare da falsi valori, da falsi idoli, si riempiono di ogni forma di scoria, finiscono con l’appannare o addirittura spengere quella Luce primordiale e originale che il G T A T D T U T aveva sapientemente donata a ciascuno.
Da qui la necessità di allontanare e sconfiggere, con un lavoro difficile e impegnativo, la tenebra per elevarci verso uno stadio superiore di serena consapevolezza e per costruire nella Luce il nostro Tempio interiore.
Giovanni conclude il suo Prologo con una affermazione che suona come musica sublime per gli orecchi di un massone:
“ma a quanti la accolsero (la Luce), a quelli che credono nel suo nome, diede loro il potere di diventare figli di Dio “.
Solo coloro che avranno saputo perseverare con tenacia e successo nel loro personale cammino iniziatico, solo gli uomini che riusciranno, con la forza della ragione e dello spirito, a trovare e possedere la Luce avranno il potere di chiamarsi figli di Dio.
In un certo senso si può dire che l’Evangelista, pur affermando il suo amore verso il Dio creatore, ribalti i concetti della Genesi e cerchi di farci comprendere come 1’ essere figli di Dio non sia rappresentato dall’atto creativo puro e semplice, ma derivi piuttosto dalla capacità dell’uomo di giungere alla scoperta di una sua verità, simboleggiata dalla Luce, e che solo dopo questa importante conquista interiore possa fregiarsi del nome di figlio di Dio.
Come si vede, carissimi fratelli, Giovanni non indica un percorso fatto di verità dogmatiche, di affermazioni fideistiche, di certezze assolute e indiscutibili, ma invita gli individui di buona volontà ad appropriarsi di tutta la libertà del loro spirito e della loro intelligenza, sottolinea come la ricerca interiore sia il solo mezzo per pervenire alla liberazione del genere umano dalle catene della oscurità ed elevarsi verso la divinità il trascendente.
Ritengo che i massoni siano su questa strada, orgogliosi di essere degli iniziati; disposti ad ogni sacrificio pur di sfiorare, intravedere, possedere quella Luce che é la linfa vitale per Io spirito; il loro incedere é certamente reso più difficoltoso da una società profana che spesso sembra inebriata da valori effimeri e da pulsioni negative che la allontanano dalla verità. Ma noi sappiamo che gli ideali e i principi della Massoneria, se applicati in concreto, rappresentano I’ unica speranza per I’ Umanità di vivere un domani in un mondo più giusto, più sereno, più bello, e perciò continuiamo, pur fra mille difficoltà, il nostro viaggio con la forza che deriva da una scelta di vita consapevole e matura.
Concludo, Risp.mo M T V T e carissimi fratelli, con l’augurio che quella Luce, evocata dall’Evangelista con parole cosi sublimi, illumini stasera, come sempre, i nostri Architettonici Lavori.
Con il triplice rituale saluto.