da “Dei Doveri dell’Uomo”
Giuseppe Mazzini (1805-1872)
Dio
L’origine dei vostri Doveri sta in Dio. La definizione dei vostri Doveri sta nella Sua Legge. La scoperta progressiva, e l’applicazione della sua Legge appartengono all’Umanità.
DIO esiste.
Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo follia. Dio esiste, perché noi esistiamo. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell’Umanità, nell’Universo che ci circonda. La nostra coscienza lo invoca nei momenti più solenni di dolore e di gioia. L’Umanità ha potuto trasformarne, guastarne, non mai sopprimerne il santo nome. L’Universo lo manifesta coll’ordine, coll’armonia, colla intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi. Non vi sono atei fra noi: se ve ne fossero, sarebbero degni non di maledizione, ma di compianto. Colui che può negare Dio davanti ad una notte stellata, davanti alla sepoltura de’ suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole. Il primo ateo fu senz’alcun dubbio un uomo che aveva celato un delitto agli altri uomini e cerca, negando Dio, liberarsi dall’unico testimonio a cui non poteva celarlo, e soffocare il rimorso che lo tormentava: forse un tiranno che aveva rapito colla libertà metà dell’anima a’ suoi fratelli e tentare sostituire l’adorazione della Forza brutale alla fede nel Dovere e nel Diritto immortale. Dopo lui vennero qua e là, di secolo in secolo, uomini che per aberrazione di filosofia insinuarono l’ateismo; ma pochissimi e vergognosi: – vennero, in momenti non lontani da noi, moltitudini che per una irritazione contro un’idea di Dio falsa, stolta, architettata a proprio beneficio da una casta o da un potere tirannico, negarono Dio medesimo; ma fu un istante, e in quell’istante adorarono, tanto avevano bisogno di Dio, la dea Ragione, la dea Natura. Oggi, vi sono uomini che aborrano da ogni religione perché vedono la corruzione nelle credenze attuali e non indovinano la purità di quelle dell’avvenire; ma nessuno tra loro osa dirsi ateo: vi sono preti che prostituiscono il nome di Dio ai calcoli della vanità, o al terrore dei potenti; vi sono tiranni che lo imposturano invocandolo a protettore delle loro tirannidi; ma perché la luce del sole ci viene spesso offuscata e gusta da sozzi vapori, negheremo il sole o la potenza vivificatrice del suo raggio sull’universo? perché dalla libertà i malvagi possono talvolta far sorgere l’anarchia, malediremo alla libertà? La fede in Dio brilla d’una luce immortale attraverso tutte le imposture e le corruttele che gli uomini addensano intorno al suo nome. Le imposture e le corruttele passano, come passano le tirannie: Dio resta, come resta il Popolo, immagine di Dio sulla terra. Come il Popolo attraverso schiavitù, patimenti e miserie, conquista a grado a grado coscienza, forza, emancipazione, il nome santo di Dio sorge dalle rovine dei culti corrotti a splendere circondato d’un culto più puro, più fervido e più ragionevole.
Io dunque non vi parlo di Dio per dimostrarvene l’esistenza, o per dirvi che dovete adorarlo; voi lo adorate, anche non nominandolo, ogni volta voi sentite la vostra vita e la vita degli esseri che vi stanno intorno: ma per dirvi come dovete adorarlo – per ammonirvi intorno a un errore, che domina le menti di molti tra gli uomini delle classi che vi dirigono, o per esempio loro, di molti tra voi: errore grave o rovinoso quanto è l’ateismo. Questo errore è la separazione, più o meno dichiarata di Dio, dall’opera sua, dalla Terra sulla quale voi dovete compiere un periodo della sua vita.
Senza Dio, voi, a qualunque sistema civile vogliate appigliarvi, non potete trovare altra base che la Forza cieca, brutale, tirannica. Di qui non s’esce. O lo sviluppo delle cose umane dipende da una legge di Provvidenza che noi tutti siamo incaricati di scoprire e d’applicare, o è fidato al caso, alle circostanze del momento, all’uomo che sa meglio valersene. O dobbiamo obbedire a Dio, o servire ad uomini, uno più non importa. Se non regna una Mente suprema su tutte le menti umane, chi può salvarci dall’arbitrio dei nostri simili, quando si trovino più potenti di noi? Se non esiste una Legge santa inviolabile, non creata dagli uomini, qual norma avremo per giudicare se un atto è giusto o non è? In nome di chi, in nome di che protesteremo contro l’oppressione e l’ineguaglianza? Senza Dio, non vi è altro dominatore che il Fatto: il Fatto davanti al quale i materialisti s’inchinano sempre, abbia nome Rivoluzione o Bonaparte: il Tatto del quale i materialisti anch’oggi, in Italia e altrove, si fanno scudo per giustificare l’inerzia, anche dove concordato teoricamente coi nostro principi. Or comanderemo noi loro il sacrificio, il martirio in nome delle nostre opinioni individuali? Cangeremo, in virtù solamente de’ nostri interessi, la teorica in pratica, il principio astratto in azione? Disingannatevi. Finché
parleremo individui, in nome di quanto il nostro intelletto individuale ci suggerisce, avremo quel ch’oggi abbiamo: adesione a parole, non opere. Il grido che suonò in tutte le grandi rivoluzioni, il grido, “Dio lo vuole, Dio lo vuole” delle Crociate, può solo convertire gli inerti in attivi, dar animo ai paurosi, entusiasmo di sacrificio ai calcolatori, fede a chi respinge col dubbio ogni umano concetto. Provate agli uomini che l’opera d’emancipazione e di sviluppo progressivo alla quale voi vi chiamate, sta nel disegno di Dio; nessuno si ribellerà. Provate loro che l’opera terrestre da compirsi quaggiù è essenzialmente connessa colla loro vita immortale: tutti i calcoli del momento spariranno davanti all’importanza dell’avvenire. Senza Dio, voi potete imporre, non persuadere: potete essere tiranni alla vostra volta, non educatori ed apostoli.