X MARZO: COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

X MARZO: COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

(L’origine di questa celebrazione)

L’articolo 32 della Costituzione della Gran Loggia Nazionale dei Liberi Muratori d’Italia (Grande Oriente d’Italia) stabilisce che << le Logge della

Comunione Italiana consacrano alla commemorazione dei Fratelli Defunti

la data del 10 Marzo, anniversario della morte di Giuseppe Mazzini >>.

Questa disposizione che è rimasta immutata tutte le quante volte le Assemblee Generali hanno proceduto a modificazioni della legge costituzionale della Comunione italiana, trae origine dalla deliberazione di una Loggia Massonica genovese, adottata sotto l’angosciosa impressione della scomparsa del Grande Apostolo della resurrezione italiana, che la Massoneria del nostro Paese ha sempre considerato come Nume Tutelare del suo pensiero e della sua operosità.

Fu, infatti, la Loggia Caffaro, all’Or. di Genova, che adottò quella deliberazione, come si ricava da un raro opuscolo da essa fatto stampare in occasione del decimo anniversario della sua fondazione avvenuta il 4 luglio 18651 e della quale furono membri Onorari, fin dal suo sorgere, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.

Il Maestro Venerabile, Michele Tassara, pronunciò nella circostanza un Resoconto storico-morale della Loggia e, tra l’altro, ricordò la morte del grande concittadino scomparso: “Il 10 marzo I872 cessava di vivere in Pisa I’uomo più grande del secolo, il Massone più benemerito del mondo, Giuseppe Mazzini.”

Questa Loggia al pari della intera Italia si commosse, concorse degnamente alle sue onoranze e raccolse pressoché settecento lire per il suo monumento.

E non appena terminato il lutto per tanta perdita, nel successivo ottobre:

Visto che la Massoneria, mentre ammette tutte le credenze religiose, non ne professa alcuna in particolare.

Ritenuto che la commemorazione de’ trapassati deve essere considerata semplicemente come una civile manifestazione di quel dovere che tutti i popoli hanno mai sempre sentito.

Considerando che è bello I’associare in un giorno di lutto generale, tutte le memorie di sventure passate e di passate glorie, che formano il sentimento nazionale d’un popolo, rammentando con ispeciale dolore la vita e le gesta di quei sommi che più hanno contribuito alla nostra emancipazione ed al sociale progresso.

Deliberava di stabilire una nuova epoca dell’anno per la commemorazione de’ suoi FF.’. defunti e fissava quella in cui ricorre l’infausto anniversario (della morte di Giuseppe Mazzini).

Alla deliberazione della Loggia genovese, forse, non fu nemmeno estraneo un movimento di reazione avverso le blasfeme parole dei clericali che accompagnarono il trapasso del grande Italiano. Basterà a darne un saggio il commento che accompagna il resoconto di un discorso pronunciato dal Sommo Pontefice Pio IX, il 17 marzo 1872, mentre Roma commemorava in Campidoglio il suo Triunviro scomparso2:

Mentre nel suddetto giorno (10 marzo) tutta la ribaldaglia settaria che è in Roma al presente, con quant’altra se ne poté raccogliere da tutta Italia, percorreva le vie della Città Papale mostrando il suo lutto per la perdita del proprio capo e fondatore Mazzini; il Papa circondato dal suo popolo, montato il trono pontificale, faceva udir la Sua voce, giudicando e condannando un’altra volta e i congiuratori contro la pace e il benessere dei popoli, e gli usurpatoli sacrileghi dei suoi poteri e del suo Stato.

Meravigliose contingenze davvero! Mazzini muore, dopo avere spesa la vita, dai suoi più giovani anni, a congiurare contro il Papa: e il Papa, benché carico di anni, sopravvive in quella stessa Città, ov’egli più non comanda, ov’egli è prigioniero sì; ma pure parla, e non teme; in quella Città, ove il crudele congiuratore, respinto da altri settarii suoi figli, non ha potuto metter piede in vita, e non vi è pubblicamente applaudito che dopo morte, cioè quando più non si ha a temere di lui,

II Gran Maestro Giuseppe Mazzoni, che reggeva allora il maglietto dell’Ordine, approvò la deliberazione della Loggia, genovese e la rese immediatamente esecutiva in attesa che un’Assemblea Generale la codificasse nella Costituzione.

Da allora le Logge italiane hanno sempre compiuto la commemorazione dei propri defunti – grandi ed oscuri – associando il loro ricordo a quello imperituro di Giuseppe Mazzini, in una inalterata fedeltà alla vivificante tradizione.

1)Relazione della Festa per il X Anniversario della fondazione della Loggia < Caffaro > in Genova.

Genova, Tip. di G. Schenone, 1875, pag. 65.

 2)Cfr. Discorsi del Sommo pontefice Pio IX pronunziati in Vaticano ai fedeli di Roma dell’Orbe dal principio della sua prigionia fino al presente. Roma Tip Aureli 1872 vol.Ià pagg. 376-377

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