IL LINGUAGGIO MASSONICO
A.·. U.·. T.·. O.·. S.·. A.·.G.·.
T.·. U.·. P.·.
Certamente la Massoneria si esprime
attraverso un particolare e vasto Linguaggio Massonico, il quadro che possiamo
delineare comunque, non sarebbe completo se non facessimo abbondantemente
menzione del momento centrale del naturalismo massonico, che sono il simbolismo
e i rituali che via via, poi, ci conducono all’essenzialità dell’Uomo Massone.
Il “Libero Muratore”, dal momento del suo ingresso in Loggia, si
trova dinanzi ad una quantità incredibile di simboli, più o meno accessibili;
deve vedersela con le molteplici “parole sacre e di passo” di cui,
secondo i più illuminati dei Massoni, dovrebbe conoscere il significato
letterale e simbolico.
I riti massonici, pieni di detti simboli, non sono il retaggio inutile di una
tradizione tenuta in piedi dalla forza d’inerzia e dalla staticità massonica;
sono invece, gli strumenti più efficaci per ottenere dagli iscritti piena e
totale ubbidienza e per conseguire quel “lavaggio del cervello”
indispensabile per formare un Massone. “Dobbiamo o vogliamo ricordare …
che nulla in Massoneria è ritualmente superfluo o meramente coreografico, ma
tutto necessario e tassativo, perché fondamentalmente essenziale”.
In Massoneria: “Nessun rito è senza valore. Anche se compiuto
macchinalmente, l’atto ritualistico ha la sua efficacia”. Ad esempio:
“Consideriamo un Massone che si prepara ad entrare in Loggia; con mille
preoccupazioni in capo cinge il suo grembiale pensando magari ad altro; poi
prende macchinalmente la posizione prescritta, esegue il segno e la marcia del
grado per giungere finalmente fra le colonne.
Anche se eventualmente tutto è stato fatto distrattamente, per abitudine, il
Massone, senza che se ne renda conto, è occultamente influenzato, cosicché egli
non si comporterà mai in Loggia come ad una pubblica riunione. Tutto procede
come se ognuno degli atti successivi avesse avuto la sua ripercussione nel
dominio misterioso del sentimento. Mancando il cosciente il grembiale avverte
il subcosciente che occorre non essere più lo stesso uomo. La mano posta sotto
la gola ha avuto realmente la virtù di contenere le passioni nel petto,
affinché il segno della squadra possa affermare senza mentire: “Il mio
cervello è calmo ed io giudicherò qui con imparzialità, con la rigida equità
che mi impone il mio carattere di Massone”. Bisogna essere ben mediocri
psicologi per guardare con scherno delle pratiche aventi di puerile solo delle
apparenze ingannevoli”.
È purtroppo vero: nella simbologia massonica non c’è nulla di puerile e si
commetterebbe un grosso errore a non considerarla in tutti i suoi molteplici
effetti.
Invero i simboli massonici, e più ancora i Rituali, sono un forte strumento di
suggestione e, diciamo anche, di confusione della coscienza di chi vi
partecipa. Questo effetto non è ignoto ai vecchi Massoni, tanto che gli autori
più avveduti insistono molto sulla necessità di mantenere intatte “pur
modernizzandosi” le essenziali caratteristiche tradizionali del rituale
massonico.: “Chi vuol modificare le forme Massoniche non è un Iniziato,
non è un vero Massone.
Tutti quindi concordano nella necessità inderogabile del tradizionale
insegnamento simbolico a mezzo dei Rituali: “È nostro dovere alimentare la
fiaccola dell’insegnamento esoterico, proseguire la tradizione iniziatica;
compenetrarsi della profonda necessità rappresentata dalla iniziazione al terzo
grado che è la chiave dei Misteri Massonici, la base per lo studio, per la
meditazione, per lo sforzo intuitivo, per tutto quel segreto e tenace lavoro di
mente e di cuore che deve dar ad ogni Massone la rivelazione dei Misteri
dell’Ordine”.
L’iniziazione dunque assolve nella Massoneria ad una funzione fondamentale, non
solo speculativa ma anche pratica; e di fatto lascia tali tracce da indurre a
pensare che avere avuta una seria iniziazione equivalga ad essere Massone per
tutta la vita.
E non c’è dubbio che, per un Massone, l’unica iniziazione possibile sia quella
operata con il simbolo e con il Rituale: “La Vera Iniziazione
… è tutta, dico TUTTA, contenuta nel simbolismo e nella Ritualità
Massonica”, questo è il linguaggio massonico.
Si insiste sull’iniziazione massonica, per far intendere quale funzione
capitale essa svolga relativamente alla formazione di ogni aderente; qui,
veramente, il simbolo da forma si fa sostanza, tanto da potersi dire che l’uomo
nuovo che vien fuori dall’iniziazione è quale i simboli ed il Rituale lo hanno
formato; allora s’intende che “il simbolo risponde al bisogno di dare
forma reale ed oggettiva alle concezioni del nostro spirito, e se è alla radice
di ogni civiltà passata, con l’evolversi della vita esso rifiorisce; infatti è
di oggi la toga del magistrato, la sciarpa del sindaco, la corona d’arancio,
l’anello matrimoniale, il battesimo del neonato, ed infine la bandiera, simbolo
palpitante della Patria per cui si vive si combatte e si muore”.
Dunque “L’iniziazione è l’ammettere a partecipazione o conoscenza dei
segreti sacri, affidare così il tesoro già accumulato, indicare la via da
seguirsi per accrescerlo, ed indicare quali siano i mezzi migliori per
procedere per essa; con l’Iniziazione, quando essa è completa, sono compresi
due concetti: affidare la fiaccola e confidare che essa venga alimentata”.
Da quanto detto s’intende agevolmente che il simbolismo massonico, da un lato,
e l’organizzazione ferrea, dall’altro, siano i due pilastri sui quali poggia
l’edificio massonico, assai più che sui vaneggiamenti pseudo-filosofici che
nessuno intende e nessuno convincono. Ma la forza di convinzione di certi
strani riti, zeppi di elementi simbolici dalle più strane provenienze, deve
essere enorme soprattutto su coscienze deboli o poco formate. “Le
iniziazioni massoniche sono, per i primi tre gradi, e sempre che sieno condotte
ritualmente, quanto di più bello, di più completo e di più perfetto si possa
realizzare nei tempi attuali, poiché toccano profondamente e risvegliano la sensibilità,
colpiscono l’immaginazione e inducono alla riflessione, raggiungendo così lo
scopo fondamentale di qualsiasi iniziazione”. Lasciamo da parte la
“bellezza” e la “perfezione” dei riti; ma il resto,
purtroppo, è tutto vero.
Certamente nel vasto linguaggio massonico, il tema centrale e il segno
dominante del simbolismo massonico è l’UOMO.
E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che anche il simbolo, anzi
soprattutto il simbolo serve a “trasformare” l’uomo in senso
massonico; infatti: “Quando si deve realizzare un programma di ordine
prevalentemente pratico – quale è quello che si propone una Rispettabile Loggia
– e cioè la
CREAZIONE DELL’UOMO, di quell’UOMO che Diogene cercava al
lume della sua lanterna,che ne decide poi il successo e non già la
parola, la quale, una volta dato l’orientamento, diventa a ciascuno interiore
e, pertanto, inespressa e valida in se stessa a nutrirsi della propria essenza
ed a crescere in ricchezza di significati intraducibili.
Per non fermarsi, dunque, ma anzi progredire, l’uomo ispira tutta la simbologia
massonica:”Il simbolismo massonico nella sua applicazione all’uomo”.
“Tutti i riti, le favole, le leggende, i miti si riferiscono ad un solo
argomento: l’UOMO. Così nel Linguaggio Massonico anche il suo simbolismo.
Osserviamo il Tempio. Esso pure non può non rappresentare l’uomo, il grande
Uomo, l’Adamo che racchiude in sé tutta l’umanità quale prototipo di essa.
Le due gambe sono rappresentate dalle due colonne che si trovano ai lati della
porta d’ingresso. E come la loggia posa sul 1° e 2° Sorvegliante, così il corpo
umano posa sui piedi. Dalla parte opposta troveremo la testa dell’uomo, il cui
triangolo, tracciato sulla fronte, equilibra la luna ed il sole,
rispettivamente inclusi nell’occhio sinistro e destro di esso, allo stesso modo
che la ragione in una superiore visione risolve i dubbi sorti dalla diversità
delle opposte opinioni. Lì presso è Minerva, che sorse un giorno dal cervello
di Giove, quale intelligenza illuminante l’uomo; più sotto vi è la bocca, rappresentata
dalla parola saggia (verbo) del venerabile, che il 1° diacono, quale orecchio
destro, raccoglie per trasmetterne l’eco a tutti i fratelli.
Giù per il collo, le spalle, le scapole, quali scalini di carne e d’ossa, si
scende alla cavità toracica, che si presenta come una caverna, dove si svolge
la lotta fra gli istinti e la volontà.
Le passioni scatenate, che la volontà deve vincere, vengono su dal ventre, dove
covano le cupidigie, le voracità, le voglie, le avidità e queste cercano di
impedire il progresso dell’uomo, ed è là che v’è la tomba d’Hiram, con l’acacia
che rappresenta l’anelito dello spirito, mai completamente estinto.
Per completare il quadro, diremo che il braccio destro ben s’adatta a
raffigurare l’energia dell’Esperto che guida, mentre il braccio sinistro è il
Maestro delle cerimonie che adorna i riti di quella bellezza che Venere lì
presso gli ispira.
Come la via della perfezione è quella che conduce il Massone dalle soglie del
Tempio al luminoso Oriente, così la tappa successiva è rappresentata dalla via
della realizzazione, che consiste nella diffusione di tale stato
perfetto nel mondo esteriore, cos’é? In conclusione secondo me, secondo un
massone è la Massoneria
che irradia di luce il mondo
profano.
Ho detto
Fr.·. F.L.