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L’attraversare le colonne del Santo dei Santi ci pone di fronte ad un mistero pari a quello del Roseto dei Filosofi:
“Colui il quale tenta di entrare nel Roseto dei filosofi senza la chiave è come l’uomo che vuole camminare senza i piedi”.
Il Roseto è accessibile solo a coloro che sono legittimati dalla conoscenza acquisita in loro possesso: colui che entra senza essere legittimato è come il ladro che s’introduce con il sotterfugio, ma che poi si trova nell’impossibilità di distinguere le sue prede, quindi nell’impossibilità di gioire di ciò che vorrebbe rubare.
Questa parabola alchemica ci offre una chiave di lettura interessante: possiamo introdurci nel Santo dei Santi, ma altra cosa è comprendere il significato dell’Urna che vi si conserva.
Proviamo quindi a rivolgere i nostri sensi verso questo simbolo.
L’Urna come elemento che conserva le ceneri del defunto assume, spesso, forme che ricordano un’abitazione; è evidente quindi che quest’oggetto serve a garantire una dimora all’anima del defunto.
Noi sappiamo bene che le ceneri che vi si contengono sono quelle del Maestro, ma altrettanto bene sappiamo che il delitto che si compie è contro l’intelligenza di esso; si procede quindi a celare la conoscenza perché questa non cada nelle mani sbagliate.
Possiamo senz’altro affermare che, in questo contesto, esiste una coincidenza tra il contenuto simbolico dell’Urna e quello dell’Arca: entrambi questi elementi ci indicano, infatti, il doversi rapportare “alla disciplina arcana cioè alla scienza segreta, chiusa in uno scrigno; la tradizione nascosta a chi le è estraneo.”
L’Urna non contiene le ceneri del Maestro ma la sua intelligenza; essa contiene e, come l’Arca, protegge la vera fonte della conoscenza; se la sì tocca senza essere in grado di sopportarne il peso del sapere che da essa si proietta, se ne resta uccisi: la Chiave che dovrebbe aprire l’Urna è quindi spezzata, perché senza l’adeguata preparazione non si deve accedere al Sacro, al Divino, alla Tradizione.
Ecco quindi il monito che ci deriva da questo elemento:
“la conoscenza sacra chiusa nel Tempio non deve varcarne la soglia. Essa è contenuta nell’Arca perché conservi un senso Esoterico e non deve essere comunicata a tutti indistintamente.”
L’Arca è sospinta in tutte le direzioni, Lei ed il suo contenuto vagano nella attesa di un approdo che non può essere altro che l’Uomo, a sua volta sospinto dalle passioni, che troveranno compimento nella rivelazione di quella parte divina che lo compone e che si manifesterà dall’incontro con la vera conoscenza.
Riccardo Conticelli XVIII