L’ABITO FA IL MASSONE ?
L’abito fa il Massone?
Il noto proverbio ‘L’abito non fa il monaco’ mette
giustamente in guardia dallo stabilire una corrispondenza scontata tra
l’esteriorità e e le vere intenzioni della mente e del cuore, anche se una
veste che indichi una scelta di vita più impegnativa dell’ordinario nei
confronti di Dio o dell’umanità raccoglie generalmente rispetto. La ‘veste’
massonica, costituita da alcuni capi simbolici come il grembiule, i guanti o
il collare, si distingue invece sia dall’abito religioso sia dalla ‘divisa’
per il suo uso rituale interno, richiamandosi a un codice che si
attiva nella comunicazione tra ‘fratelli’ e che invita il singolo a
confrontarsi con la coerenza del proprio percorso muratorio.
Il grembiule è un simbolo che trae origine
dalla Massoneria operativa, facendo esplicito riferimento al lavoro,
ma nella Massoneria speculativa ha acquisito più ampie valenze. Per esempio
la cesura che determina tra la parte superiore e quella inferiore del corpo,
allacciandosi alla vita, indica la necessità di privilegiare la prima (cuore
e mente), tenendo sotto controllo la seconda (istinti). Deve poi essere
ricordato che, modificandosi la sua simbologia per i vari gradi, acquista di
volta in volta significati particolari.
Altro capo di abbigliamento classico sono i guanti
bianchi, che il candidato riceve nella cerimonia di iniziazione, benché
non si tratti di una pratica universale e vi siano in proposito significative
varianti. Nel caso di questo simbolo si può pensare a reminescenze
cavalleresche (i cavalieri medioevali abbinavano all’elmo i guanti della
dama). In effetti, ancora nel rituale italiano delle due paia di guanti
bianchi che vengono consegnati al neoiniziato una è per lui, l’altra per la
donna che ama o stima di più. In generale questo capo di abbigliamento allude
alla necessità di conservare le mani pure, ma anche a quella di preservare da
qualsiasi contaminazione o profanazione la sfera del sacro (gli arredi e i
simboli del Tempio).
Il collare è simbolo distintivo di un’alta
funzione nella gerarchia della Loggia. Ciò comporta non solo autorità e
onore (il triangolo con il vertice in basso che vi è raffigurato è un segno
di comando), ma anche, come peso portato al collo, consapevolezza delle
responsabilità connesse all’esercizio del potere.
Lintervento sull’abbigliamento in chiave simbolica è
particolarmente significativo nella cerimonia di iniziazione al grado di
Apprendista (vedi il riquadro del capitolo I gradi di iniziazione).
Gli abiti scomposti e l’assenza di una scarpa rappresentano sia lo stato
confusionale del profano prima di accedere al Tempio dove intraprenderà il
cammino verso l’Ordine, sia la necessaria umiltà che deve caratterizzare
l’atteggiamento di chi si vuole sottoporre a un’iniziazione. In questo
secondo caso la valenza simbolica rinforza quella della deprivazione dei
metalli (vedi il capitolo Il patrimonio simbolico).
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