AGOSTINO BERTANI (Milano 1812 – Roma 1886)
Medico chirurgo, patriota ed uomo politico, fu amico del Mazzini, del Cattaneo, ed organizzatore delle cinque giornate di Milano del 1848. Da allora organizzò l‟assistenza ai feriti in quasi tutte le spedizioni militari delle guerre d‟indipendenza. Partecipò alla difesa della costituita Repubblica Romana del ‟49; fu con Garibaldi nel 1860 ad organizzare la Spedizione dei Mille, ed ancora nel 1866 nella campagna del Trentino, dove tentò invano di salvare l‟amico Mameli ferito mortalmente. Nel 1877 fondò un vero e proprio partito, quello dei radicali, gruppo che, insieme a quello dei repubblicani, esercitò un ruolo di primo piano nell‟estrema sinistra. Di ascendenza mazziniana, il gruppo radicale del Bertani si spostò su una posizione più partecipativa alla vita politica, e s‟impegnò nella soluzione di problemi riguardanti l‟uguaglianza politica, civile, economica e sociale, venendo ad inserirsi in una posizione intermedia nella lotta che vedeva contrapposti da una parte la grande borghesia e dall‟altra i socialisti, rivolgendosi ad un ceto medio al quale riconosceva il diritto alla proprietà individuale. Eletto deputato alla VII legislatura, fu promotore dell’inchiesta parlamentare sulle condizioni dei lavoratori della terra, sostenne l’abolizione della tassa sul macinato, fu fautore del suffragio universale e si occupò di questioni di istruzione e di igiene pubblica. Fu anche scrittore efficace, come si vede dai suoi numerosi opuscoli, dai discorsi politici, dai lavori professionali e tecnici. I suoi scritti di argomento politico vennero raccolti e pubblicati in “Scritti e discorsi” nel 1890. La sua posizione politica, che lo collocava nel governo di sinistra, non gli consentì di accettare il metodo “trasformista” del Depretis, del quale fu strenuo oppositore. Per meglio comprendere lo spirito libertario di Bertani, si riporta di seguito il testo integrale di un suo manifesto affisso in Benevento per preannunciare l‟arrivo di Fra Pantaleo: Beneventani,
Solenni momenti corrono per la Patria e per la religione! L’Italia è degli italiani, disse il Re d’Italia: l’Italia a Roma, dice il Primo Italiano d’Italia. L’Italia, per sacro diritto nazionale degli italiani, sarà degli italiani di fatto, quando sarà unita tutta quanta – e sarà unita tutta quanta, quando avrà Roma, e avrà Roma, quando sarà unita, quando cioè sarà concorde. E’ necessario, miei cari Beneventani, soprattutto la concordia per andare a Roma; ma la concordia dei fatti, non delle parole. La concordia alla Garibaldi; la concordia del Vangelo, la fratellanza! E Roma risalirà allora al suo pristino rango di metropoli. Allora – invece di Pio IX, che per sostenere ciecamente un trono che già va in frantumi; invece di Pio IX, che per aggrapparsi alle cose di questa terra, ricalcitra ai voleri di un popolo di 24 milioni, che, immerso nella desolazione e nel sangue, vuole la sua capitale; invece di Pio IX, reso schiavo dei suggerimenti dell’Antonelli, dei Gesuiti, del Re de’ briganti e dell’Austria; invece di Pio IX – Re impopolare -, allora ripeto, avremo il primo soldato della Indipendenza Italiana; quel Re che per fare l’Italia si é battuto a Palermo e a S. Martino; avremo allora Vittorio Emanuele, il sovrano popolare, reso più popolare, e quindi più grande, da chi per Il
Padre Giovanni Pantaleo viene a recarvi la parola del Dittatore. Egli viene a dirvi d’impiegare il vostro ardore a fare corpi di volontari, ad aiutare la battaglia della Patria Comune. A momenti vi arriveranno de’ fratelli che Garibaldi v’invia per soccorrervi nello stabilire l’ordine e la disciplina. Abbiatevi intanto il suo saluto e la sua raccomandazione di mostrarvi degni delle migliori sorti che vi attendono. Napoli 25 settembre 1860 Agostino Bertani era stato iniziato nel 1866 alla Loggia “Progresso Sociale” all’Oriente di Firenze; nel 1883 fu affiliato alla Loggia “Propaganda Massonica”, e nel 1885 fu Consigliere dell’Ordine. Partecipò, alla destra del Gran Maestro, con i fratelli Adriano Lemmi e Francesco Crispi, alla manifestazione del 28 gennaio 1883 e fu nel comitato d’onore per il monumento a Giordano Bruno.
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