LA NASCITA
Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,
Che cosa è la nascita?
Innanzi tutto la nascita implica una morte precedente.
Non vi è nascita senza morte.
Quindi ogniqualvolta mi accorgo di aver acquisito nuovi impulsi per procedere nella via che – mi conduce verso la mia origine, dalla quale mi sento attratto continuamente, dalla quale mi allontano quando vengo distolto da interessi che mi distraggono dalla mia vera natura, sento di aver partecipato ad una nuova nascita.
Quando la nascita comporta una inversione delle primitive tendenze, significa che il cammino prima della nascita si dirigeva verso l’oscurità, nel verso del comodo, nel verso sulla cui strada non vi sono grandi contrasti o opposizione alcuna da parte dell’ambiente circostante.
È per questo motivo che la nascita implica l’inizio delle difficoltà nella propria vita, perché penso che la vita sia una battaglia interiore contro quei nemici che esistono dentro di noi, ma che tendenzialmente noi vediamo proiettati fuori e distanti da noi per identificarli meglio e perché è più comodo pensare che è colpa degli altri se non si riesce a percorrere il cammino iniziato con la nascita, ma con il tempo, con le riflessioni, con l’aiuto dei Fratelli, sempre solleciti a pungolare chi rallenta il cammino o addirittura si ferma, ma pronti ad incoraggiare chi da prova di buona volontà di proseguire sulla strada iniziata, difficile ma gratificante, si riesce a fare qualche passo in più.
Queste poche scarne frasi che per me rappresentano una buona parte di ciò che ho recepito in circa tre anni di Massoneria, rappresentano la raccolta incompleta e aperta ad essere arricchita con i valori che sto incamerando lentamente con l’aiuto dei miei poveri talenti, ma che sono un concentrato di ciò che sono riuscito a recepire attingendo al Vero grande TESORO DI LOGGIA.
Poco tempo fa sono stato chiamato ad avvicinarmi di più al Cuore della Loggia, mi
sono stati aumentati salario e doveri, questa è una prova che le poche cose che sono riuscito a raccogliere sono servite a levigare oppure a migliorare la mia pietra per la costruzione del Tempio; questo mi sprona a lavorare e mi dimostra che non sono stato dimenticato.
Allora la risposta alla mia domanda principale e ad alcune domande che mi ero
posto comincia a delinearsi e a prendere forma.
Comincio a capire a chi erano rivolte le mie domande.
Le mie domande erano sempre rivolte a me stesso; perché? Che cosa c’è dentro di
me che mi può rispondere? Dentro di me, nel mio Cuore c’è il Principio Divino, il Sé; è a Lui che sono rivolte le mie domande, all’Unico, al Grande Architetto che alberga dentro di me.
Quindi se voglio viaggiare verso la mia origine devo sprofondarmi in me stesso fino ad arrivare al punto che ci accomuna o che toglie il senso alla parola io per darlo alla parola. Sè. La Personalità Divina.
É questa la rinascita.
È una rinascita continua e ripetitiva che può avvenire tutte le volte che ci riuniamo in Tempio, fino a quando si manterrà il livello raggiunto per sempre.
È un salto difficile da spiccare, ma è ancora più difficile mantenere la quota raggiunta.
Solo dopo averla raggiunta più volte con costanza, avverrà la effettività del mantenimento.
Ecco perché è essenziale essere presenti il più possibile in Tempio, al rito che si celebra per tre volte ogni mese nella nostra Loggia.
Ritornando. all’argomento, la nascita è, in ultima analisi, la morte del mio io per scoprire il Sé che è comune a tutti i Fratelli che, per raggiungere lo stesso scopo dell’iniziazione, continuano a lavorare al bene dell’umanità.
Il Massone deve fare perciò riferimento alla Loggia che è la manifestazione simbolica dell’ordine che dobbiamo costruire in noi stessi secondo il piano architettonico voluto dal Grande Architetto dell’Universo.
Ecco perché noi siamo qui riuniti, tutti i giovedì allo scopo di scavare oscure e
profonde prigioni al vizio e costruire templi alla virtù.
Ma noi siamo presenti il Tempio solamente nei giorni prescritti?
Durante la preparazione di questa scultura mi sentivo in Tempio.
Noi possiamo essere sempre in Tempio, poiché quando siamo altrove e ci dedichiamo alla cose profane, non siamo Noi.
Il tempo è una delle nostre illusioni.
Le serate mensili passate in Tempio possono estendersi a tutta la nostra vita annichilando i tempi che noi dedichiamo alla vita profana.
Prima di iniziare questa tavola mi preoccupavo di quanto sarei riuscito a scolpirla
come estensione.
Ora capisco quanta poca importanza può avere l’estensione fisica di una tavola al confronto della ricchezza del contenuto senza con questo presumere che questa ne abbia.
L’ho tracciata io questa tavola?
No! Io ho solamente curato la stesura, mentre al contenuto abbiamo contribuito noi, cioè tutti i Fratelli, chi più chi meno, col nostro lavoro in Loggia.
DANTE OBERTO
22 febbraio I990 dell’E.’. V .’. ( I° Grado)