La verticale esprime l’anelito umano …
Il saggio sa che per contemplare il cielo deve porsi supino.
Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,
eccomi ancora una volta a voi, dopo un lungo periodo di silenzio.
Il mio pensiero è stato sempre rivolto verso i doveri che dobbiamo a questa istituzione che spesso bistrattiamo nel tentativo di amare e di servire. Il mio pensiero è stato sempre costante, tanto da farmi percepire con particolare angolazione ogni notizia che raggiunge le mie facoltà sensitivo intellettive.
Lessi un giorno: “… la verticale esprime l’anelito umano, ma il saggio sa che per contemplare il Cielo deve porsi supino …”.
Questo assioma mi ha rivelato un’immagine spaziale che ho tentato di illustrare e che tento di spiegare, in maniera visiva, quali sollecitazioni abbiano colpito la mia persona.
LA VERTICALE ESPRIME L’ANELITO UMANO …
Essa scaturisce dal più profondo dell’animo e tende a raggiungere quel quantum di luce che è consentito realizzare, ma, nel contesto ineluttabile della dualità, essa sprofonda negli abissi della non luce, ed è pur sempre verticale.
Rappresenta quella particolare figura geometrica, definita tecnicamente semiretta, avente come origine I’uomo carico delle sue aspirazioni e passioni.
L’uomo è capace di esprimere i propri aneliti, sia con vettori positivi, che negativi, ed in funzione di essi le caratteristiche dell’umanità rispecchiano gli indirizzi assimilabili, per cui si sviluppano posizioni paritetiche alle convinzioni che le varie culture, spirituali, esoteriche, politiche, sociali, hanno determinato.
La storia dei popoli è costellata di esempi con tali caratteristiche.
Ogni qual volta in me sorge impellente il desiderio di conoscenza e la vita di tutti i giorni mi consente di realizzare momenti di solitudine costruttiva, concepisco I’immagine di questo anelito che si diparte dall’animo mio e spazia nell’infinito incommensurabile dove, nel silenzioso susseguirsi di percezioni, lampi di vera luce si svelano e si nascondono in un continuo carosello di comprensioni, di interrogativi, di nuove conoscenze che aprono la mente e sollecitano a continua ricerca.
Spazia I’anelito nell’infinito caos delle percezioni, ma non raggiunge I’essenza poiché la verticale è solamente pura energia che fruga, cerca, scruta. L’aspirazione non raggiunge la conoscenza poiché è dinamica e manca di ponderazione.
IL SAGGIO SA CHE PER CONTEMPLARE IL CIELO DEVE PORSI SUPINO
La corretta conoscenza dello spazio appare quando I’osservatore gli si pone innanzi nelle condizioni più idonee alla ricezione dei messaggi.
Supino, con le membra distese in apparente abbandono, I’animo scevro da ogni passione, la mente pronta alla ricezione, I’essere si confonde con la propria aspirazione e la segue nella sua peregrinazione.
La ricerca è positiva e fattiva perché la verticale incide l’orizzontale e determina la squadra.
L’angolo retto si è formato; la base sussiste; le colonne hanno realizzato le loro fondazioni; la staticità è il giusto completamento della dinamica.
Tale è la posizione in cui si pone il Massone quando, nei tre gradi dell’Ordine, attende alla realizzazione della squadra, elemento principe per I’erezione del Tempio.
Essa misura e verifica la cubicità della pietra levigata e la pone nelle condizioni perfette perché possa inserirsi al giusto posto della costruzione.
Il saggio osserva tacendo, agisce imparando, realizza operando.
TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. AUGUSTO CAMOSSO
17 / 61 1988 dell’era volgare.