EPIDEMIA, PANDEMIA E DEMOCRAZIA

EPIDEMIA, PANDEMIA E DEMOCRAZIA

I tre termini hanno la medesima radice. Resta da chiedersi se abbiamo irrimediabilmente contagiato la democrazia?

inserito il 10 04 2020, nella categoria Società, Tavole dei Fratelli

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Tavola del fr:. V:. C:.

L’inizio del 2020 ci ha purtroppo regalato un triste primato: è la prima volta che l’Italia, paese moderno, civile e democratico, si isola dal resto del mondo ed anche al suo interno per proteggersi dalle conseguenze di una pandemia.

Pandemia è una epidemia confinata in alcune zone ma diffusa in tutto il mondo. Si tratta di una crisi solo all’inizio sanitaria perchè poi tocca pesantemente ogni settore della nostra organizzazione sociale procurando ripercussioni gravissime e richiedendo che ogni individuo sia coinvolto nella lotta.

Ma è proprio nelle situazioni di crisi che emerge la vera natura delle nostre società e degli uomini, nel bene come nel male. Un fenomeno inedito di emergenza generale che porta a delle restrizioni che minano, momentaneamente e per un valido motivo, delle libertà che  ritenevamo definitivamente acquisite.

Ci si appella al senso civico ed all’interesse per la comunità per far fronte ad un nemico che, seppur invisibile, mostra i suoi effetti in modo terribilmente evidente. E’ poi normale che di fronte a minacce di questo tipo si provi ansia (che quando è motivata si chiama paura …).

Ma al di là della minaccia che deriva dalla diffusione di un virus, anche le ordinanze messe in atto dal nostro governo possono avere un impatto psicologico. Una delle cose più destrutturanti è la lontananza fisica: non ci si tocca, niente baci, niente abbracci e questa è cosa estremamente insolita per dei latini come noi. Isolamento e solitudine sono davvero temibili e controproducenti.

Ma abbandoniamo i risvolti prettamente psicologici accennati per porre la nostra attenzione sulle conseguenze delle scelte fatte dai nostri governanti in campo sociale. Emergono, infatti, delle decisioni non più individuali ma collettive: per la prima volta dopo diversi decenni la nostra libertà individuale, che tendiamo sempre e comunque a preservare, passa in secondo piano e viene vincolata. La percezione della minaccia diviene efficacissima per coordinare e facilita la messa in atto di comportamenti collettivi che agevolano il raggiungimento dell’obbiettivo e l’accettazione da parte di tutti.

Esistono due “stili strategici” per combattere una pandemia (la cui scelta è strettamente politica, per cui ne farò una breve descrizione senza entrare nel merito):

A) non si contrasta il contagio e si punta tutto sulla cura dei malati;

B) si contrasta il contagio con provvedimenti che prevedono l’isolamento (oltre alla cura dei malati).

Il primo comporta sacrificare consapevolmente una parte della popolazione (la più debole) cercando di arrivare ad un’immunità di gregge, la seconda ha costi notevolissimi. Ma la prima non richiede restrizioni della libertà individuale, mentre la seconda si, ed anche pesanti.

Il modello scelto dall’Italia è il secondo, mentre il primo è stato inizialmente adottato dai paesi anglosassoni che però, poco dopo, hanno cambiato idea e si sono abbastanza uniformati a noi.

Quello che si dice oggi è che quanto ci viene richiesto è ben poca cosa rispetto a ciò che hanno sopportato i nostri nonni. Ma essendo un mondo diverso diventa difficile paragonare le rinunce. E colpisce come stiano saltando gli strumenti giuridici. Si adottano svariati decreti, ma NON è il Parlamento a legiferare.

Insomma sembra che la politica abbia lasciato il posto alla scienza e che sia in corso una metamorfosi che trasforma la vita sociale con relazioni fisiche in vita poco sociale con relazioni digitali (ad esempio istruzione on-line, e-commerce, smart-working, ecc.).

Questo cambio di relazioni testimonia della vittoria del grande commercio digitale, che produce utili smisurati risvegliando per questo l’attenzione e la simpatia dei grandi gruppi finanziari che sostengono questa trasformazione tecnologica contemporanea. La pandemia da coronavirus procurerà una grandissima accelerazione di questi processi, procurando sempre più perplessità nei confronti del rispetto dei diritti civili e quindi della democrazia. Questo tipo di avvenimenti rende ognuno pericoloso per gli altri e quindi facilita il ricorso a controlli sociali sempre più pesanti e non necessariamente sostenuti da approvazione o consapevolezza da parte di chi governa.

Un esempio principe ci viene dalla Cina e dalla Corea del sud: sono stati monitorati gli spostamenti per decidere chi e dove deve stare in quarantena.

Non ci sarebbe da sorprendersi (e se ne è già accennato …) se comparisse un decreto che ci obbliga a tenere sempre acceso il GPS oppure anche il divieto di usare moneta contante in quanto veicolo di batteri o accettare di essere sorvegliati da qualche drone che ci svolazza intorno.

Ma il covid-19 è brutalmente ed estremamente democratico perchè tratta tutti i Paesi allo stesso modo. Sono i Paesi che trattano ognuno a suo modo il virus. Tanto che questa temibilissima democrazia pandemica potrà risultare un ottimo termometro per i sistemi politico-sanitari.

V:. C:.

9 Aprile 2020 e.v.

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