‘ IL PECCATO ORIGINALE
Mi sono riflesso in uno specchio inesistente al quale ho posto dei quesiti. L’energia, le forme-pensiero si sono trasformate in movimento, il movimento in lettere, le lettere in parole. Tento di capire se il cosiddetto peccato originale sia veramente un atto peccaminoso e quindi coinvolgente un problema morale o se sia frutto puramente di un rapporto causa-effetto. Si innesta un problema non solo escatologico ma anche di origine che può essere visto nell’ottica della nostra istituzione. Per una modalità iniziatica come la nostra è scontato accettare il principio della dualità. Al centro di ciò che vive in noi come vita biologica, organica, psichica, animica, c’è l’Io, l’essenza che in una ottica escatologica o si libera dal gioco della vita e della morte, o continua ad essere eterna nel tempo e nella manifestazione. Diverso è questo tipo di eterno, che è più un senza fine, dal vero eterno che è, nella semantica della parola, un sempre presente che è essenza, essere, potere. Il altre parole, essere senza necessita di vivere.
Nella materia è il tempo che sanziona la vita, mentre il vero eterno è essere al di 1à della vita.
Per ritornare a noi stessi, così come non siamo il nostro corpo, non siamo neanche i nostri pensieri. Questi quando non sono strumenti dello scopo per cui siamo nati, sono legami, sono ostacoli, sono illusioni che tramandano di vita in vita le interpretazioni e le prove che il nostro spirito ha sottoposto a se stesso. La nostra personalità, identità, nella dualità si può considerare estesa a tre stati. La nostra consapevolezza umana è limitata allo stato fisico del sentire, allo stato emotivo del percepire ed allo stato cerebrale del ragionamento. Questi tre stati sono in relazione con la materia (ossia il manifestato), con l’anima (ossia il corpo astrale, il doppio, il KA) dalla quale probabilmente nascono tutti i movimenti di quello che chiamiamo destino, e con lo spirito (che è l’essenza, ossia il fuoco) cioè il mondo dal quale tutte le cose sono tenute assieme e dal quale tutto nasce. Vi sono nell’aria, nell’acqua, nel fuoco, delle forze che sanno di essere provvidenzialmente occulte, che sono cioè velate alla consapevolezza umana. Sono tipi di gerarchie che reggono le leggi naturali (sperimentate attraverso la scienza ufficiale) delle quali sfugge la dualità, ossia il campo di azione non materiale. Vi sono probabilmente altre gerarchie, trascendenti il senso materiale (intelligenze cosmiche, angeli, demoni), che palesano delle energie che si scaricano a nostro vantaggio o a nostro discapito, non per una pseudo morale volontà di bene o di male, ma in relazione al nostro intelligere ed alle tendenze naturali del nostro doppio. Si potrebbe vedere in questa modalità di visione sia l’angelo custode che il demone, che potrebbero essere manifestazioni una stessa materia, forza, la cui identificazione, proprietà e carattere è data da noi stessi attraverso la nostra indole, la nostra essenza. Oltre questo stato preciso, sta forse il mondo delle Divinità, dell’immanifestato, dove c’è il principio reale del nostro stato, ossia vita, che conserva lo scopo di ciò che veramente fummo. La Divinità vive in noi, di noi e per essere eterna deva prima passare nella condizione umana (incarnazione degli Avatar) e superare le leggi della natura, che, chiusa nella chiave del tempo, attiva un principio ed una fine, la relatività e l’illusione. La Divinità è il trascendente dell’uomo, l’uomo è l’immaginazione della Divinità. La Divinità è una condizione della coscienza. Dietro ad ogni nostro pensiero sta l’immagine di una Divinità. Questi, probabilmente, i tre stati, la tre gerarchie. Ipotizziamo ora la nostra genesi. Il Dio pensa quindi crea, immagina, e noi siamo. La materia è condensazione, modalità dello spirito, quindi leggi precise creano in noi l’ombra di quello che siamo stati prima di uscire dall’immanifestato. La forma umana è quella che contiene in se tutto quello che. esiste sia in alto che in basso. Tutto quello che noi vediamo non è forse altro che la nostra energia manifestata al di fuori. L’Adam nella fase primordiale è il pensiero reso atto dalla volontà, dall’immaginazione di Dio. La nascita, come il principio di tutte le cose, avviene tramite un suono (il Verbo). È il principio dello spirito in atto. 1l suono completo è la vita dell’uomo. L’essere manifestato entra nella vita con tutti i rami dell’albero come identificazione a se del Sé, della coscienza. Come coscienza siamo caduti da un modo che dapprima non fu, che era, metaforicamente parlando, l’ombra della luce primordiale. Adam nella fase primordiale è uno, quindi egli è perché il suo Sé divino ha fatto verbo in atto alla manifestazione. Il secondo movimento che fece la creatura del Creatore è lo stesso atto di immaginazione, e l’uno divento due, ossia uno e uno. Il pensiero divento sentimento e nacque Eva (he-vau): i due nati nell’amore. L’amore è l’energia cosmica che sta in tutte le cose, moltiplicandosi di vita in vita, mai sazia in manifestazioni in forma di forma, fra luce, ombra e penombra. Noi siamo nati dalla terza azione: uno + uno = tre. Uno unito all’altro Uno, che è il Due, generano il Tre. A questo punto si ferma la scala dell’immanifestato ed inizia il manifestato. Nella mente dell’uomo, Uno tace come Dio e diventa, attraverso i sensi della materia, movimento fra pensiero e sentimento. Due tace nel cuore come amore primordiale e diventa eros, attrazione, repulsione, amore odio, fame, sete. Il gesto della creazione, ossia il potere, il determinare lo stato e la gerarchia divina, tace negli arti e diventa volontà umana, il costruire con l’ombra la materia che consiste nel sentire di tatto e nel vedere di occhi. Noi siamo nati perché voluti, perché soltanto attraverso le nostre stesse azioni che ideiamo e compiamo, potremo ritornare da dove siamo venuti, nel principio senza fine, nell’Essere. Ritornare, di vita in vita, significa tramandare la dottrina perché il tempo, lo spazio, la materia parlano secondo le ere, i cicli, ora al pensiero, ora all’ignoranza, ora al sentimento, ma mai alla moralità che è il sofisma di una colpa mai stata. Il peccato originale è soltanto l’origine per cui noi siamo stati per essere.
A..G…D.’.G..A..D..U-.
5 dicembre 1985 dell’e..v.’.
TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. EMILIO SCIOLDL