RIFLESSIONI ALL’INGRESSO DEL TEMPIO

Riflessioni all’ingresso del Tempio – o meglio –

sull’ingresso nel Tempio

All’ingresso nel Tempio, cioè nell’area Sacra, il Fr:. Massone è colto da un anelito di trascendenza che si sustanzia in alcuni simboli presenti sulle pareti: la scritta A:.G:.D:.G:.A:.D:.U:., il Delta Sacro, l’Ara Sacra e il Libro Sacro collocati presso il Trono del Maestro Venerabile; questi citati sono solo esempi, ma che già esprimono l’atmosfera spirituale che avvolge i lavori massonici.

Altri simboli ed altre parole rappresentano i landmarks che segnano il cammino del Fr:. Massone verso la Luce, verso il Grande Architetto Dell’Universo.

Il Tempio è il luogo della ricerca della Verità, oltre che simbolo della tradizione in cui i Fratelli Massoni di oggi continuano il lavoro degli operai del Tempio di Salomone, o dei costruttori di chiese medioevali, è la riproduzione della terra di un modello trascendente.

Ma prima di iniziare i lavori, che si avviano con la apertura della Bibbia alla prima pagina del Vangelo di Giovanni, cioè sul Prologo, che è basato sui simboli della Parola e della Luce, si deve entrare nel Tempio, al cui ingresso si trovano le Colonne B e J di tradizione giudaica, infatti, nel Primo Libro dei Re è scritto: “… allora Salomone fece innalzare le colonne nel portico del Tempio, prima la colonna di destra che chiamò Jachin – che Dio ha stabilito – e poi quella di sinistra che chiamò Boaz – in forza”, che rappresentano un limite fisico e spirituale che introduce al cammino dell’Iniziato.

Cammino che procede tra Luce e Tenebre, come è ben rappresentato dal Bianco e dal Nero delle piastrelle intrecciate sul pavimento del Tempio, a mo’ di scacchiera, in cui le fughe tra una piastrella e l’altra formano un cammino rettilineo che ha, ora a destra, ora a sinistra, il Bianco ed il Nero.

Questo simbolicamente può rappresentare la via stretta del cammino iniziatico.

L’Iniziazione è esperienza esoterica ed intima, e forse è il migliore esempio di ingresso nel Tempio.

Il profano che chiede “la Luce Massonica” non arriva direttamente al Tempio, passa prima nella Camera di Riflessione, nella quale il colore predominante è il nero.

Essa è addobbata con simboli, alcuni di morte (ossa umane, una clessidra – il tempo scorre inesorabile), altri legati all’Antico Testamento come la lucerna e un pezzo di pane secco ed una brocca d’acqua – quest’ultimi mi piace pensare che siano il simbolico nutrimento del profano prima dei quattro “viaggi” dell’iniziazione, infatti Elia, prima di intraprendere il cammino verso il monte Horeb, il monte di Dio, fu nutrito dall’Angelo del Signore con pane ed acqua.

Nella Camera di Riflessione vi sono altresì iscrizioni che predispongono l’animo dell’iniziando ad una rigorosa riflessione sui lati in ombra del proprio Io, sulla propria posizione profana, misto di ottundimento e tribolazione.

V:.I:.T:.R:.I:.O:.L:. – visita le viscere della terra e correggendo il cammino troverai la pietra occulta.

Questo concetto è ulteriormente rafforzato dal “se persevererai sarai purificato, verrai fuori dall’abisso delle tenebre, vedrai la Luce”.

Nella Camera di Riflessione al profano viene chiesto un testamento dei doveri, verso se stessi e verso il mondo, l’ideale lasciapassare per l’ingresso nel Tempio.

Con il Silenzio chiamato dal Maestro delle Cerimonie si crea un’atmosfera di concentrazione e predisposizione interiore, condivisa da tutti, che non è altro che il preludio ad un lavoro per il bene dell’Umanità, il Silenzio viene interrotto dalla voce del Maestro delle Cerimonie che invita i Fratelli Apprendisti ad entrare nel Tempio.

Lontano dalle passioni ed in possesso dell’Arte lavoriamo in serenità

L’arte muratoria è il metodo che, “vissuto” nel Tempio e con i Fratelli più anziani, unitamente allo studio e all’esperienza, educa l’Iniziato alla Virtù e quindi lo libera dalle umane passioni.

L’Iniziazione consegna all’Apprendista gli strumenti dell’Arte, che in lui operano inconsapevolmente, compiendo una specie di “impregnazione del subcosciente”; l’Iniziato non “apprende” qualcosa, ma “avverte un sentimento”, la percezione è diretta, non passa da schemi intellettuali.

In questo senso il segreto è “indicibile”.

Controllare gli istinti e le passioni con la meditazione e l’ascolto di sé stessi permette di agire con Ragione, Giustizia, Prudenza e Temperanza (che sono appunto le quattro virtù cardinali del Quadro di Loggia).

Lo scopo della Massoneria è quello di unire gli uomini in una morale universale governata dalla Tolleranza e dalla Fratellanza senza più alcuna distinzione di razza, ceto o credenza religiosa.

L’amore che ci unisce durante i nostri lavori esalta lo spirito di fraternità che ci caratterizza e che ognuno di noi deve riversare nel mondo per renderlo migliore “chiudendo il cerchio”: far ritornare l’energia, che ha dato vita al mondo, al suo Creatore.

E’ovvio che abbracciando questo nuovo concetto definibile in un trinomio di “fratellanza – amore verso il prossimo – amicizia” vengono per forza escluse dal nostro mondo di massoni, ma anche di profani, gelosie, tavole di accusa per meschine questioni personali, disonestà, furbizie e pseudo-furbizie, arrivismo, avidità per il denaro, vendette, vanità per patacche e riconoscimenti, eccessi di superbia e di superiorità, intemperanze – intolleranze di qualsiasi tipo ed una infinità di altri atteggiamenti e comportamenti che sono tipici proprio del mondo profano, che ci siamo un tempo impegnati proprio a combattere, che dovrebbero fare la “differenza” fra Massone e uomo comune, ma che troppo spesso filtrano invece anche all’interno delle nostre Officine.

Nello stato virtuoso in cui si trova il Libero Muratore, che ha ben compreso l’Arte, risiede invece la ragione fondamentale della sua spontanea tendenza a vivere in armonia non solo con gli altri Fratelli e il mondo massonico, ma con l’Universo intero.

Nel lavoro per raggiungere il citato stato virtuoso, il Maglietto simboleggia la volontà manifestata, la forza della coscienza con cui il Libero Muratore riesce a rimuovere gli ostacoli rappresentati dalle discordie e dalle faziosità tra Fratelli, che spesso, purtroppo, generano malumori e malesseri tali da non poter essere abbandonati neppure all’ingresso del Tempio.

L’autore massonico Leadbeater ricorda che i metalli/passioni impediscono, con il loro essere impuri/e, all’interno del Tempio sacralizzato, la circolazione delle correnti sottili.

E si può tranquillamente aggiungere che essi/e impediscono, altresì, all’energia stessa, di fatto, di creare quella vivificazione del Tempio, che nel contempo ne è suggello appunto della sua sacralità.

Il Tempio vuoto e non sacralizzato è un inutile e spoglio simulacro.

Il Libero Muratore è uomo del dubbio e la sua elevazione morale, spirituale e intellettuale va di pari passo al controllo di tutto ciò che intralcia la sua ricerca della Verità.

L’ira non è in sintonia con il dubbio ed è quindi ostacolo al percorso iniziatico.

La filosofia sufica ricorda che durante il tempo della sua vita un uomo dovrebbe provare ira una sola volta e indignazione cinque.

L’ira, come pure l’indignazione, aggravano il conflitto e sono nemiche della tolleranza e della sempre possibile negoziazione armoniosa.

L’Arte Muratoria deve invece consentire agli uomini di vivere in armonia tra di loro e con la natura che li circonda nel disegno del G.A.D.U.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR,’, Gr.Ts.

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