Il Tempio
Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,
quando si deve affrontare un argomento troppo specifico sembra che vi siano poche cose da dire, viceversa se troppo generico ve ne sono troppe e difficilmente si riesce a centrare il problema, enucleandolo. Occorre trovare allora una via di mezzo. Accennerò vari punti, confidando e sollecitando domande di chiarimento al termine della mia tavola secondo il nostro normale metodo di lavoro che non consiste tanto nell’esposizione di un Fratello “dotto” ed atri Fratelli, bensì nel sereno e pacato confronto delle singole opinioni. Domande che sollecito anche perché se è vero che a far domande si rischia di apparire sciocchi, a non farle si resta sciocchi. E ora veniamo al tema.
1 – IL TEMPIO –
Raffronto tra tempio e Loggia Il termine tempio è, nel linguaggio muratorio, molto sovente erroneamente usato come sinonimo o sostituto di Loggia. Infatti con Loggia si intende, sia 1l gruppo di persone governate da un M.’.V.’. e regolarmente riconosciuto dal Grande Oriente d’Italia, che la costruzione che essi ospita per i normali suoi lavori. Il vocabolo Loggia probabilmente è in relazione coi sanscrito “LOKA”, che significa mondo, universo (e anche Stato). Esso ricorda il capanno posto a lato della costruzione vera (cattedrale o castello) e usato (mi riferisco al Medioevo) soprattutto per riunioni da muratori e scalpellini. Qui si svolgeva l’insegnamento tradizionale dell’arte. Il vocabolo ‘“templum” (latino) deriva da “TEMNO” (greco) significante taglio, delimito, indicante originaria mente la porzione di cielo entro la quale i sacerdoti a ciò designati (auspices) osservavano e interpretavano i voli degli uccelli (auspicia), le coincidenze astrali e altri segni della volontà celeste; poi, per successive estensioni, i confini del terreno a ciò designato, e infine, il recinto sacro, con i luoghi contigui (fino do ve giungeva l’ombra del Tempio). Quindi tempio indicava un luogo, più che una costruzione. Per l’uomo religioso, lo spazio non è omogeneo, ma presenta screpolature e scissioni. Vi sono (nel mondo) porzioni di spazio qualitativamente differenti dalle altre’. Effettivamente, in società di tipo tradizionale, sensibilità spiritualmente più esercitate delle nostre captavano distintamente speciali suscettibilità dei luoghi, onde la scelta per insediare città, e a maggior ragione quindi templi o cattedrali, era effettuata non in base a criteri economico strategici, come oggi ritengono molti storici, bensì a questo senso del sacro in quanto, scrive ancora M. Eliade; “per l’uomo religioso gli unici spazi veramente reali sono quelli sacri” e per questo li considererà come perno e ombelico del mondo (axis mundi). Nel tempio il divino, invisibilmente presente nell’universo, abita in modo diretto e personale; esso diviene il luogo sacro per eccellenza, ed è lì che avviene più facilmente il contatto tra l’uomo e Dio
-2- Tempio Interiore e Tempio esteriore
Il vocabolo “contemplare” significa sia guardare estasiati che entrare ed inoltrarsi nel tempio, cioè nella parte più sacra e segreta. Suggerisce anche uno stato dl elevazione dello spirito, di pace interiore. Nel senso specificatamente massonico, Tempio è quella costruzione, ideale e simbolica, che siamo chiamati e tenuti ad erigere, quindi lo scopo ultimo del nostro lavoro tra queste colonne e nel mondo profano. In questo senso allora si possono vedere due tipi di Tempio: l’uno interiore, cioè noi stessi; l’altro, esteriore, di un Tempio già cominciato e che. considerando la data simbolica dei nostri lavori, è la continuazione di quello di Re Salomone. Sia l’uno che l’altro, tuttavia, essendo rappresentazioni della perfezione che non è, per definizione, umana, non sono ultimati. È questo che rappresenta il cielo stellato sulla nostra volta; ed è ancora questo il significato che, nei nostri vecchi Templi, aveva l’angolo che appariva in fase di costruzione. Purtroppo, chissà perché, esso è generalmente scomparso dalle attuali nostre sedi. La costruzione dei due Templi, interiore ed esteriore, procede ovviamente di pari passo poiché, trattandosi di simboli, mano a mano che si completa l’uno anche l’altro parimenti si innalza. Infatti, com’è facilmente intuibile, il Tempio esteriore non è che la somma sinergica dei vari Templi interiori dei fratelli che lavorano, ognuno nel proprio ruolo, alla costruzione.
2A – Requisiti del Tempio interiore
Affinché il Tempio interiore sia edificabile deve trovare nell’individuo, prima ancora dell’iniziazione i requisiti di base necessari; ché viceversa l’opera sarebbe costruita sulla sabbia e certa ne sarebbe, prima o poi, la rovina. Per usare un paragone più ortodosso, diremo che la pietra dev’essere sì grezza, ma integra e non sbrecciata. Queste qualità devono, insomma, essere insite nell’individuo e di ciò egli deve esserne convinto. Tali attitudini base, cardine, sono simboleggiate nel Tempio dalle tre statue della Sapienza, posta sopra il seggio del M…V.., della Bellezza, posta sopra il seggio del 1° Sorvegliante e della Forza, posta sopra il seggio del 2° Sorvegliante. È sufficiente che tali virtù siano presenti almeno in “nuce” e nelle sue più ampie accezioni.
Per Sapienza si intenda anche solo la disponibilità ad imparare. cioè una certa apertura mentale, la disponibilità al confronto delle idee, la capacità ad ascoltare, a macerarsi interiormente, nell’accettare idee da chiunque vengano, senza preconcetti (quando, beninteso. dopo attenta valutazione siano constatate quantomeno non errate).
Per Bellezza si intenda l’ideale di perfezione in qualsiasi atto o pensiero; armonia è il suo più vicino sinonimo. Siamo tra queste colonne per imparare e per perfezionarci. Sintomatico è l’equilibrio che il Massone deve porre nelle proprie scelte e nei propri atti, nella distribuzione dei suoi impegni nell’arco delle 24 ore della giornata.
Per Forza, infine, si intenda la costanza nel non arrendersi dinanzi alle difficoltà di cui è costellata la nostra strada sia profana che, e soprattutto, quella iniziatica. ’ I difetti corrispondenti alle succitate virtù sono: la Presunzione che corrisponde alla Sapienza; alla Bellezza si contrappone la Superbia ed alla Forza la Prepotenza.
2B – Requisiti del Tempio Esteriore
Chiarisco subito che lo stie costruttivo non è mai qui preso in considerazione proprio perché, come ho già detto, è una costruzione ideale. Per chiarire meglio l’idea, è costruzione di un Tempio anche quello riferito da Marco (12,1): un uomo ordinò la sua vigna (assi orizzontali), la circondò da siepe (circonferenza) scavò un pozzo e innalzò una torre (nadir e zenit) … e la diede in coltivazione. Un requisito base, una volta ritenuto irrinunciabile ed indispensabile, ed oggi non più tenuto in conto, è l’orientamento. I rituali di apertura in 1° grado ci suggeriscono già l’importanza dell’orientamento, sia indicando che il M.’. V.’. deve essere seduto ad Oriente, dove sorge il sole, che con le posizioni dei Sorveglianti. Sa Oriente, sempre è venuto il sole (simbolo di …), è nato il Cristo, è iniziata la vita e viene la saggezza. Tagete l’etrusco, insegnava che il cielo è un tempio ove gli Dei siedono a settentrione guardando a mezzogiorno, avendo a sinistra l’oriente (parte benefica) e a destra l’occidente (parte infausta) ove la luce si spegne!’ Il nostro Tempio ha, quindi un allineamento sull’asse Est-Ovest N COLONNA DI SETTENTRIONE S COLONNA DI MERIDIONE Poiché il sole illumina di fronte a sé, dà chiaro a meridione, mentre la luna fa altrettanto ed illumina scarsamente il settentrione, come meglio chiarisce il disegno. Gli apprendisti quindi si collocano nella colonna di settentrione, cioè nella penombra e nel silenzio (interiore). Ma ci sono altri requisiti per un tempio: esso è costruito all’interno di una cinta sacra, tradizionalmente formata da un doppio quadrato, con gli spigoli delimitati da “Landmarks” (termine inglese che designa i sassi o le pietre o che altro disposti sul terreno per definire i confini di superficie). Idealmente e simbolicamente esso è però definito su nostri antichi rituali “luogo illuminatissimo e regolarissimo che si estende da oriente ad occidente, da Nord a Sud, ed alto dalla superficie della terra al cielo e profondo fino al centro del globo”. Questo perché simbolicamente tutta la terra, nulla escluso, dovrebbe essere un Tempio elevato ed attivo alla costruzione del disegno del G.’. A.’. D.’.U.’.
3 – I simboli nel Tempio Massonico
Tutto è rito nel Tempio, Rito nel suo vero significato (Rita in sanscrito significa ordine). Il Tempio è un ordine perfetto di pietra su pietra, partendo dalia pietra angolare della colonna di Nord-Est: è una teoria di “simboli”. Dalia pietra squadrata alla pianta, dai portali alle colonne, dalla volta stellata al pavimento: anzi, vediamoli un po” tutti, in ordine così come si presentano a chi vi si accosta:
— scala esterna di tre scalini;
— porta con due colonne laterali, una rossa “J” e una nera “B” sormontate da tre melograni e da un globo terrestre;
— pavimento a scacchi bianco-neri (detto egizio)
— soffitto stellato ed in alto ad Oriente il sole e la luna; –
— scritta A.’.G.’.D.’.G.’.A.’.D’..U.’. ; il triangolo con inscritta la lettera “G”:
— cordone con i nodi d’amore (di solito 7);
— tre statue, in corrispondenza del M.’. V.’, del Primo e del Secondo Sorvegliante;
— tre candelabri, o tre luci, nei tre stili (dorico, ionico, corinzio)
— dodici finestre alle pareti (o i segni zodiacali in qualche Tempio);
— l’ara con sovrapposto il volume della Sacra Legge;
— la squadra ed il compasso;
— pietra squadrata e pietra grezza (accanto ai Sorveglianti);
— quadro di Loggia o di lavoro;
— altri utensili di lavoro muratorio.
Ovviamente non è compito di questa mia tavola esaminare questi simboli nel dettaglio, ognuno di noi deve scoprirli poco per volta, trovando sempre nuovi e possibili adattamenti. Vi posso assicurare che è uno tra i più ardui lavori che riserva, però, anche la giusta paga: provate, insistete e verranno. Nulla è negato a chi chiede! Ho comunque qui voluto ricordarli perché ciascuno di Voi, quando si porrà ad affrontarli, li vedrà come un qualche cosa di collegato tra dl loro e tutti collegati con il simbolo “Tempio” che tutti li comprende. Negli antichi templi greco-romani, come anche in quelli ebraici, la parte più interna era vietata ai fedeli, in quanto riservata ai soli sacerdoti. Nel nostro tempio si può ora indicare l’oriente come luogo ‘vietato agli apprendisti”.
4 – Necessità del Tempio
Di per sé si può benissimo immaginare che i nostri lavori si compiano in un qualsiasi luogo. È la nostra intenzione, l’unione degli spiriti che conta in un’istituzione iniziatica (quello che noi simbolizziamo nella catena d’unione). Anticamente i Fratelli si riunivano in locande o locali pubblici e privati a seconda delle situazioni. i Ma oggi sono necessarie talmente tante cose (i simboli dianzi citati ad esempio) perché i lavoriisiano regolari che è ormai quasi impensabile una soluzione diversa. Oltre a queste difficoltà, di ordine soprattutto pratico, vi è ben più importante, la necessità di togliersi dal mezzo della folla o, meglio, a non offrirsi come oggetto curioso intento a svolgere pratiche particolari o rituali complessi. È quello che noi diciamo la necessità della copertura del Tempio (prima richiesta per l’apertura del lavoro in Tempio). Scriveva in proposito il dr. Alexis Carrel (la preghiera 1947) riferendosi al luogo per la preghiera (cristiana): “è difficile ottenere la pace del corpo e dello spirito nella confusione, nel frastuono e nella dispersione della città moderna. C’è bisogno di luoghi … ove trovare … le condizioni fisiche e psicologiche indispensabili alla tranquillità interiore” Nel silenzio di questi rifugi si può riposare muscoli e organi, elevando il pensiero, distendendo lo spirito, chiarendoci il nostro pensiero e ricevendo alfine la forza di sopportare la vita dura sotto il giogo della quale la nostra civiltà ci opprime.
5 – Un profilo storico
Molto probabilmente, carissimi fratelli apprendisti, avrete già compreso che il divario esistente tra il nostro mondo (quello iniziatico, intendo) ed il mondo (quello profano) è notevole ed incolmabile. Come Liberi Muratori, come costruttori del Tempio, storicamente è da gran tempo che è così. Il mondo tradizionale ed il mondo profano, non sono soltanto diversi. ma addirittura si muovono in direzioni opposte. 0, meglio, più esattamente è il mondo esterno a muoversi nelle direzioni più varie e più folli, mentre il nostro conserva la propria serena immobilità. È così che, a seconda del luogo e del momento, tra noi come individui iniziati e la società si creano incompatibilità più o meno grandi, che vanno dalla lotta più accanita (vedi i paesi dell’Est e quelli islamici) fino all’accettazione più e meno ampia (i paesi anglosassoni) di forme sempre più profanizzate dell’Istituzione. Ma non fu sempre così. Per i nostri antichi fratelli operativi non fu così. Essi, pur essendo qualitativamente ben distinti dal mondo che li circondava, vi si integravano perfettamente. Le aspirazioni erano generalmente condivise dal mondo che li circondava, come pure le loro motivazioni. Quella Società, quindi, li riconosceva. E di conseguenza li stimava, non trovando affatto anormale che ad una diversa qualità umana corrispondesse anche una certa riservatezza. Erano quelle Società tradizionali (intendo con ciò quelle in cui l’insegnamento è dato da bocca a orecchio, dal maestro all’allievo). E fu in quell’atmosfera che poté fiorire il gotico, uno degli aspetti più interessanti dell’inventiva umana applicata all’arte dl edificare. In poco più di due secoli, dal 1050 circa al 1277 (data “simbolo” perché in quell’anno la Chiesa di Roma decise, con l’abolizione del Tomismo, la fine di un certo mondo: l’architettura, ma non solo quella, fece un balzo notevolissimo e molto difficilmente comprensibile a noi uomini del XX secolo. J. Gimpel; costruttori di cattedrali, Jaka book). Tutto ciò fin quando … fin quando l’equilibrio tra arte e vita non fu compromesso, riconoscendo all’uomo il proprio posto nell’economia spirituale del cosmo, orientando la propria vita in senso religioso. Ad un certo punto quest’armonia si ruppe, l’uomo si ritenne padrone dell’universo convinto di poter regolare la propria vita e la “realtà” circostante con il solo ausilio della ragione: il razionalismo sfociò nell’esaltazione dell’utile, del funzionale, del quantizzabile. Si deve a tale processo se l’architettura smarrì progressivamente il significato vero e profondo che deteneva, di “trait d’union” della distanza (incolmabile) tra limite umano e sfera del sacro. | Le leggi della statica divennero ben presto, attraverso un “trasparente” simbolismo, la incarnazione della Divina Sapienza. Per questo gli strumenti di misura dell’architettura (filo a piombo, livella, squadra, compasso, ecc.) assunsero immediatamente significali simbolici, “chiavi” che introducevano alla comprensione delle leggi universali. Dalla logica e comprensibile volontà di impedire che tali “chiavi cosmiche” fossero fraintese, nella profanizzazione, derivò il carattere iniziatico ed esoterico in questo specifico settore professionale, dando così il via alla trasformazione, lenta ma continua, della Massoneria che de puramente operativa diventò sempre più speculativa. L’ideazione del Tempio avviene facendo ricorso alla circonferenza, sia proiettata sui piano orizzontale che ruotata nello spazio, così da costituire l’edificio in una sfera, trasportando il macrocosmo in un microcosmo.
6-Il Tempio di Re Salomone
Narra la leggenda che Re Salomone volesse costruire a Dio il più bello e grande Tempio mai realizzato. A tale scopo raccolse i materiali più pregiati e convocò i maggiori costruttori da ogni parte del mondo; il cantiere era immenso e numerosissimi gli addetti. Per corrispondere a ciascuno il giusto salario, proporzionato alla capacità, occorreva riconoscerli in base al merito. Si ideò allora la classificazione (tuttora in uso presso di noi) in tre gradi e si assegnò a ciascuno parola d’ordine e segno particolare che, rigorosamente segreti, dovevano essere esibiti al momento opportuno. Sul luogo di edificazione nessun metallo doveva essere usato: le pietre per la costruzione dovevano essere squadrate altrove (presso le cave, presumibilmente), perché in quel luogo sacro nulla, neppure il rumore, doveva sferzare l’armonia. Tuttavia, nonostante l’impegno e lo sforzo comune. il tempio rimase incompiuto. Esso comunque sta a ricordare che molto ed importante è il lavoro già svolto finora da chi ci ha preceduti, ma altrettanto è ancora da fare sulla traccia preziosa di quanto fatto. E il grembiule che noi indossiamo ci ricorda costantemente che noi dobbiamo lavorare alla costruzione del Tempio. Un Tempio che, come viene ricordato ogni volta che si aprono i lavori, deve essere elevato alla virtù.
A.’.G.’.D.’.G.’.A.’.D.’U..’.
TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. A. Bgg,