LA PIETRA D’ANGOLO

1) INTRODUZIONE

2) LA PIETRA D’ANGOLO

3) LA CHIAVE DI VOLTA

 4) RELAZIONE TRA I DUE ELEMENTI STRUTTURALI E CONCLUSION

 1) INTRODUZIONE:

Sono doverose alcune precisazioni sul tema di questo lavoro. Parlare di simboli come questi che afferiscono a diverse tradizioni esoteriche potrebbe portare a numerose interpretazioni con significati anche diametralmente opposti nonché ad un lavoro prolisso e noioso, pertanto mi concentrerò su quegli aspetti costruttivi più propriamente legati alla tradizione Libero-Muratoria che contraddistinguono la nostra Fratellanza. Terrò, quindi, fuori il più possibile gli aspetti più strettamente legati alla tradizione Cristiana, anche se dovrò necessariamente accennare ad alcuni aspetti in rapporto col Cristo. E’ proprio nella “costruzione” del “Tempio” che tali elementi compaiono, prima come elementi costruttivi puri, ma immediatamente poi come valori simbolici imprescindibili per tali costruzioni. Sono due elementi che vanno necessariamente pensati assieme, poiché non avrebbe senso parlare dell’uno slegato dall’altro, in quanto il secondo non potrebbe esistere senza il primo ed il primo non avrebbe senso senza la conclusione data da secondo. Il nostro lavoro come Libero-Muratori è di duplice natura e si sviluppa in un piano interiore con la costruzione del nostro “Tempio”, ma al contempo in un piano sociale dove ci troviamo coinvolti nella costruzione della Nostra Loggia e più in generale nella costruzione della Libera Muratoria Universale. Proprio in quest’ottica si capisce l’importanza di questi simboli fondamentali per l’Arte del Costruire, e come tali dovrebbero rientrare tra quelli più cari e presenti al Massone.

2) LA PIETRA D’ANGOLO

Parlare di pietra d’angolo può generare confusione con la pietra angolare che è appunto la “chiave di volta” Sul tema si è ampiamente espresso Renè Guenon che vi invito a consultare in merito. Per non dare adito a fraintendimenti è meglio chiamarla “la prima pietra”. Nella costruzione di un Tempio la posa di tale pietra avviene per tradizione nell’angolo Nord-Est delle fondazioni del tempio. Essa e la pietra che dovrà sorreggere tutto l’edificio concluso ecco che diviene lampante il motivo per il quale l’iniziato Muratore viene posto in tale angolo. Come accennato prima la posizione ha una duplice valenza rappresentando da un lato il lavoro interiore che il nuovo fratello si appresta a compiere, dall’altro che la Loggia e per estensione la Massoneria poggiano su di lui per compiere la loro opera. In questo senso tale pietra risulta indispensabile sia al Fratello stesso sia alla sua Loggia di appartenenza ed è bene che ciascun Fratello più anziano si ricordi sempre di questa posizione privilegiata anche quando ha raggiunto i vertici della costruzione. Ma la prima pietra, come tale, non è l’unica. Essa è seguita da atre tre pietre poste rispettivamente agli angoli sud-est, sud-ovest e nord-ovest. Il corretto posizionamento di queste pietre angolari consente di tracciare le fondazioni a “Regola d’Arte”. Ecco che si spiega il motivo dello squadrare la loggia nel percorrerla secondo le forme dovute. Le fondazioni stanno sotto terra, così come il lavoro dell’Apprendista è quello di scavare dentro sé stesso. I quattro angoli ci ricordano, inoltre, che questo tipo di lavoro è un lavoro che avviene su di un piano squisitamente orizzontale, ma che, proprio da questo piano si potrà poi, in un secondo momento, alzarsi su di un piano verticale. C’è un qualcosa di eroico nelle fondazioni, sopite e nascoste nella terra, non solo devono essere in grado di sopportare il peso dell’edificio soprastante ma devono anche essere in grado di resistere all’umidità del terreno, alle gelate, alle insolazioni ed a miriadi di micro e macro organismi che abitano nella terra consentendo al resto dell’edifico di rimanere sano ed in perfetto ordine. Ecco che si chiarifica il perché di Boaz quale parola di passo dell’Apprendista che deve aver la Forza di sostenere questo impegno interiore ed esteriore. Il rapporto tra la pietra d’angolo e la squadra è evidente ed indissolubile.

 3) LA CHIAVE DI VOLTA

 Tratterò l’arco per parlare della Chiave di Volta, ma il discorso e identico anche per le cupole di cui l’arco ne rappresenta una sezione verticale. Tra tutti gli elementi architettonici la chiave di volta ha sempre catalizzato la mia attenzione forte di quell’aura di magia che la contraddistingue. Il senso di mistero e di austerità avvolgono questo elemento costruttivo fondamentale negli archi e nelle volte. Da dove proviene questa potenza catalizzatrice? Ben presto ci arriveremo, ma prima cerchiamo di capire cos’è e come funziona. I primi ad utilizzare questo elemento, nel mediterraneo, furono gli Etruschi, anche se si suppone che sia nata in Mesopotamia, ma è grazie ai Romani che trova la sua massima espressione in edifici come il Colosseo e negli infiniti Acquedotti. Si tratta di una pietra a forma di cuneo, anche detta pietra angolare (ecco spiegata la possibile confusione con la pietra d’angolo) o testa d’angolo (caput anguli in latino). E’ inserita tra i due semiarchi e serve a “chiudere” la struttura, a legare le due semiarcate e a consentire che queste scarichino le forze lungo i pilastri che le sorreggono. E’ l’ultimo elemento che va inserito appena prima di levare le centine e le impalcature. Senza questo elemento strutturale le semiarcate collasserebbero verso l’interno, grazie ad esso invece l’arco è completo ed in grado di svolgere la propria funzione. Ecco, quindi, che una delle proprietà immediatamente percepibili della Chiave di Volta è la sua funzione di creare equilibrio. In questo senso è detta anche pietra fondamentale (altri equivoci) nel senso proprio del termine e non di pietra di fondazione. Fondamentale in quanto senza di essa l’edificio non sta in piedi, quindi è una pietra essenziale. La Chiave di Volta dicevamo collega due distinte semi arcate ed in questo senso rappresenta il perfetto “Pontefice” che collega il piano orizzontale del pavimento con quello celeste e Divino. In questo senso per i Cristiani la Chiave di Volta rappresenta il Cristo così come la pietra d’angolo rappresenta San Pietro. (Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia chiesa). Ma tornando agli aspetti più propriamente Massonici il significato di tale elemento strutturale si cela nelle peculiarità stesse di tale pietra che se da un lato unisce, dall’altro separa (il destro dal sinistro, il sopra dal sotto, il dentro dal fuori. Separa ed unisce. Solvet et coagula. Il primo passo per la Grande Opera Alchemica. Solo l’armonia dei contrari potrà costituire la trasmutazione da piombo in oro. Quindi la Chiave di Volta può e deve, dal mio punto di vista, essere considerata come quel “Principio Ultimo” che origina qualsiasi dualità presente nel mondo. Ma i significati che questa pietra porta con se sono anche altri. Innanzitutto ci ricorda che il lavoro non viene più su un piano squisitamente orizzontale ma su di un piano verticale e qui il lavoro della livella è essenziale per la corretta esecuzione dell’opera. La strana forma della Chiave di Volta unica pietra di tutto il cantiere con quella sagoma fa si che Il Cristo dica “La pietra che hanno scartato i costruttori, questa è diventata capo d’angolo”. Suggerisce una cosa interessante ovverosia che solo un “Maestro Muratore” è in grado di riconoscerla ed usarla in modo appropriato, ma ci ricorda anche che, così come la squadra è lo strumento che corrisponde alla pietra d’angolo, il compasso è lo strumento che invece corrisponde alla Chiave di Volta.

4) RELAZIONE TRA I DUE ELEMENTI STRUTTURALI E CONCLUSIONI

 Accennavo all’inizio che non ha alcun senso parlare della pietra d’angolo senza considerare la Chiave di Volta e viceversa. Infatti non avrebbe senso gettare le fondamenta se non si intende concludere l’edificio e, come abbiamo visto la chiave di volta è l’ultima pietra ad essere posata, così come non avrebbe senso posare la Chiave di Volta senza che sia stata posata la Pietra d’Angolo altrimenti tutto l’edificio crollerebbe. Alfa e Omega. Ma ci dice anche che esiste un preciso ordine nella sequenza dell’esecuzione di un edificio, e che tale ordine va rispettato pedissequamente pena il naufragio del progetto. Ci raccontano, questi due elementi strutturali, la metafora della vita di ciascun Fratello Libero Muratore. Ci guidano in quel cammino che, come dice San Pietro: “E voi stessi come pietre vive costruitevi a somiglianza di un tempio spirituale, così da formare un santo sacerdozio e per mezzo di esso offrire sacrifici spirituali.” Obbiettivo ultimo di ogni Massone. E, poi, non posso non menzionare le pagine, numerose e profonde, che alla pietra angolare ha dedicato René Guénon. In esse si osserva quella applicazione dell’analogia fra il principio e la fine, fra il primo e l’ultimo, tra microcosmo e macrocosmo, e che lo portano a concludere che: “la costruzione rappresenta la manifestazione nella quale il principio appare solo come il compimento finale; e proprio in virtù di questa analogia la ‘prima pietra’, o la ‘pietra fondamentale’ può essere considerata come un ‘riflesso’ dell’‘ultima’ pietra, che è la vera ‘pietra angolare’.”

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