ELEMENTO ACQUA E ELEMENTO FUOCO

Elemento Acqua e Elemento Fuoco nella
Tradizione, con particolare riferimento al Nostro
Venerabile Ordine

Acqua, elemento si fu una delle prime Deità del Paganesimo. Talete di Mileto insegnò, seguendo i più antichi filosofi, essere l’acqua il principio di tutte le cose; ch’essa aveva gran parte nella produzione de’ corpi; che rendea la natura feconda, nutricando le piante e gli alberi; e senza il suo concorso la terra, secca, abbruciata, e priva di succhi, rimarrebbe sterile, e presenterebbe alla vista un orribile diserto.” Una trascorsa esperienza nel continente africano, ai margini della grande distesa del Sahara, mi ha dato modo di assistere al miracolo operato dall’acqua nel dare vita a ciò che pareva irrimediabilmente morto. Vi è una pianta di cui non so precisare il nome che rinasce come per miracolo ogni volta che un minimo di umido ridesta in esse il germe di vita che essa porta dentro. Dall’apparenza squallida di un gomitolo secco di sterpi, questa creatura viene trasportata per ogni dove, in balia degli implacabili venti del deserto attraverso le dune di sabbia arida. A guardarla non si penserebbe che essa sia capace di germinare rigogliosamente non appena, nel suo triste e penoso peregrinare, trovi un po’ d’acqua, sia essa una fonte inopinata o pure l’umidità della notte. Ecco ch’essa dipana l’intrigo di sterpi e affonda le proprie radici laddove trova da suggere la preziosa linfa di vita. Il Fuoco vitale insospettato si alimenta di quella e prepotentemente divampa in verdi germogli che sembrano farsi beffa del sole implacabile e della sabbia arida. E’ nata la creatura dell’Acqua e del Fuoco. L’acqua che la terra riceve è sorgente di vita! Gli Egiziani veneravano l’acqua in quanto costatavano che la fertilità delle loro terre era cagionata dalle acque del Nilo, così immaginarono con molta verosimiglianza, che fosse l’acqua il principio di tutte le cose. Per tale motivo la tenevano in grande considerazione distinguendosi, altresì, nella venerazione che rendevano a questo elemento, culminante nell’istituzione del culto di Canopo, dio delle acque del Nilo. Anche gli antichi Persiani avevano per l’acqua un rispetto grandissimo. Non di meno i Greci ed i Romani. Ed i Pagani credevano che le acque del mare e dei fiumi avessero la virtù di cancellare i peccati. Dal culto reso all’acqua in generale discende tutta una serie di uffici religiosi tributati a multiformi e varie divinità acquatiche che presiedevano ora agli oceani come il Poseidone greco e il Nettuno latino, ora alle fonti, ai laghi, ai fiumi che nell’immaginifico venivano popolate di Ninfe, Folletti, Demoni e Dei che in quelli trovavano rifugio e personificazione. In India l’acqua è la forma sostanziale della materia prima originaria, mentre il mondo futuro riposava ancora in fondo all’oceano primitivo.

Lo Spirito Santo è una sorgente di acqua viva. L’immersione significa rigenerazione. Il battesimo è una seconda nascita e i culti si sono sviluppati nei pressi delle sorgenti. Nella Bibbia, i pozzi, le sorgenti e le fontane ricoprono un ruolo essenziale di luogo sacro ove avvengono incontri provvidenziali, ove si stringono unioni, alleanze e patti.

FUOCO

Il Fuoco (dal latino focus). “Quando e come l’uomo abbia appreso la maniera di utilizzare il fuoco delle sorgenti ignee naturali, e meglio ancora, l’arte di produrlo a volontà, non è facile stabilire.” (Enc.Treccani).

Il culto del fuoco deriva dalla natura spirituale della luce. Risale alla preistoria e il suo simbolismo è polivalente. In tutto il mondo si adora il fuoco come viva immagine del Sole, Agni, Vita. I romani adoravano il fuoco come una divinità familiare: una Vestale presso un altare sopra il quale ardeva il fuoco,

oppure una donna che teneva un vaso pieno di fuoco. Numa Pompilio istituì il culto del fuoco affidato alle Vestali, affinché alimentando il fuoco nel tempio circolare, ne beneficiasse il mondo intero.

Noi, ovviamente, non prenderemo in considerazione né faremo riferimento a questo fuoco, ma cercheremo di parlare del Fuoco Filosofico e/o Ermetico, di quel Fuoco che nelle favole dei poeti iniziati ha ricevuto i nomi simboli di ASCIA, di SPADA, di LANCIA, di FRECCIA e G.N. Ragon sottolinea gli esempi: l’ascia con la quale Vulcano colpi la fronte di Giove per farne uscire Pallade; la spada che Vulcano donò a Peleo, padre di Achille; la clava che lo stesso Vulcano donò ad Ercole. L’arco che questo eroe ricevette da Apollo. Esso è il fuoco che Prometeo rubò in Cielo, quello che Vulcano adoperava per fabbricare i fulmini di Giove e le armi degli dei, la cintura di Venere, il trono d’oro del Sovrano dei Cieli, ecc.ecc. Esso fu infine simbolizzato a Roma con il fuoco di Vesta, così scrupolosamente custodito che le giovani Vestali, venivano punite con la morte qualora lo avessero lasciato spegnere.

Non per nulla i Filosofi Siriani e Caldei erano soprannominati i filosofi del fuoco. Essi avevano per questo elemento un rispetto che sembrava essere una specie di culto, del quale del resto si trovano tracce in tutta la mitologia e poesia dell’Asia e dell’Europa.

Questo fuoco ermetico e filosofale considerato come l’artefice meraviglioso della metamorfosi più singolare del mondo fisico, questo taumaturgo potente, solo agente capace di compiere la trasmutazione dei metalli, non è altro che l’energia che penetra tutto, che anima tutti i corpi fisici, e che quei filosofi consideravano come il più straordinario dei poteri occulti della natura. Essi dicevano che questo fuoco, generatore del fuoco Ordinario che produce la luce e la fiamma, è una essenza (fluido) Universale, visibile e sensibile: UNIVERSALE poiché l’energia è l’anima del mondo che essa vivifica; Visibile nel suo terzo sviluppo, il calore.

Il Sapiente Pernety così si esprime: “il nostro fuoco filosofale è un Labirinto nei cui recessi i, più abili possono smarrirsi, poiché esso è occulto e segreto. Il fuoco del sole non può essere questo fuoco segreto, poiché è discontinuo e ineguale; esso non PUO’ fornire un calore sempre uguale in intensità e durata; il suo ardore non può penetrare la profondità delle montagne, né animare il freddo delle rocce e dei marmi che ricevono i vapori minerali di qui si formano l’oro e l’argento.

Il fuoco volgare delle nostre cucine impedisce l’amalgama delle sostanze suscettibili di essere mescolate; esso consuma o fa evaporare i legami sottili delle molecole costitutive: è in poche parole un tiranno.” (1)

1) G.M.Ragon – Massoneria Occulta Ed. Atanor

I N R I
IAN NOUR ROUAH lABESHAH
Acqua Fuoco Aria Terra

I quattro elementi sono alla base dell’immaginazione volta ad assimilare il reale. Per questo essi sono alla base di molti processi iniziatici; note a tutti sono le prove dei quattro elementi in tutte le iniziazioni occidentali ed analogicamente applicati al quaternario alchemico speculando su tutte le simbologie del quattro.

Il simbolo è una caratteristica essenziale, soprattutto per noi, nel Medioevo, epoca in cui l’esperienza dei simboli diviene esperienza spirituale capace di trasformare l’anima conducendola verso la luce. Questo avviene attraverso le prove iniziatiche analogicamente connesse con i quattro elementi tradizionali: Terra, Acqua, Aria e Fuoco i quali rappresentano una complessa simbologia. L:approccio a queste prove va interpretato, però, correttamente per non incorrere nel fatale errore di mutarle alla stregua di vane esibizioni di plateale fachirismo, errore che snaturerebbe irrimediabilmente il loro valore di esperienza essenzialmente interiore e profondamente intima. Non serve, perciò , dimostrare che si è in grado di resistere senza annegare in un recipiente pieno d’acqua, anche per lungo tempo o di camminare a piedi nudi sui carboni ardenti senza riportare danni fisici. E’ necessario, invece, mettersi nelle condizioni mentali e spirituali di trarre dall’acqua e dal fuoco gli impulsi di purificazione e di, rinnovamento della propria essenza vitale. Quindi la prova dell’Acqua prima, e del Fuoco dopo, consiste nell’incrementare il Desiderio di pervenire o, perlomeno, tentare di pervenire alla conoscenza di se stessi attraverso la realizzazione della morte Iniziatica, che per l’Uomo di Desiderio è una Morte ben più difficile e dolorosa (proprio perché voluta e perseguita) della morte fisica, evento ineluttabile cui ognuno, iniziato e non, è destinato senza possibilità alcuna di opporvisi. L’Iniziato potrà conseguire tale fine solo se riesce a realizzare l’unione del Fuoco con l’Acqua imitando la natura stessa la quale attiva la propria opera di distruzione e di rigenerazione per mezzo di questi elementi. L’Uomo di desiderio purificandosi con l’Acqua acquista la Sicurezza di proseguire sul sentiero della difficile ricerca. Egli lavandosi si monda di ogni sozzura e di ogni difetto ‘L’acqua calma il bruciore della sete e diffonde nei sensi una dolce freschezza” e superando la barriera del Fuoco egli, per mezzo di questo elemento che purifica e rigenera dissipando le tenebre accumulate dell’ignoranza, dell’ipocrisia e dell’ambizione, realizza il Desiderio di essere e non di sembrare o solo sapendo equilibrare, soprattutto questi due elementi, l’Uomo di desiderio può aspirare ad abbeverarsi alla fonte della Conoscenza rinfrescandosi alla fonte dell’Acqua pura e riscaldandosi al calore del Fuoco rigeneratore. Realizzare cioè il “SOLVE ET COAGULA” L’acqua è la culla della vita; tutta la vita terrestre si è sviluppata dall’acqua; la vita nasce, prima di crescere sulla terra, nell’acqua. Ma occorre precisare che l’Acqua di cui Parliamo non è quella clinicamente e fisicamente definita come Composto di ossigeno e idrogeno, di stato liquido, incolore, inodore ed insapore. L’Elemento Acqua è, piuttosto, quel principio Purissimo di vita, dono degli Dei, essenza della fertilità, agente di purificazione e di trascendenza. Solo riconoscendo tali qualità segrete e ineffabili al liquido che noi chiamiamo acqua le trasferiamo tutte le attribuzioni sacrali che la rendono capace di operare il miracolo di purificarci mentre Ci scorre sul corpo, riverberando, in quel fuggevole contatto tutte le potenzialità vitali ch’essa simboleggia e infondendole nel più profondo del nostro essere, purché esso sia pronto a riconoscerle come tali e a riceverle con gioia e farne tesoro. “I1 simbolo del Fuoco ricorda la fiamma protesa in alto che termina a punta; allude quindi ad un moto ascendente, di crescita o dilatazione, ad un’azione centrifuga, invadente e conquistatrice. Il Fuoco di persé ha d’altronde le tendenze impetuose dell’energia maschia, incita alla collera e sarebbe portatore di distruzione, se non fosse moderato dagli altri Elementi combinati. Alla forza ascensionale del Fuoco si oppone infatti in primo luogo l’Acqua, che scorrendo verso il basso va a riempire ogni spazio vuoto o cavo. Rinsalda quel che il Fuoco dilata. La sua azione è dunque centripeta o costruttiva; invece di elevarsi verticalmente come il Fuoco, si espande in orizzontale. Tende cosi al riposo, alla calma, il che consente di accostare la sua passività alla dolcezza femminile. L’unione, del Fuoco, triangolo con la punta in su, e dell’Acqua, triangolo con la punta in giù, forma il simbolo dell’anima umana, ambivalenza ed equilibrio; simboleggia l’ermafrodita per i Greci. Allacciando i due triangoli formiamo una Stella con sei raggi. Essa sarà il Simbolo dell’Evoluzione e dell’Involuzione, dell’eterna stretta della Forza con la materia il cui prodotto è il Ritmo. La Materia seduce la Forza e l’involve, la Forza ispira la materia e l’evolve, e noi siamo i figli di questi perpetui amori.” I due Triangoli incrociati fanno parte del Sigillo del N. V.O. il quale rappresenta la potenza animica dell’Uomo che possiede un’abnegazione senza riserve. Simboleggia in realtà l’animo umano come unione della coscienza e dell’inconscio, rappresentato dal Fuoco e dall’Acqua. I due principi si trovano sottomessi, secondo gli alchimisti, al principio immateriale che i filosofi chiamavano Azoth, rappresentato nel “Sigillo di Salomone”, da un punto centrale immaginario, che deve appunto essere visto solo con la mente, come in alcuni mandala dall’India e del Tibet. E dagli Alchimisti riprendo una bella allegoria: Il Cuore dell’uomo è come il Sole, l’organo che riceve il Raggio Divino dell’intuizione spirituale discendente nell’Uomo. Il cervello dell’uomo è come la Luna … la fonte dell’intelletto umano. Il corpo dell’Uomo è il veicolo terreno. Fate che il Sole Impregni – la Luna, o che il Fuoco Spirituale stimoli l’intelletto umano … e fate che il risultato fruttifichi nel grembo di un corpo purificato: allora svilupperete “il Figlio del Sole, la Quintessenza, la Pietra Filosofale, la Vera Saggezza e la Perfetta Felicità”. Per realizzare ciò bisogna ovviamente purificarsi con l’Acqua e con il Fuoco; bisogna cioè saper salire o almeno tentare l’ascesa della Scala di unione tra la Terra ed il Cielo. Ed il vero Martinista deve ad ogni costo cimentarsi in questa non facile impresa. Alcuni troveranno enormi difficoltà altri di meno, ma non bisogna dimenticare che “nihil difficile est boni volenti”. Partendo dall’Uomo Umano bisogna arrivare all’Uomo Divino, attraverso l’Uomo di Desiderio. Ciascuno dovrà adoperarsi attivamente per il miglioramento di sé in tutte le forma accessibili per via d’intelligenza, di azione di Progresso, mediante lo sviluppo del sapere acquisito. In altri termini è necessario attuare il “NOSCE TE IPSUM”. A tanto deve essere protesa la volontà, con lo studio personale approfondendo Quanto previsto dal nostro programma rendendosi consapevole del grado acquisito nel Nostro Venerabile Ordine, riversando, con Oculata responsabilità, nel mondo profano quanto appreso nel mondo – iniziatico.

Realizzare l’equilibrio tra l’elemento Acqua e l’elemento Fuoco Significa anche dar vita al nostro ideale, e, sia virile il nostro comportamento lucida la mente e caldo il cuore sia – liberale il Pensiero e generoso l’impulso. Intraprendere una dura lotta contro il nemico della personalità propria, contro la propria ignoranza deve essere – il nostro desiderio leale sia l’affermazione dei Principi e coraggiosa la loro pratica realizzazione; inflessibile la soggezione al dovere in nome della solidarietà e della fratellanza intese nel senso più umano e più nobile. Bisogna avere la Forza e la Volontà di cambiare la Natura per trovare quanto noi cerchiamo, rendendo pesante ciò che è leggero e leggero ciò che è pesante, trasformando il fuoco in acqua e l’acqua in fuoco: tale è l’Arte. Per realizzare quanto racchiude esotericamente  il “SIGILLO” del N.V.O. penso sia necessario dare ascolto alle rivelazioni naturali che si verificano al centro dell’uomo spirito realizzando quanto affermato da C. de Saint Martin : “L’unica iniziazione” che anelo e che cerco con tutto l’ardore del mio animo è quella che ci consente di entrare nel cuore di Dio e di fare entrare il cuore di Dio in noi i… J. Non esistono misteri per conquistare questa sacra iniziazione: l’unico mezzo è di penetrare sempre più profondamente negli abissi del nostro essere fino ad individuarne e a portarne alla luce la viva e vivificante radice”. Egli aspirava quindi a contemplare, nella propria interiorità, grazie a progressive “aperture centrali”, i segni della presenza divina. Le sue metafore rivelano che percepiva, nella sua interiorità, o meglio nel suo centro umano, la divinità come un elemento fluido, assimilabile in qualche modo sia al fuoco che all’acqua, in cui il suo spirito si immergeva in un bagno di trascendenza.

“Qui scit comberere acqua et lavare igne, facit de Terra Coelum et de Coelo Terram pretiosam”

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