La costruzione del Tempio Aspetti simbolici esoterici operativi
Premessa
Per parlare di costruzione del tempio bisogna pensare a ciò che il Maestro libero muratore deve teoricamente possedere e mettere in pratica, cioè « l’Arte reale ». Infatti, la traduzione pratica del processo iniziatico viene così chiamata perché fa dell’Iniziato un « Re », un maestro di sé e della natura. « Arte reale » significa arte di costruire, sia in senso materiale che spirituale; è anche l’arte di governare nel segno del Verbo solare, non con la Forza, ma con lo Spirito, non le singole nazioni, ma l’umanità. Il bagaglio delle tradizioni architettoniche che costituivano l’arte reale era un tempo segreto religioso, posseduto e trasmesso dai Maestri costruttori; divenuto non ortodosso quando la Chiesa affermò i suoi dogmi, fu prudentemente nascosto dietro la figura di Salomone. Quando infatti, nel secolo XVIII, con il sorgere della Massoneria moderna, i Massoni iniziarono a costruire solo spiritualmente, richiamandosi alla leggendaria saggezza del re biblico, essi ambirono ad erigere il tempio immateriale di una futura umanità, istruita intellettualmente e divenuta saggia attraverso l’istruzione e la saggezza dei suoi componenti: Tempio ideale, da erigersi attraverso la costruzione intellettuale e morale di se stessi; — il tempio universale della Sapienza —, nella ricerca di quegli obiettivi che l’uomo ha da sempre perseguito, analizzando il cosmo e sintetizzandone i risultati, studiando i rapporti fra il divino e l’umano, fra spirito e materia e tentando così di comprendere le leggi supreme che lo regolano. È di questa costruzione spirituale che si intende parlare, trattando l’argomento nei suoi momenti simbolici, esoterici ed operativi. A ciò si aggiungerà un cenno storico sul tempio di Salomone.
Cenni storici
Per gli scopi riassuntivi di questa trattazione pare sufficiente rammentare che Salomone (971-931 a. C. circa), figlio di David e terzo re di Israele, diede impulso alle attività commerciali e fu ‘un grande costruttore. Tra le sue opere vi è il tempio di Gerusalemme. L’unica fonte scritta che fornisca notizie in merito è la Bibbia, che ne descrive la magnificenza delle linee architettoniche, delle « decorazioni e degli arredi interni. Gli archeologi hanno tentato ;- lungamente, ma invano, di pervenire alla scoperta di reperti che, * ne attestassero l’esistenza. Solo recenti reperti di scritti babilonesi attestano la distruzione di Gerusalemme per opera di Nabucodonosor (597 a. C.), circostanza in cui, verosimilmente, dovrebbe essere andato distrutto anche il tempio. Si può invece affermare che fonti archeologiche relative ad altre costruzioni dell’epoca citate dalla Bibbia, dimostrano l’attendibilità complessiva del racconto biblico, specie per le analogie ‘di tecniche di costruzione, di lavorazione della pietra e di fusione del rame, ampiamente usato nel decoro del tempio. Anche la planimetria di resti di altri templi, scoperti in zona, riconduce a quella del tempio di Salomone. La tradizione ci indica come luogo di costruzione del tempio quello ove era la roccia sulla quale Abramo si accinse a sacrificare il proprio figlio Isacco. Ora vi sorge la moschea di Omar detta appunto anche Cupola della Roccia. Per 1a sacralità dell’edificio, è evidente l’opposizione mussulmana alla effettuazione di scavi in sito. Dobbiamo quindi, fino ad oggi, accontentarci di testimonianze indirette, storiche e archeologiche che suffragano la veridicità e la credibilità della diretta testimonianza fornita dalla Bibbia.
La costruzione del tempio dal punto di vista simbolico
La trattazione del vasto, profondo, enigmatico panorama della simbologia del tempio potrebbe essere fatta elencando i vari simboli con la relativa interpretazione, con il rischio di fare un astruso inventario di oggetti che, una volta dimenticatone il contenuto, tornerebbero ad essere privi di significato per i più. Oppure si può cercare di abbinare il significato del simbolo alla sua efficacia pratica; dimostrare che l’iconografia del tempio massonico possiede ed emana un qualcosa che si traduce in azione, pensiero, movimento, un qualcosa di vivo che ha contribuito e contribuisce a mantenere viva la Massoneria, cementando la, fratellanza. Spesso i simboli appaiono al neofita (abituato a ragionare in termini pratici, razionali e non ideali), ostici, incomprensibili, arcaici, inutili, quasi un puerile gioco di misteri. Tutte le istituzioni umane fanno uso di simboli. Quelli politici o religiosi sono di facile e immediata interpretazione, ma diverso è il caso della simbologia massonica, oscura, inesplicabile, inquietante, specie nelle prime fasi del cammino iniziatico. Mentre la simbologia profana raggiunge subito il cuore dell’uomo, suscitando sentimenti o emozioni, quella massonica, prima di giungere al cuore, deve essere analizzata dal cervello, capita nei suoi diversi significati, meditata e assimilata con un maturato impegno intellettuale; richiede cioè il passaggio dell’individuo dalla condizione di pietra grezza a quella di pietra levigata. Pervenuti a questo stadio, i dubbi lasciano posto alla consapevolezza di come all’interno del tempio nulla sia superfluo e lasciato al caso, ma tutto possegga un significato ben preciso, rispondente a esatte finalità. A questo punto appare chiaro che il primo, vero tempio massonico è quello che ciascuno deve edificare nella propria coscienza ed a questo fine il simbolo serve in quanto, come spiega la sua etimologia, costituisce un segno di riconoscimento, un richiamo alla meditazione all’introspezione. Se ci si dedica allo studio dei simboli, penetrandone l’essenza e comprendendo il messaggio che essi contengono, ci si rende conto di quanto essi siano necessari alla Massoneria della quale, insieme ai rituali, costituiscono la vera forza motrice. Per i Massoni il simbolo è un linguaggio universale, che tutti i fratelli sparsi sulla terra recepiscono e conoscono; esso, insieme con il Rituale, rappresenta il cemento della fratellanza, radicata, sentita e vissuta da tutti i Liberi muratori, oggi come in passato. È proprio grazie al simbolismo ed ai rituali che sveliamo a noi stessi i veri motivi che ci hanno condotto all’Iniziazione: basta pensare al profondo significato che possiede, per chi abbia sensibilità, l’insieme dei gesti simbolici della catena d’unione o l’abbraccio del Maestro venerabile al neofita, con le indimenticabili parole: ‘«tu sei mio Fratello ». Per concludere, una definizione di Wirth: «il simbolo è una finestra aperta sull’infinito, è il legame esteriore dei Fratelli, che sparsi – sulla superficie del globo, hanno aspirazioni comuni e cercano, sotto forme tramandate dalla Tradizione, la stessa verità, per diffonderla fra gli uomini ».
La costruzione esoterica del tempio
La simbologia rappresenta inoltre il linguaggio dell’esoterismo cioè dell’«inse-gnamento segreto », della «ricerca della Verità » del « tentativo di avvicinarsi all’essenza delle cose, ricercando e individuando i rapporti che esistono fra l’uomo e lo spirito del mondo che lo circonda ». Alla parola Tempio, dal punto di vista esoterico, deve essere attribuito un duplice significato: di tempio individuale, interiore, che si costruisce mediante lo studio della simbologia tradizionale e la sua applicazione soggettiva fino al raggiungimento della conoscenza di se stessi (compito dell’apprendista e del compagno) e di tempio universale, la cui costruzione inizia nelle varie officine per portare poi nel mondo profano lo spirito massonico (compito del Maestro). E Il primo lavoro del Massone è quindi rivolto alla ricerca di se stesso, nel tentativo di avvicinarsi all’essenza delle cose e giungere alla verità. 11 momento iniziale di questo cammino iniziatico di purificazione è rappresentato dalla « morte profana »; solo dopo questa catarsi può iniziare quella ricerca che è stata il filo conduttore di tutta la storia del pensiero umano: «conosci te stesso » dell’oracolo di Delfo, « impara a diventare ciò che tu sei » di Pindaro, « divieni ciò che sei » di Kant. Il dialogo personale con il simbolo rappresenta il collegamento con il pensiero degli uomini più illuminati di ogni fede, religione e pensiero, alla ricerca « dell’essenza celata della conoscenza antica » (G. Porciatti) tesa al riconoscimento della deità nell’individuo. Il passo successivo di costrizione esoterica è rappresentato dall’applicazione di questo studio, perché esso non rimanga fine a se stesso. Questa opera è ancora del tutto individuale, in quanto non esistono né principi codificati né regole tramandate, ma tale applicazione è demandata solo alla capacità del singolo di assimilare e fare propri gli insegnamenti della simbologia. La costruzione esoterica del tempio universale è l’ultimo atto del lavoro massonico ed è compito proprio del Maestro. Questo impegno inizia in un momento, variabile da individuo a individuo, in cui la conquista esoterica personale viene rivolta agli altri; ciò avviene quando il Massone ha saputo dominare e guidare tanto bene se stesso da essere in grado di guidare e sorreggere gli altri, anche al di 1à del. vincolo fraterno. Questo compito nell’attuale contesto sociale è però di difficile attuazione. L’uomo contemporaneo è istintivamente poco ricettivo ad un messaggio esoterico. Portato alla dissacrazione si sofferma all’apparenza concettuale più che ricercare e approfondire l’ermetismo di un linguaggio simbolico. Le bellissime e valide definizioni quali « la massoneria è un’arte di vita » (Lennhoff) o «la Massoneria è un bel sistema morale velato nell’allegoria e illustrato dai simboli » (Moramarco), rischiano di restare lettera morta, ideali astratti e non realizzati se non possono essere adattati alla realtà contemporanea e se continuano a essere racchiusi nelle dottrine storiche che compongono l’esoterismo (occultismo, spiritismo, teosofia, autosofia, ecc.), anche se nulla osta a che singoli Massoni moderni possano essere cultori di queste discipline ed interpretare personalmente il linguaggio esoterico universale in chiave di una di queste espressioni. Compito del Massone che si accinge alla costruzione del tempio universale è l’estrinsecazione del concetto di Società iniziatica e di quello di fratellanza. La Società iniziatica di cui si deve dare l’immagine non potrà mai essere egualitaria (come vorrebbe la corrente sociopolitica moderna), in quanto tende a sviluppare l’originalità dei suoi membri pur nel contesto di una vita comunitaria; la Massoneria di oggi deve avere quel volto nuovo dato dal giustapporsi di varie tendenze, promosse e realizzate proprio nella disparità delle scelte individuali e nella molteplicità degli indirizzi che operano sotto il ségno della squadra e del compasso. Anche l’interpretazione del concetto di fratellanza è assai ardua: essa va da una concezione esclusivamente operativa, di cui forte è la tentazione nella nostra società arrivistica, ad una di tipo emotivo, di cui l’individuo, isolato nel contesto sociale, ha forte desiderio. Presentare pertanto fuori delle colonne un contesto di fratellanza situato fra questi due estremi è impresa difficile, che richiede al Maestro di aver compreso fino in fondo il concetto di fratellanza massonica. L’estrinsecazione delle idee base di Società iniziatica e di fratellanza potrebbe far credere ad una inopportuna divulgazione del segreto massonico, ma tale ipotesi è concettualmente errata, perché il segreto massonico non può essere divulgato nemmeno volendo; esso è per sua natura inviolabile, in quanto il Massone lo conosce per intuizione, non per averlo appreso, lo scopre frequentando la Loggia, osservando, ragionando, deducendo. Chiunque non sia stato capace di penetrare il mistero non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da altri; poiché questo segreto è il risultato di una individuale esperienza di vita massonica verso l’evoluzione spirituale: ogni Massone ha il « suo » segreto. La costruzione esoterica del tempio è quindi una ricerca di mezzi e non di fine. Conosciuto il vero significato della vita, l’iniziato, elevato al grado di Maestro, raggiunge la pienezza iniziatica dei suoi poteri-doveri, per cui gli compete l’azione di proiezione universale, senza interrompere la sua ricerca spirituale. Questa proiezione universale deve fondersi su due indirizzi: il rispetto dell’esoterismo simbolico tradizionale e la conoscenza dell’uomo immerso nel contesto storico-sociale contemporaneo, al quale dirigere il messaggio esoterico. Questi due indirizzi, apparentemente antitetici, devono essere coagulati e per eseguire questa sintesi si devono perseguire in parallelo due orientamenti: uno pratico-operativo, rivolto alla ricerca del trascendente e del vero; l’altro, speculativo. Essi trovano fondamento nel riconoscimento che. in ogni uomo, pur nella complessità e relatività della sua natura fatta di stimoli e di idealità, esiste invece l’essenza del giusto e del vero. Da tutto ciò discende che si può realizzare la costruzione esoterica del tempio universale solo se dapprima si sia riusciti a realizzare se stessi, partecipando come entità attive ed operanti al lavoro comune e integrato che si svolge nelle nostre officine. Solo quando si è raggiunta la pace interiore si sente il bisogno di trasmetterla ad altri: «il Maestro deve sapersi collocare tra squadra e compasso, fra ordine esterno che presiede ogni forma vivente e la creazione permanente dello spirito ». Non ha quindi valore l’ascesi individuale perseguita nell’isolamento; in un determinato momento la costruzione esoterica universale diventa un’esigenza indispensabile per il completamento di quella interiore. Concludendo, la costruzione esoterica universale comporta l’impegno del Maestro a portare fuori delle colonne l’esoterismo in chiave moderna. Ciò si ottiene vivendo in modo massonico la vita profana e rendendo partecipi gli altri del frutto della propria conquista interiore.
La costruzione del tempio. Operatività
Come già si è accennato, viviamo in una società in crisi generale, dominata dal materialismo, dal relativismo e dall’agnosticismo, spiritualmente vuota, che ha disperso il patrimonio di valori tradizionali senza offrirne dei nuovi, se non il soddisfacimento di interessi materiali, per cui la diffusione dei principi massonici assume un grande valore per tutti gli uomini veramente liberi. È indispensabile la presenza di uomini liberi e di buoni costumi che, indipendentemente dal nome con cui invocano Dio, credano nel G.’.A.’.D.’.U.’. , amino l’universo, la patria, la famiglia ed il prossimo come se stessi; che nella perenne ricerca del giusto e del vero combattano contro l’ignoranza e contro i principi mistificatori di coloro che aspirano soltanto al dominio dell’uomo sull’uomo. Che i nostri principi vengano percepiti e compresi è il presupposto perché molti profani possano sentirsi potenzialmente Massoni e pronti, anche se ancora inconsciamente, a entrare nella nostra famiglia. A questo fine è riservata una primaria attività operativa per i Massoni: il proselitismo. ‘ Il proselitismo deve essere condotto con grande cautela, e deve tendere soprattutto non al numero ma alla qualità dell’individuo. I tegolatori devono sentirsi responsabili ed essere particolarmente preparati per vagliare accuratamente le qualità morali degli iniziandi. È il presupposto perché essi possano entrare fra le nostre colonne. – Una seconda espressione operativa è l’obbligo di dare ai profani esempio di vita vissuta massonicamente che si possa estrinsecare in un vero e proprio « magistrato civile ». La Massoneria, tuttavia, non agisce come organizzazione di massa: è quindi estranea ad ogni compromesso di potere. L’azione massonica non avviene per intervento pubblico, ma è svolta su piano personale. Anche così, tuttavia, è possibile portare un contributo per la soluzione di grandi problematiche civili: di tipo culturale, sociale, tecnico, politico, filosofico. Nell’ambito dell’organizzazione massonica, gruppi di studio, quali ad esempio le camere tecniche, possono esaminare questi problemi e cercare di trovare adeguate risposte e linee di comportamento. E si possono anche anticipare i grandi temi del nostro tempo. L’immagine che si trae da tutto ciò è quella di cerchi concentrici, che si aprono, si chiudono e si riaprono. Grazie al nostro impegno troviamo nuovi fratelli che a loro volta ne troveranno altri. Cosi il Massone realizza l’anelito di miglioramento, dentro e fuori di sé, dentro e fuori del tempio. La luce e la forza di penetrazione della Massoneria saranno tanto più vaste e feconde quanto più e meglio essa avrà saputo proporsi come antesignana di una società più giusta e più vera.