IL GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO: COME NASCE ?

Il Grande Architetto dell’Universo: come nasce?

 di Dighatapassi

Abbiamo assistito per qualche anno, in un recente passato, ad una ripresa, diremmo piuttosto evidente, dell’esplorazione dei rapporti tra massoneria e religione, da parte sia massonica sia cattolica. Le ragioni di questo fenomeno restano ignote, ovviamente, alla base delle rispettive piramidi. Appare tuttavia lecito supporre, poi- ché d’abitudine nelle due organizzazioni ben poco d’importante avviene casualmente, che dietro all’indiscutibile interesse culturale, ve ne possano essere stati altri, altrettanto validi. Esula dagli scopi di questo studio e non è nell’intenzione di chi l’ha compiuto, indagare o speculare sulle origini del fenomeno. Ma al Libero Muratore che, sgrossandosi, impara ad ascoltare e vedere — ed a riflettere su quanto ha visto ed udito — non saranno sfuggiti le conferenze o gli scritti dei Rev. Padri Esposito, Caprile, Bentimeli S. J., improntati tutti ad inedita e viva simpatia per il nostro Ordine. Non gli saranno neppure sfuggiti i telegrammi regolarmente inviati dal Gran Maestro in occasione delle morti ed elevazioni al soglio degli ultimi pontefici e la tanto cordiale quanto, penso, inattesa risposta all’ultimo, per l’elezione dell’attuale papa. Avrà esso pure considerato con attenzione la conferenza tenuta da F. E. ad Udine nel 1978 e poi opportunamente diffusa, dal titolo « Massoneria e Cattolicesimo Romano. Non crediamo che gli Orienti di Udine e Torino abbiano particolari vocazioni archeologiche. Se si riprende ora un argomento vecchio probabilmente quanto la massoneria stessa, vi deve essere un’esigenza che rende attuale e necessario il suo recupero. Tanto più che questo avviene in un mondo ed in un’epoca in cui certe tematiche non godono di particolari attenzioni ed in Appunti per una ricerca  

cui neppure la vita della massoneria universale sembra porre problemi o esigenze nuovi ed urgenti in questo, Il presente lavoro vuole offrire settore. un piccolo contributo propedeutico al tema, giusto per evitare che non vengano considerati alcuni dati di fatto importanti, ma ormai coperti dalla polvere dei decenni, se non dei secoli. La nostra ricerca, storica più che speculativa, non può iniziare che da quel centinaio di manoscritti — libri o rotoli di pergamena — che ci sono giunti materialmente dalla massoneria operativa. Nel loro insieme formano le cosiddette Costituzioni Gotiche ed i varî volumi non pare presentino notevoli differenze né di forma né di sostanza. – Su questo materiale Anderson (0, forse più esattamente, quel gruppo di lavoro del quale il pastore presbiteriano — peraltro all’epoca neofita ma pur sempre uomo di penna — era segretario ed estensore) si basò per redigere le famose Costituzioni del 1717- 21-23. Queste, che non sono riportate dal Gorel Porciatti integralmente, come generalmente si crede, consistono di una parte storica, dei Charges of a Freemason (o Antichi Doveri), del Regolamento Generale e terminano con una serie di canzoni. La prima frase della parte storica è la seguente: « Adamo, il nostro progenitore, creato ad immagine di Dio, il Grande Architetto dell’Universo, doveva avere inciso nel cuore le Arti Liberali… ». Possiamo allora cominciare con il dire che il concetto di G.A.D.U. ci viene direttamente dalla massoneria operativa e nasce a quella speculativa nel momento stesso della sua fondazione formale. Il Grande Architetto non viene più menzionato né negli Old Charges né nei Regolamenti Generali. Tuttavia, negli Antichi Doveri (che poi al XXXIX ed ultimo punto dei Regolamenti Generali vengono espressamente dichiarati land- marks ovvero cippi terminali, da « conservarsi accuratamente ») si legge al capo 1°: « Un Massone ha l’obbligo, in virtù del suo Titolo, di obbedire alla Legge morale; e se egli ben comprende l’arte non sarà mai: uno stupido Ateo né un Libertino senza Religione. Negli antichi tempi i Massoni erano obbligati in ogni paese di professare la Religione della loro Patria o Nazione, qualunque essa fosse; ma oggi, lasciando a loro stessi le particolari opinioni, si trova più a proposito di obbligarli soltanto a seguire la Religione sulla quale tutti gli Uomini sono d’accordo. Essa consiste nell’essere buoni, sinceri, modesti e persone d’onore qualunque sia il credo che li distingue; da ciò si deduce che la Massoneria è il Centro di Unione ed il Mezzo atto a conciliare una sincera ‘Amicizia fra Persone che non avrebbero mai potuto senza di ciò divenire componenti della stessa Famiglia ». Abbiamo qui, in campo religioso, una visione apertissima per l’epoca, anzi, concettualmente rivoluzionaria — tant’è che fu aspramente  criticata dai Fratelli più tradizionalisti. In essa si è voluto perfino vedere un tentativo di decristianizzazione della massoneria, così come in precedenza essa era stata deromanizzata e decattolicizzata . «Decristianizzazione » è termine forse improprio e sarebbe, penso, ui’insinuazione offensiva attribuire velleità acristiane ad un estensore che comunque era pastore di una chiesa cristiana, anche se non munito sacramentalmente del carisma sacerdotale come altre confessioni cristiane lo conoscono. Ma è altrettanto vero che, pur lontani da posizioni irreligiose, si è voluta aprire la massoneria ad uomini degni, anche se non cristiani — forse con ciò riconducendola all’essenza del messaggio cristiano. È forse proprio per questo spirito aconfessionale che nelle Costituzioni non ritroviamo nemmeno altri riferimenti cristiani se non in funzione di segnatempo, come usava allora (ed ancor oggi in Certe nostre campagne): il giorno di Nostra Signora, di S. Michele, di S. Giovanni Battista, ecc. Nel 1730 fu creato Massone il primo Fratello di religione ebraica. Gli seguirono altri e poi parsi, maomettani e, solo nel 1871, il primo indù. Gli inglesi sono in genere considerati alieni da colpi di testa o azioni inconsulte: come il primo profano non cristiano entrò nell’Ordine solo 7 anni dopo la pubblicazione delle Costituzioni, così ci mise del tempo a maturare, in buon numero di Fratelli, l’opposizione a questo atteggiamento liberale in campo religioso. Ma questa opposizione divenne poi talmente importante che nella 2° ed. delle Costituzioni, che uscì nel 1738, troviamo già così modificata la frase iniziale della parte storica, innanzi riportata: « L’Onnipotente Architetto e Grande Maestro dell’Universo, avendo creato tutte le cose seguendo la Geometria… ». Tuttavia questo richiamo più preciso al Dio creatore non soddisfece i Fratelli tradizionalisti: già nel 1739 si ha lo scisma degli Ancients dai Moderns che durò fino al 1813-1812, anni in cui fu rispettivamente siglata e portata ad effetto la riunione delle due Obbedienze, con la creazione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. La vittoria arrise agli Ancients e 1a loro « ortodossia » ebbe sopravvento al punto che dalle Costituzioni del 1815 scomparve persino la frase « lasciando a ciascuno le sue libere opinioni », che era ancora presente nel testo dell’Atto d’Unione del 1813. Il paragrafo che ci interessa suona ora (1815) così: « Per obbligazione del suo stato un Massone è tenuto ad obbedire alla Legge Morale e, se comprende bene l’Arte, non sarà mai uno stupido ateo o libertino irreligioso. Tra tutti gli uomini egli dovrà meglio comprendere che la volontà di Dio non è quella dell’uomo, perché questi vede l’aspetto esteriore, mentre Dio vede il cuore. Di conseguenza un Massone è obbligato in particolare a non agire giammai contro i comandi della sua coscienza. Quale sia la religione d’un uomo 0 il suo modo di adorare, egli non sarà escluso dall’Ordine, ammesso ch’egli creda nel Glorioso Architetto del Cielo e della Terra o ch’egli pratichi i sacri doveri della Morale… ». Da quel lontano 1815 la Gran Loggia Unita d’Inghilterra non ha liberalizzato la sua posizione per la quale il G.A.D.U. non poteva essere che il Dio delle religioni monoteistiche — in pratica: ebraismo, cristianesimo, islam, mazdaismo. Con l’andar del tempo, anzi, la sua posizione si è precisata nel senso di un ulteriore irrigidimento che viola in modo palese proprio quanto stabilito al Capo I degli Old Charges nella loro prima stesura. ! Nel 1929, il 4 settembre, essa pubblicò i « Principi fondamentali per il riconoscimento delle Grandi Logge » che specificano che la credenza nel G.A.D.U. e nella sua volontà rivelata sono una delle condizioni essenziali per l’ammissione dei membri. Inoltre il giuramento sarà prestato sul Libro Sacro nel, quale è espressa la Rivelazione. E dovranno sempre essere esposti in Loggia, durante i Lavori, lo stesso Libro Sacro, la Squadra ed il Compasso. Tutto questo è stato ancora ribadito nel 1950 in quella lettera con la quale venne comunicata la rottura dei rapporti alla Loggia dell’Uruguay: vi si esprime la certezza che la Massoneria è un culto fondato su una credenza religiosa, fra i cui scopi vi è quello di conservare e diffondere la credenza nèll’esistenza di Dio — che deve essere quello di una religione monoteistica… ecc. Sul Continente le cose andarono, in parte, diversamente. Il Grande Oriente (G.O.) di Francia, che fino al 1849 non ebbe una sua Costituzione (ma solo dei Regolamenti Generali), non imponeva, per l’ammissione di un postulante, nessuna particolare credenza religiosa. Esso, comunque, intestava la sua corrispondenza, o certi atti, alla gloria del G.A.D.U. In quell’anno, tuttavia, nel 1° paragrafo della Costituzione che sarebbe poi stata approvata, venne inserita la frase: « La Massoneria ha per base la esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima ». Nel 1865 venne aggiunta la proposizione che il G. O. considerava la libertà di coscienza come un diritto proprio di ogni uomo e che esso non escludeva alcuno per le sue credenze. Nel 1872 il G. O. del Belgio, oppresso dal clericalismo, tolse il G.A.D.U. dai suoi Rituali (senza apparente reazione da parte inglese). Questo fatto incoraggiò a loro volta i Fratelli francesi liberali — e nel 1877 il G. O. di Francia eliminò dall’art. 1° l’obbligo di credere in Dio e nell’immortalità dell’anima. Ma sul G.A.D.U. non si prese alcuna decisione. Esso scomparve dal Rituale di quell’Obbedienza nel 1884. Questa, a brevissime linee, la nascita storica del G.A.D.U. nella Massoneria speculativa nonché la sua è stata. © e evoluzione e morte — ove vi je Occorrerebbe ora, ma non è possibile in questi appunti; esaminare la necessità o meno della identificazione del Creatore con l’Organizzatore (o Architetto) dell’Universo. E se il Libero Muratore, per essere tale, debba credere anche nel primo oltreché nel secondo; se veramente la Libera Muratoria debba essere considerata strumento di diffusione religiosa. Se, infine, possa essere considerato « regolare » chi ha disatteso nel modo più clamoroso gli Old Charges — anche se si considera depositario, custode e difensore dell’ortodossia; e giudice di quella altrui. Queste sono solo alcune delle problematiche, quelle che affiorano con più urgente evidenza. Ma si potrebbe continuare ad infinitum, come in tutte le discussioni filosofiche in generale ed in quelle attinenti alla religione in particolare. Eppure anche questo studio deve avere qualche conclusione. Esse non potranno, tuttavia, far altro che esprimere le libere, personali opinioni cui, oggi come oggi, è giunto l’estensore. In generale, al termine di questo lavoro di ricerca, ci sembra di cominciare ad intravvedere con maggior chiarezza cosa e quanto separi realmente i Fratelli c. d. «liberali » da quelli « dogmatici » e quali siano almeno alcune delle principali problematiche insite in ciascuna delle due posizioni. In particolare ci sembra di poter dire questo:

1) Come persone che hanno liberamente deciso di appartenere alla Libera Muratoria accettiamo gli Antichi Doveri: il Massone non può essere uno « stupido ateo ». Come ciascuno si configura questo Dio, sono fatti suoi e solamente suoi. Gli Antichi Doveri non gliene impongono uno in particolare.

2) Come Massoni noi siamo Scozzesi. alla Gloria del G.A.D.U. Perciò noi, alla Gloria del G.A.D.U. con onestà,

3) Come si divenga formalmente Massoni, è Nello scozzesismo si lavora ciascuno come è, lavoriamo umiltà e tolleranza. è un fatto puramente casuale. Fossimo nati francesi, alcuni di noi forse apparterrebbero al  G. O. di Francia. Non per questo peggiori o migliori In questo spirito — crediamo-si è recentemente prospettato parte autorevolissima (ottobre 79) il  possibile ingresso nei nostri Templi di simboli rituali   appartenenti  a culture africane. —  

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