Uniti solo dalle diversità
Il commento di Adriano Fabris (La Nazione 02 agosto 2011)
Firenze, 2 agosto 2011 – ESISTE un’identità toscana? Esiste qualcosa come una «toscanità», cioè un carattere che accomuna tutti gli abitanti della regione? Da non toscano – sebbene ospite di questa terra, in cui ho scelto di vivere, da più di 25 anni – credo proprio di no. E’ anzi questa, forse, la particolarità dei toscani: di essere considerati tali proprio nelle loro diversità e per le loro diversità. Non intendo riferirmi soltanto ai vari municipalismi. Certo: è una mentalità che esiste e che può essere portata all’estremo.
L’anziano padre di un mio amico disse una volta, tra il serio e il
faceto, di aver sposato una «straniera». Al mio sguardo allibito, visto che
la moglie la conoscevo bene, precisò che era del paese accanto, che distava un
paio di chilometri dal suo.
Ma il punto vero, ripeto, non è questo.
Ciò che invece contraddistingue l’essere toscani è la rivendicazione della
specificità di un luogo e di una comunità, che si collocano magari accanto ad
altri luoghi e comunità, ma che hanno rispetto a essi sempre qualcosa di
diverso. Le colline del Chianti non sono tutte uguali fra loro, così come i
monti dell’Appennino o le dune di sabbia affacciate sul Tirreno. Né sono uguali
le varie città, e neppure le loro contrade. Come accade invece in altri paesi
del mondo. Ma questa sottolineatura delle differenze, delle specificità, non è
interpretata in Toscana come alibi per la chiusura e l’isolamento.
La Toscana non è terra di omologazione, ma non è neppure luogo
d’intolleranza. Lo spirito tollerante, magari, non s’esprime nelle forme di un’immediata
accoglienza, ma è comunque segno del riconoscimento e del rispetto che a
ciascuno si deve. Come conterraneo o come ospite: ma, in ogni caso, come essere
umano. Emerge qui il senso di civiltà che anima ogni parola e gesto dei
toscani.
Insomma. Un’attenzione per la
specificità, propria e altrui, che oscilla tra rivendicazione e apertura: ecco
in cosa consiste lo spirito dei toscani. Si tratta dunque di una
toscanità frastagliata, di una categoria che finisce per smentire se stessa,
appunto perché non serve a omologare. Ma quest’attitudine, a ben vedere, rivela
anche un aspetto particolare dell’identità italiana. Perché anche l’Italia
delle montagne e del mare, dei paesi e delle città, fa esperienza, tuttora, di
un’unità ottenuta grazie alle diversità. In tutta la sua debolezza e in tutta
la sua forza. Sta ai toscani continuare a mostrare agli italiani che si tratta
di una forza.
(Adriano Fabris, direttore Master in Comunicazione Università di Pisa)