INIZIAZIONE
Ho
tracciato molte volte questa mia prima tavola.
E’ la prima occasione in cui mi viene data la parola e, improvvisamente mi
rendo conto che il fiume di nozioni, che mi pareva dovesse sgorgare dal mio
intimo, è arido : tutto mi sembra confuso, enfatico ed inutile.
Non ricordo nulla del momento temporale della mia iniziazione; ero frastornato.
Ne ho rivissuto le emozioni, apprezzato i simbolismi, partecipando e assistendo
alle iniziazioni dei miei fratelli Apprendisti. Solo allora ho incominciato a
ricordare, a pensare ai significati delle prove a cui ero stato sottoposto e
che comunque hanno valenze individuali differenti a seconda delle aspettative
soggettive, del vissuto personale, del momento esistenziale.
Nessuno degli amici fratelli già iniziati aveva ritenuto opportuno,
giustamente, di rendermi edotto su ciò che mi aspettava.
Oggi li ringrazio per questo velato insegnamento al silenzio, poiché
l’osservanza del silenzio, prerogativa, ed aggiungerei privilegio, degli
Apprendisti, favorisce la scoperta della meditazione come mezzo per dialogare
con sè stessi, per sintonizzare il mondo interiore con l’esteriore,
consente di osservare senza giudicare o far trasparire giudizi, di non
divulgare verità non ben assimilate, di non stupire con inutili nozionismi.
A tale proposito, conservo, con grande senso di gratitudine, il manoscritto che
il Fratello Oratore mi diede il giorno dell’iniziazione:
“ L’uomo saggio che sente parlare della via, la segue
diligentemente.
L’uomo medio che sente parlare della via, a volte la segue a volte no.
L’uomo sciocco che sente parlare della via, ci ride sopra.
Se così non fosse, la via non sarebbe tale.”
(Tao-te-ching, Lao-Tzu)
Mi
consentì di intuire ed approfondire la differenza tra “sapienza” e “saggezza” e
la consapevolezza che l’oggetto della mia ricerca, la via, esiste già, è dentro
di me e non va cercato all’esterno, ma nel mio intimo, spazzando dogmi,
dottrine, falsi miti, nozioni, che alimentano l’”io” ed allontanano dal “sé”.
Questa ricerca è privata e personale, non può essere trasmessa ad altri e non
si può imparare da altri. Dobbiamo trasmetterci la conoscenza utile ai nostri
fini, tenendo conto che la
Conoscenza, esprimendosi in concetti, può essere trasmessa, la Comprensione resta un
patrimonio personale e non può essere trasmessa.
(Dal basso l’alto diventa concepibile, dall’alto il basso diviene
comprensibile).
L’iniziazione non ha la pretesa di avere valenza di sacramento, ma segna il
momento in cui si prende coscienza che la via intrapresa è per la trasformazione
interiore di sé stessi, per trasformarsi da uomini sciocchi in uomini saggi.
Durante la rappresentazione psicodrammatica dell’iniziazione, l’aspirante non
esprime la rinuncia ai preconcetti della vita profana, ma il proposito alla
loro rinuncia, rinuncia che è promessa di lealtà ai principi dell’Ordine
iniziatico.
Insegnabile e trasmissibile, al contrario, è il metodo di preparazione atto ad
ottenere lo stato, la condizione da realizzare interiormente, riconducibile ai
riti, alle simbologie, alle metafore che hanno lo scopo di indicare un percorso
e favorire la meditazione col distacco dalle distrazioni della vita
profana, priva di valori ideali. Il rituale propone una serie di
movimenti e formule rassicuranti che favoriscono la coesione tra coloro che li
praticano ed a tal proposito, sento l’impulso di ringraziare i Fratelli la cui
influenza spirituale nell’assimilazione dei riti e nella comprensione dei
simboli, è stata, è, e sarà di grande aiuto.
Ho detto.
Fr.·. B.Q.