Le motivazioni dell’esclusione delle donne all’iniziazione massonica, nella Massoneria d’influenza anglosassone, sono sempre state espresse con sufficienza e superficialità, e mai ampiamente chiarite, soprattutto dall’interpretazione sociologica, morale, e “umanistica” del “Diritto Umano” di Marie Deraismes (sotto), che pur comprensibile ed adottabile sul piano etico e filosofico, rappresenta tuttavia il modello di tutto ciò che non ha alcuna relazione con l’iniziazione massonica. Se le istanze egualitarie espresse dalla Deraismes fanno pur parte, sul piano delle concezioni attinenti all’evoluzione sociale e civile, non si possono ignorare le differenze naturali che esistono fra gli esseri, arrivando ad attribuire alle femmine un ruolo “mascolino”, che del resto è alla base d’ogni malinteso femminismo.
Un’opera, recentemente apparsa, copre una lacuna che non era più sopportabile della storiografia massonica italiana. 1
Gli autori, Francesca e Pier Domenico Vigni coprono l’intero arco temporale della massoneria moderna, esplicano le necessità e i motivi dell’iniziazione femminile in Massoneria, ed evidenziano le difficoltà, le sconfitte e le vittorie di quest’importante movimento della nostra era.
In questo testo, essenzialmente esaustivo, appaiano ben chiare le finalizzazioni etico-sociali che animavano le Sorelle, ma anche la grave mancanza di una loro conoscenza approfondita delle motivazioni esoteriche sul tema della loro esclusione massonica. Ogni comunità massonica ha il pieno diritto di osservare i propri limiti, e accettare i Landmark, ispirati (o presunti tali) a ciò che crede essere la sua essenzialità. Non è pertanto necessario considerare i Landmark adottati dalla propria Comunione come dei dogmi; Guénon, il cui rigore tradizionale non può essere messo in discussione afferma:
…la questione dei Landmark che è, come si sa, soggetta a interminabili discussioni, appena chiarite riferendosi al significato originale della parola, applicata nella Massoneria operativa ai segni, mediante i quali era fissato il centro, e gli angoli di un edificio prima della sua costruzione, che può permettere d’interpretare i caratteri generalmente riconosciuti ai Landmarks nel senso di una verità immutabile, universale e atemporale in se stessa, e nello stesso tempo suscettibile, nei diversi domini d’esistenza e d’azione, di applicazioni che sono dei riflessi, a dei diversi gradi, d’un “Archetipo” puramente spirituale; e va da sé che, in queste condizioni, i veri Landmarks non possono in alcuna maniera essere assimilati a un insieme di regole scritte, che non saprebbero esprimere tutt’al più che il riflesso più indiretto e più lontano 2
È necessario quindi che ogni generazione massonica riconsideri la sua intima essenza, restaurandone i danni e le sovrastrutture temporali, per poterla così riconfermare e ritrasmettere integralmente. Su tale difficile tema, non è possibile ignorare le considerazioni d’opportunità, (la cosiddetta “ragion di stato”) cui ogni comunità massonica è tenuta.
Sarebbe però utile un dibattito e un confronto – che è sempre più impossibile ignorare – per un chiarimento, storico, ma soprattutto esoterico sull’iniziazione femminile in Massoneria. Gli Old Charges, al III Capitolo (relativo alle Logge) dichiarano:
Coloro che sono ammessi ad esser membri di una Loggia devono essere persone di buona reputazione, compresi d’onore e di ragione, nati liberi e d’età matura ed essere discreti. Essi non devono essere né schiavi né donne, né uomini che vivono senza morale od in modo scandaloso.
I Canoni fondamentali dell’Ordine Massonico sono chiamati “Landmarks“ dal termine usato all’art. 39 del “Libro delle Costituzioni“ dell’Anderson, ma non furono mai ufficialmente stabiliti fino alla proposta (1858) del Mackey, pubblicata nella “American Quarterly Rewiew of Freemasonry “.La particolare posizione del Mackey, Gran Segretario del Supreme Council Mother ecc., fece sì che i limiti da lui proposti fossero generalmente accettati; tuttavia, se non si condivide la quasi generale subordinazione Scozzese a tale Supremo Consiglio, non è certamente necessario attribuire a tali limiti un’esclusiva validità tradizionale, considerando fra l’altro che vi sono alcune stesure dei “Landmarks”, altrettanto valide e tradizionali. Il Mackey, nel commentare il XVIII dei suoi Landmarks, afferma
Fin dalla nostra entrata nell’Ordine abbiamo trovato certi decreti che stabiliscono che potessero entrarvi solo uomini capaci di affrontare fatiche o di adempire al dovere dei massoni speculativi. Noi abbiamo preso l’impegno solenne di non alterare questi regolamenti che non potrebbero esser cambiati senza una completa disorganizzazione del sistema intero della Massoneria speculativa.
E’ evidente da tale affermazione che il Mackey, nel negare la possibilità d’iniziazione massonica alle donne, non poté trovare altre argomentazioni che il ricorrere ad un costume operativo precedente, che fra l’altro in alcuni casi lo smentisce. Non si può, in ogni caso affermare o negare la possibilità d’iniziazione massonica alle donne senza ricorrere all’unico parametro effettivo, quello della validità iniziatica e della tradizione esoterica.
A nostro giudizio, gli Antichi Doveri, e successivamente i Landmarks, hanno
accolto, fra i limiti tradizionali che un’Ordine iniziatico ha il diritto di
porsi, alcuni limiti d’ordine politico-amministrativo o di pura opportunità
contingente.
Nel momento in cui si notano delle divergenze fra la pseudo-ortodossia
anglosassone politicamente espressa dai Landmarks, e quella indotta della
tradizione universale, da cui la tradizione massonica discende, un corretto
orientamento non può che scegliere l’eterno ed immortale valore dei concetti
iniziatici di contro a contingenze storiche ed ambientali.
È quindi senza alcun pregiudizio che esaminiamo, con tutti i dati che abbiamo
potuto raccogliere, sia gli aspetti storici sia quelli esoterici
dell’iniziazione femminile in Massoneria, pur nella consapevolezza che
l’insufficiente bibliografia favorisce l’ambiguità dei pareri su un argomento
spesso eluso od affrontato con imbarazzo. Fra i pochi che hanno espresso con
chiarezza la loro opinione in merito, e forse con pareri solo apparentemente
opposti, citiamo:
Ai nostri giorni, apprezziamo meglio l’eredità dei pensatori che ci hanno lasciato un profondo simbolismo e comprendiamo che è assurdo proporre alla donna un programma iniziatico che mira allo sviluppo della mascolinità. Se la donna dovesse essere iniziata, non potrebbe esserlo che ai Misteri della femminilità. (O.Whirt)
Con riserva di un adattamento di certi riti, non vediamo alcuna ragione di rifiutare l’iniziazione massonica alle donne. Diremo pure che le fondamenta del metodo iniziatico – in quanto mettono l’accento sulla via interiore, quella del cuore e dell’intuizione – ci sembrano, al femminile. (Paul Naudon)
Nella nebulosa storia della Massoneria corporativa si trovano tracce che attestano che le donne erano ammesse, in parità di diritti e doveri, nelle Gilde degli Artigiani. In Francia il “Livre des Métiers” di Etienne Boileau (1268) prevedeva l’accesso delle donne nelle Corporazioni artigiane, e la loro elevazione al grado di Maestro, anche in mestieri manuali tradizionalmente maschili. Gli Statuti della Gilda dei Carpentieri di Norwich (1375) sono indirizzati “ ai Fratelli ed alle Sorelle “. La catena tradizionale di tali ammissioni femminili continua fino agli albori della Massoneria speculativa. Lo Statuto della Loggia di York (1693) riporta che: “ Colui o Colei che deve esser fatto (sic) Massone pone le mani sul Libro [la Bibbia] ed allora le istruzioni sono date”. È evidente che l’ammissione delle donne nella Massoneria Corporativa rispecchiava la necessità economica di trasmettere in linea familiare il patrimonio d’impresa. Il Maestro Muratore, non avendo figli maschi cui trasmettere l’eredità, assicurava alla vedova la “regolarità” necessaria a continuare la sua opera. L’accettazione di membri non operativi anche femminili si può quindi considerare d’uso comune nella Massoneria medioevale. Questa, logicamente, non ritenne necessario mettere in evidenza la non partecipazione diretta ai lavori dei suoi membri femminili, nel mentre stabiliva che gli Apprendisti dovevano essere in perfetta integrità fisica. A nostro parere non esistono, quindi, motivi storici o tradizionali che impediscano l’iniziazione massonica alle donne, quando siano osservate particolari norme rituali d’ordine esoterico: è solo all’origine “storica” della Massoneria che si viene a formare il termine che impedisce alle donne l’iniziazione. Ciò può forse esser stato determinato dal completo decadere della componente operativa o “d’impresa” nell’economia delle Logge o dall’influsso del puritanesimo, che incise sulla morale fino ad arrivare alle ridicole esasperazioni della società vittoriana, ben diversa da quella così libera e gioiosa espressa dai “Canterbury Tales” o, due secoli più tardi, dalle “Allegre Comari di Windsor”.
Il ritorno delle donne nelle Logge avvenne nel continente, e, più precisamente, nella galante terra francese. Il Clavel, nella sua “Storia della Massoneria e delle Società segrete” (Napoli 1873, ppgg. 122/129) accenna che verso il 1730 si crearono delle società androgine, che usavano forme para-rituali imitanti quelle massoniche. Più tardi, si crearono ufficialmente delle Logge d’Adozione, d’effettiva origine massonica, “come un mezzo onesto di far partecipare le mogli e le figlie dei Massoni ai piaceri che essi provavano nelle loro feste misteriose”
Il Findel nonostante la mole enciclopedica della sua opera, non accenna in alcun modo alle Logge d’Adozione” ed alla Massoneria Femminile. L’unica opera sull’argomento è quella del Le Forestier.
Anche quest’autore si sofferma sulla nascita di società androgine imitanti la Massoneria, per fini di divertimento. Ma è evidente che è solo per una sorta di maliziosità, o per pignoleria erudita che lo storico sopracitato ha parlato di società quali l’Ordine dei Cavalieri e delle Ninfe, della Rosa, delle Mopses, ecc., come origine prima delle Logge d’Adozione.
Il Le Forestier riporta, in nome di questa maliziosità, alcune notizie su una “Confrérie de Figues” che voleva “far rivivere l’età dell’oro praticando la comunità dei beni ed estendendola a quella dei corpi”. Le “Soeurs de la Figue Noire” dovevano accordare, con una docilità ed una compiacenza senza riserve, tutti i favori che avrebbero chiesto i “Frères du Chapeau Noir”. Quest’imitazione sensualistica dei misteri framassonici, la cui riservatezza era cagione d’estrema curiosità nel mondo profano e soprattutto in quello femminile, non può aver preformato le “Logge d’Adozione”, sottoposte d’altro canto ad un rigido codice, ove erano accolte soltanto le mogli e le figlie dei Massoni e dove si trasmetteva un simbolismo ultra-virtuoso e moralistico, certamente più strumentale ai Fratelli che seguito dalle “Sorelle”.
Tuttavia, anche nel caos, più folcloristico che iniziatico, della Massoneria
francese dell’Ancien Régime le Logge Simboliche propriamente dette non
ammettevano ai propri lavori la presenza femminile. Il Le Forestier, nell’opera
citata, afferma che
Lo stesso termine “Logge d’adozione” è, in realtà, improprio, in quanto si equivoca sul triplo significato di “Loggia”, che può designare un gruppo massonico portante un nome distintivo, come anche una riunione di tale gruppo ed infine il locale (altrimenti chiamato tempio) dove questo si raduna. Le Logge mascoline adottanti avevano creato un particolare rituale per tornate straordinarie in cui erano ricevute od iniziate le sorelle adottate.
Sarebbe quindi più preciso adottare la dizione “Tornata d’Adozione femminile” anziché quella di “Loggia d’Adozione”, così come si dice “Tornata” funebre, d’agape, matrimoniale o d’adozione d’Ulivelli. Il giudizio di René Guénon, a riguardo del rituale del Rito Femminile Egiziano di Cagliostro, molto simile a quello delle Logge d’Adozione, è molto deciso:
Un altro punto da notarsi è il carattere dei gradi femminili: questi conservano in gran parte il simbolismo abituale nella Massoneria d’Adozione, ma questa non rappresenta in vero che un semplice simulacro d’iniziazione, destinato a dare un’illusoria soddisfazione alle donne che rimproveravano alla Massoneria di trascurarle. 5
Il Grande Oriente di
Francia, più per rimediare a uno stato di fatto che per reale convinzione,
autorizzò, in forma ufficiale, (il 10 Giugno 1774) le Logge d’Adozione,
ponendole tuttavia sotto la guida e la protezione dei Fratelli. È interessante
notare che nelle cerimonie connesse ai quattro gradi femminili, i cui quaderni
furono compilati e pubblicati da Guilleman de Saint Victor, la principale
disposizione imponeva: «le Logge d’adozione non sono mai convocate se non da
Grandi Maestri Liberi Muratori»
L’iniziazione delle Sorelle era affidata al Maestro Venerabile, alla cui destra
sedeva, senza mai intervenire, la Gran Maestra, le cui funzioni erano solo
onorarie e cerimoniali. Ugualmente, le Dignitarie della Loggia avevano la sola
mansione di accompagnare i Fratelli rivestiti della stessa dignità durante il
rito.
E’ quindi evidente che la nascita delle Logge d’adozione era considerata una
necessità più sociale e familiare (compiuta “obtorto collo”) che derivante da
una convinzione iniziatica. Questa preclusione massonica all’operatività
femminile è basata su un’affermazione del rituale: (versione del G.O.I.):
“Essendo la nostra iniziazione solare, le donne non possono essere ammesse ai
nostri misteri.”
È da quest’affermazione che è necessario partire per esaminare la questione non
più nei suoi aspetti storici, ma in quelli più propriamente iniziatici. La
proposizione “essendo la nostra iniziazione solare”, al contrario di
quanto si crede comunemente, è un inserimento recente, nell’ambito del Grande
Oriente d’Italia, effettuato nella revisione del Rituale Massonico del 1969.
Abbiamo a suo tempo interpellato, su questa modifica, alcuni membri della
Commissione Rituale dell’epoca, i F.lli Drake e Renato Caporali. Questi
risposero che nei Rituali G.O.I. del 1949 e 1955 vi era stata un’omissione
della parte relativa alla consegna dei guanti da donna, giustamente
reintegrata, e che la frase “iniziazione solare” era stata “inserita” per dare
una motivazione plausibile all’esclusione.
A nostro giudizio, non può esistere un’iniziazione esclusivamente
“solare” o “lunare”, essendo questi termini riferibili soltanto alle due fasi
progressive dell’operatività esoterica, chiamate anche Piccoli o Grandi
Misteri, o Isiaca ed Osiridea, indipendentemente dal sesso fisico
dell’operatore.
Da almeno cinquemila anni il simbolismo esoterico raffigura questa
caratteristica con il Sole e la Luna affiancanti la Stella, che è la sintesi
androgenetica dell’uno e dell’altra. Da sempre i calendari iniziatici sono
luni-solari, in quanto le correnti magnetiche micro-macrocosmiche s’interpolano
ed interagiscono fra di loro.
Proclo, 6 la cui opera si può considerare esprimente gli assiomi
fondamentali dell’esoterismo, che è una visione arcaica e futuristica assieme
del mondo, afferma, parlando dell’affinità micro-macrocosmica del simbolismo
del Sole e della Luna, che:
…non è forse questo il motivo per cui il girasole si muove in sintonia con il sole e il seletrópion [pianta a segnatura lunare non identificata] in sintonia con la luna, compiendo la propria rivoluzione, nei limiti delle proprie possibilità, insieme con le lampade del mondo?…
Giamblico ci ha trasmesso quella sapienzialità attribuita agli egiziani e che, attraverso varie confluenze, la Massoneria ha in parte ereditato, parlando delle analogie universe 7 che reggono il Tutto, ritiene che
C’è presso gli Egiziani ancora un’altra egemonia sugli elementi universali del divenire e sulle loro potenze, quattro maschili e quattro femminili, egemonia che attribuiscono al sole; e c’è un’altra autorità su tutta la natura del divenire che attribuiscono alla Luna.
Per Giamblico, quindi, così come nelle analogie universe l’incenso, per la sua segnatura solare, rappresenta e sostituisce ogni altra resina aromatica con diversa segnatura, nell’influenza del Sole sui mondi materiali è implicita quella della Luna, che ha, inoltre una sua funzione specializzata, quella della formazione e della conservazione delle forme.
Su un piano spirituale superno l’iniziazione effettiva forma un essere
androgeno, in cui vi è la capacità totale di generare, formare e conservare. In
ciò non vi è l’annullamento delle due diverse forme di sessualità, ma al
contrario la loro massima unificazione ed espressione, mentre nel piano
materiale, nello stesso tempo, la diversificazione tuttavia sussiste, o,
meglio, sussiste la specializzazione differenziata in cui non vi è differenza
di grado, ma di qualità. Guénon afferma che:
si può essere adatti a ricevere un’influenza spirituale senza per questo esser capaci di trasmetterla e bisogna aggiungere che vi sono impedimenti speciali non concernenti che alcune forme d’iniziazione. Su quest’ultimo punto è sufficiente insomma ricordare che la diversità dei modi d’iniziazione, sia da una forma tradizionale all’altra, e sia all’interno di una stessa forma tradizionale, ha precisamente lo scopo di rispondere alle diversità d’attitudine individuale e non avrebbe evidentemente alcuna ragione d’essere se in un unico modo potesse convenire ugualmente a tutti coloro che sono in modo generale qualificati per ricevere l’iniziazione.
In un’organizzazione sociale tradizionale, essendo ognuno là dove la sua natura individuale lo pone, il problema dell’iniziazione femminile in Massoneria sarebbe improponibile ed impensabile. In un’iniziazione cavalleresca, ad esempio, essendo questa speculativamente rivolta sull’operatività dell’arte bellica, la coesistenza rituale androgina sarebbe assurda, anche se non si può negare che qualificazioni di tipo “eroico” possono esistere in una donna.
D’altra parte, in un contesto rituale esclusivamente femminile, nel
Compagnonaggio delle ricamatrici, ad esempio, o di tipo religioso-misterico,
come il Collegio delle Vestali o la Sororeria della Bona Dea, l’uomo che avesse
preteso l’iniziazione, anche se in nome di una malintesa o provocatoria parità
sessuale, sarebbe stato considerato matto o inviato fra le Galle, i sacerdoti
omosessuali e castrati di Cibele.
La richiesta dell’iniziazione femminile in Massoneria, e l’affermazione di tale
possibilità nell’era attuale, deriva dalla constatazione che l’attuale civiltà
ha perduto gran una parte del tradizionale ordinamento originale,
nell’evoluzione-involuzione della società, realtà che non si può ignorare in un
corretto orientamento iniziatico.
Nel tempo si è prodotta una frattura fra l’atto operativo ed exoterico del
costruire e quello speculativo ed esoterico della costruzione metafisica, e
questa separazione, non potendosi risolversi sul piano fisico, si può
ristabilire solo nel piano metafisico, in cui la “specializzazione” sessuale
puramente fisica non ha più senso.
Già con l’inserimento di membri “accettati” la Massoneria ha abbandonato la
tradizione “compagnonica” d’origine, venendo così meno al primo principio
dell’iniziazione artigianale, quello, come si è già detto, dell’affinità fra
mestiere fisico e l’operatività metafisica.
Con questa perdita, si è prodotto così il decadere di alcune delle qualificazioni particolari per l’iniziazione: ma anche l’elevazione della Massoneria, che era una volta la semplice spiritualità del terzo stato (minoritario nella società tradizionale) al rango d’unico “Mistero” della nostra epoca.
Se quindi non è più necessario essere dei costruttori di mestiere per essere Massoni, potrebbe non essere più opportuno riferirsi a consuetudini legate ad un periodo storico particolare per negare l’iniziazione alle donne. Stabilito ciò, se così si volesse, il nodo centrale del problema non è più quello della qualificazione maschile ma quello, più universale, delle qualificazioni necessarie alla trasmissione iniziatica. René Guénon 8riafferma l’indispensabilità della qualificazione maschile, quando afferma:
Sappiamo bene che certi contemporanei hanno pensato che, essendo scomparso l’effettivo esercizio del mestiere, l’esclusione delle donne dall’iniziazione avrebbe ugualmente perduto la sua ragione d’essere: ma questo è un reale non-senso, poiché la base di una tale iniziazione non è assolutamente cambiata per questo, e come abbiamo già detto [Aperçus sur l’initiation, ch.XIV] quest’errore rivela una completa ignoranza della portata e del valore reale delle qualificazioni iniziatiche
Ma, proseguendo, nello stesso tempo afferma 9anche che vi sarebbe comunque, anche se con estrema difficoltà, la possibilità di un’iniziazione femminile in Massoneria: È facile comprendere che potrebbe esserci, d’altra parte, perlomeno come principio, delle possibilità d’iniziazione femminile che non sarebbero per niente da scartarsi: ma diciamo in principio perché, disgraziatamente, nelle attuali condizioni, non esiste di fatto alcuna trasmissione iniziatica che possa permettere di realizzare queste possibilità: e noi non lo ripeteremo mai abbastanza, perché questa è una cosa che molti sembrano sempre perdere di vista; al di fuori di una tale trasmissione, non ci sarebbe alcuna valida iniziazione, non potendo esser costituita da delle iniziative individuali, che, comunque fossero, non potrebbero per se stesse che produrre una pseudo.iniziazione, in quanto l’elemento sovrumano, cioè l’influenza spirituale, farebbe forzatamente difetto.
Pertanto si potrebbe intravedere una soluzione se ci si collega a questo: i mestieri appartenenti al Compagnonaggio hanno sempre la facoltà, tenendo conto delle loro affinità più speciali, d’affiliare questo o quel mestiere e di conferire a questo un’iniziazione che non possedeva prima, e che è regolare per il motivo che non è se non un’adattamento di un’iniziazione preesistente: non potrebbe trovarsi qualche mestiere che sia suscettibile d’effettuare una tale trasmissione al riguardo di certi mestieri femminili? La cosa non sembra assolutamente impossibile e forse anch’essa non è senza esempio nel passato: ma non possiamo nasconderci che si troverebbero numerose difficoltà in ciò che concerne il necessario adattamento, essendo questo più difficile che fra due mestieri maschili: si troverebbe oggi degli uomini che siano sufficientemente competenti per realizzare quest’adattamento in uno spirito rigidamente tradizionale, e capaci di guardarsi d’introdurvi la minima fantasia che rischierebbe di compromettere la validità dell’iniziazione trasmessa?”
Nelle glosse varie del “Gruppo di Ur“ (Invito alla magia- Edizioni Mediterranee Roma 1973) troviamo che:
Se per iniziazione si intende semplicemente il procedimento nel quale può esser raggiunto il contatto con il sovrasensibile, devesi dire che, in linea di principio, l’iniziazione è aperta anche alla donna. Resta, nel riguardo, il problema della via. Normalmente, la via propria dell’uomo è quella “ secca “ ed attiva di un metodo in cui la presenza a sè non è mai perduta ed il rito è controllato in tutte le sue parti da un principio che si mantiene in tutti i cambiamenti di stato, fino alle fasi realizzatrici. Invece, per una donna, la via naturale sarebbe quella “umida”.
Il motivo di ciò non è puramente teorico e quindi soggetto alle varie opinioni, ma deriva da quell’assioma lapalissiano che dalle querce non nascono limoni. Il rapporto micrococosmo-macrocosmo si fonda su perfette analogie che non si possono ignorare da parte di chi segue una via iniziatica tradizionale. In questa il principio solare è sempre collegato alla forza virile. Aristotele disse: “l’uomo ed il sole generano l’uomo“. Nell’Jaminiaupanishad bramâna è detto:
“Quando il padre (umano) l’emette così, come semenza nel grembo della donna, è in realtà il sole che là lo emette; là, in verità, lo regge e lo conduce di là da questa morte; in seguito nasce, conformemente al seme ed al soffio”.
Nei Misteri di Mithra,
dai quali le donne erano escluse, si affermava che il potere delle iniziazioni
solari era “taurino” ed “ ammonio” e che “questo potere nessuna donna può conoscere
senza morire”.
Ma anche in un corpo fisico ed una psicologia prettamente maschile, vi è
comunque, nella fisiologia sottile, una polarità lunare sub-dominante, così
come nella donna vi è una polarità solare, sempre sub-dominante. Purtuttavia la
trasmissione di un’influenza spirituale, che è l’essenzialità di
un’iniziazione, non può, nel quaternario, che esser trasmessa per canali
quaternari e quindi fisici.
La generazione spirituale segue quindi gli stessi canali di quella fisica ed il
potere di trasmettere l’iniziazione è prerogativa esclusivamente maschile o
androgena. Se si voglia comunque affermare il cosiddetto carattere “solare”
dell’iniziazione Massonica, questo non può che riferirsi ai poteri attivi di
trasmissione, in quanto è assiomatico che in ogni via iniziatica vi è, nello
stesso tempo, la lunarità isiaca dei Piccoli Misteri e quella solare ed
osiridea dei Grandi Misteri.
La fase lunare ed isiaca comporta il concetto della reintegrazione, il ricupero
di quella parte istintiva ed intuitiva che l’uomo, nel suo evolversi ciclico
verso la razionalità ha perduto, e che deve ritrovare, senza perdere
quest’indispensabile conquista. La fase solare ed osiridea comporta il concetto
della trasmutazione, o il proseguire dell’evoluzione ciclica dell’uomo verso
gli stati superiori dell’essere, nel superamento di ciò che è in lui terrestre
e materico.
Nella ritualità Massonica si possano trovare tracce dei Piccoli Misteri quando
il recipiendario è messo nello stato ricettivo ed il Compagno vede nella Stella
Fiammeggiante l’esistenza di un piano sovrasensibile. Il simbolismo Massonico,
che vede nei suoi Templi sia la Luna sia il Sole, è chiaramente e completamente
improntato alla dualità dell’essere nelle sue manifestazioni visibili.
Si può quindi ipotizzare la regolarità dell’iniziazione femminile in Massoneria,
quando questa poi nonpretenda autonomamente i poteri di trasmissione, che sono
solari e maschili (o luni-solari androgeni). In nome di questo principio è
necessario che durante l’iniziazione da parte di una Maestra Venerabile vi sia
il contatto fisico di un Fratello (mano destra sulla spalla sinistra) su una
Sorella, o che sia seguita passo per passo da un Fratello con la spada puntata.
È comunque da rimarcare, se ve ne fosse bisogno, che questa specializzazione
maschile o androgena per la trasmissione iniziatica si limita a questa
particolarità tutto sommato tecnica, e non incide per niente sul concetto che
sia la reintegrazione sia la trasmutazione siano prerogative individuali sia
femminili sia maschili, in quanto negli stati superiori dell’essere la fisicità
(caratteristica del quaternario) è superata, o meglio integrata in un principio
di unicità o universalità. Ancor più non incide sulle qualificazioni alle
cariche politico-amministrative che, non essendo di carattere rituale
iniziatico, sono aperte indistintamente a tutti coloro che abbiano la capacità
ed il carisma necessario, uomini o donne che siano.
Comunque, anche sul piano della fisicità, o meglio della tradizionale
fisiologia sottile, i termini di polarizzazione si possono invertire attraverso
l’operatività esoterica: in altri contesti metafisici, come nel tantrismo
shivaita ad esempio, in cui l’unione di Shiva e Sakthi forma un androgeno che,
proprio dal congiungimento delle sue due componenti sessuali sottili opposte,
provoca nel frattempo la discesa di un’influenza spirituale ed un’integrazione
di queste sul piano uni-verso.
Nella tradizione massonica, dal XVII secolo ai nostri giorni, vi è la stessa
operatività rituale di formazione androgenetica. Nei rituali 10 del Rito Egiziano Femminile di Cagliostro, oggi usato
dalle Logge Androgene d’Adozione dipendenti dai Riti Uniti di Misraim e Memphis
– Gran Santuario Adriatico, è previsto il Ricevimento di una Maestra Egizia,
(chiamato anche rito simbolico o d’Osiris). In questo rituale, la Gran Maestra,
accompagnata da un Maestro IV° grado con la spada in pugno, riceve così la
nuova Maestra: (Con la spada tocca il capo della Neofita. Depone la spada e
slaccia il cordone dalla sua vita e la invita a spogliarsi della veste di lutto
e ad indossare il grembiule di Maestra, la sciarpa di Sibilla e i guanti
bianchi della purezza, Poi toglie il collare bianco con la scritta E.S.H. e lo
cinge al collo della Neofita.)
Poi recita:
EGO SUM HOMO. Sono uomo. Questo è scritto sul collare che vi ho cinto. E, in effetti, la parte spirituale, quella che rappresenta la vostra propria essenza, è maschia e non femmina. O, meglio, non ha sesso. Un giorno mi comprenderete meglio. Allora non sarete più caratterizzata per il vostro sesso, ma per il vostro spirito che si deve elevare senza tregua per adattarsi alla vostra nuova condizione”
È forse da queste cognizioni esoteriche che Gustav Jung trasse le sua teoria psicoanalitica dell’Anima. maschile e dell’Animus femminile. Tale antichissimo concetto fu ritrasmesso anche dalla Gnosi. Nella prima Apocalisse di Giacomo 1, Gesù, rispondendo a Giacomo, così insegnava:
Perché tu hai domandato a proposito della femminilità: la femminilità esisteva, ma la femminilità (prima) non c’era. Essa si preparò forze e dei. Ma quando io venni essa non esisteva
Gesù non vuole affermare che prima erano tutti maschi, ma che non c’era la distinzione dei sessi, in accordo con il mito dell’androgeno in Platone e anche con l’antichissima Upanisad, quando afferma:
Ma egli [il Sé] non provava gioia. Perché chi è solo non prova gioia. Desiderò la presenza di un altro da sé. Egli aveva le dimensioni di un uomo ed una donna strettamente allacciati. Si divise in due e da ciò sorsero un marito ed una moglie. Perciò, come disse Yajnavalkya, “ciascuno è simile alla metà di un intero”. Ora il vuoto era riempito da una donna… 1
La frase più illuminante della Gnosi su questa tematica è espressa nel Vangelo di Tommaso:
Simon Pietro disse loro:
Maria se ne vada da noi, perché le donne non sono degne della Vita. Gesù disse: Ecco, io la attrarrò in modo da farne un maschio, affinché anche lei diventi uno spirito vivente simile a voi maschi. Perché ogni donna che si farà maschio entrerà nel Regno dei Cieli. 1
Le porte d’alcuni Templi Massonici sono oggi chiuse alle donne per motivi d’ordine contingente, non per motivazioni d’ordine esoterico, ben poco conosciute e ancor meno comprese. La situazione è ancor resa più complessa dal disorientamento della nostra epoca, che ha portato molte donne ad assumere atteggiamenti (o necessità) di concorrenza e conflittualità con l’uomo, in nome di una pretesa parità, inferiorità o superiorità di uno dei due sessi, che può esser motivo di contrasto soltanto da un punto di vista sociale o etico, non certamente da quello esoterico.
Inoltre la mancanza di un’orientamento tradizionale e di una conoscenza
esoterico-rituale, poco diffuse anche in ambito Massonico, potrebbe portare le
Sorelle in Loggia alla pretesa di iniziare autonomamente dai Fratelli ed
assumersi così qualificazioni che non possono essere di loro esclusiva
competenza.
Questa pretesa preclusione, puramente logica ed oggettiva sul piano iniziatico,
può esser risolta anche dialetticamente: ma solo attraverso la conoscenza delle
basi teoriche e pratiche della ritualità esoterica, spesso ignorate, che
affermano quella complementarità, sia materica sia sottile, che è adombrata nel
mito dell’Androgeno. Sia fisicamente sia spiritualmente, l’uomo ha la capacità
seminale di concentrare e dirigere l’energia, (che è fisica e spirituale
assieme) ma è la donna che può conservarla e farla fruttificare.
Queste qualità femminili sono state definite, in termini tradizionalmente
corretti, da un’autrice, Edy Minguzzi nella sua opera Femminilità e
Femminismo-Saggio sulla donna nel mondo della tradizione Ed.Alkaest, di cui
citiamo questo interessante brano
La Donna, per essere tale, deve incarnare tutte le valenze dell’archetipo: ricettiva, passiva, duttile come l’Acqua, custode dei ritmi della vita come la Luna, conservatrice delle forme, come la Terra, e depositaria della “potenza” che sul piano umano si può identificare nel magnetismo erotico, ciò che volgarmente si chiama “fascino” In questo consiste la forza della donna. Essa è come un polo elettricamente carico, che va isolato per preservarlo dalla desaturazione. La tradizione imponeva alla donna un comportamento oggi ritenuto anacronistico: in ciò consiste invece il desiderio di realizzarsi secondo la propria natura, nel modo più conforme possibile all’archetipo che s’incarna, per trascendersi. La donna della tradizione è la materia fluida che aspetta il sigillo del maschio, è la Terra che solidifica le forme, conservando nei discendenti lo spirito familiare della casa. Ma, soprattutto, è custode della sua potenza, del suo magnetismo, attraverso il pudore, considerato non come una gretta virtù, ma come un mezzo per conservare intatta una forza che non si deve disperdere nei contatti della promiscuità. In questo, secondo le dottrine tradizionali, si realizza la magia della donna.”
Nell’imminente prossimo secolo e millennio, piaccia o non piaccia, la richiesta d’iniziazione femminile in ogni Massoneria, sarà sempre più pressante. Se questa richiesta dovrà essere considerata, così come auspicabile, sarà indispensabile che ciò avvenga secondo gli assiomi esoterici e non per delle motivazioni etico-sociali, che sarebbero un’ulteriore forma degenerativa della Tradizione Massonica.