“PREPARIAMOCI A TESTIMONIARE IL GRANDE VALORE DELLA LIBERTA’”
«Quali tempi stiamo vivendo è di fatto sotto gli occhi di tutti: nessun limite è più frapposto tra l’uomo e la sua più pericolosa e funesta inframmettenza in ogni campo. Ogni limite è abbattuto, mentre le coscienze si vanno facendo sempre più inquiete, gli intelletti sempre più dubbiosi, i cuori sempre più pesanti». Con queste parole iniziava una lunga riflessione del prof. Franco Franchi, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M., Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi, sul numero di dicembre di Officinæ, organo trimestrale della Gran Loggia d’Italia. Proprio da queste parole l’agenzia stampa Palazzo Vitelleschi ha tratto motivo per un’intervista con il Gran Maestro sui temi che investono la società civile, sul futuro che all’uomo d’oggi si preannuncia e sulle continue e mai sopite campagne contro la Massoneria.
Mancano soltanto ventun mesi alla conclusione del secolo che è anche fine di un millennio, ovvero una sorta di finis terræ oltre il quale ignoti paesaggi futuri sembrano inquietare le coscienze. Come si pone il Massone innanzi alle paure, vere o presunte, di un millenarismo apocalittico?
«E’ indispensabile una premessa. Ricostruire una nuova coscienza e rendere possibile una progettualità del domani costituiscono il principale compito per ciascun uomo. Per noi Massoni è una sfida che deve passare attraverso un adeguato dialogo con il mondo profano, con la società civile, alla quale dobbiamo offrire un volto che deve mostrare l’equilibrio tra senso del sacro e obbligo di laicità. Tutto il nostro lavoro iniziatico deve tendere oggi a questo obiettivo. La Libera Muratoria non è una scuola di partito, né una palestra di dogmi. E’ semmai un percorso offerto alla coscienza di uomini liberi per migliorare sé stessi e per dialogare con il mondo profano. Fatta questa premessa che attiene essenzialmente al nostro essere Massoni, il paesaggio che abbiamo innanzi ai nostri occhi sul futuro prossimo venturo non induce certo a pensieri ottimistici».
Per esempio?
«Beh, basterebbe rileggere tutte le notizie dei giorni scorsi. La continua ostilità nei confronti della Massoneria è passata dalla strada del sospetto a quella dell’insulto. Sembra sufficiente oggi solamente evocare sinistramente o minacciosamente l’appartenenza ad essa per gettare discredito sugli avversari politici. C’è pure qualche esponente del Senato della Repubblica che ha avuto il cattivo gusto di lasciarsi andare alla poco edificante equazione: massone uguale rogna. Paradossalmente la cosa più sensata l’ha detta l’on. D’Alema: parole che lasciano il tempo che trovano».
Ma nel paesaggio futuro, almeno per quel che riguarda l’Italia, c’è anche la sentenza della Cassazione sulla legittimità di ricusazione di quei giudici iscritti alla Massoneria. In Toscana, a Prato, c’è anche un primo segnale sul poco gradito ingresso nella “Cosa 2” di eventuali Massoni con tessera socialista. Se poi usciamo dai nostri confini, il recente conflitto tra il governo Blair e la Gran Loggia d’Inghilterra è un altro segnale a dir poco sconcertante di come potrebbe presentarsi lo scenario futuro.
«La diversa provenienza e la coincidenza temporale di questi fatti legittima il sospetto di una campagna anti-massonica pensata secondo schemi storici già collaudati. Ma occorre stare molto attenti, poiché a mio avviso la posta in gioco è molto più alta che il voler impedire o limitare, o controllare, l’esistenza della Libera Muratoria. Mi spiego. Ho la sensazione che in alcuni paesi europei forti obiettivi comuni da raggiungere ad ogni costo (vedi la moneta unica) abbiano portato – o stiano pericolosamente portando – al rafforzamento di un’idea centralistica dello Stato a danno delle libertà individuali dei cittadini. Un po’ ovunque – ma in Italia è più evidente, anche per opera di certi settori della magistratura – i poteri esecutivi non trovano valide opposizioni proprio sul terreno delle libertà. Libertà che si minaccia con la subdola manipolazione dell’informazione. Libertà che si restringe con il sempre più difficoltoso accesso al lavoro (il disoccupato è certamente uomo meno libero). Libertà che si spegne innanzi alle spesso tragiche necessità quotidiane del vivere. E ancora, libertà che si compromette con l’intolleranza e gli integralismi ideologici. Il timore che nell’immediato futuro solo i Massoni potrebbero alzare la voce di uomini liberi contro l’appiattimento delle coscienze e l’unanimismo delle menti, fa sì che il potere politico ritorni ad usare le solite allocuzioni contro la Massoneria e a compromettere calunniosamente i suoi iscritti. Questo continuo e meditato rinfocolare certe accuse desta enormi sospetti, soprattutto quando si pensa che da mezzo secolo il dettato costituzionale sulla libertà di associazione è rimasto lettera morta».
In effetti, la riflessione sul tema della libertà si sta aprendo anche in altri contesti culturali, come dimostra la pubblicazione postuma, nell’inserto domenicale del “Sole 24 Ore”, di un appunto dello scomparso teologo laico Sergio Quinzio. Che cosa si chiede al Massone?
«Sul terreno delle libertà il Massone non può scendere a compromessi. Nella nostra storia sono molti i Liberi Muratori che hanno testimoniato con la vita il senso e la voglia della libertà. Un esempio fra i tanti e fra i più fulgidi è quello di Placido Martini della nostra Obbedienza, trucidato dai nazisti alle Fosse Ardeatine insieme con i massoni Fiorino Fiorini, Mario Tapparelli e altri 15 Fratelli. Del resto sull’Italia unita si è sparso anche il sangue dei Massoni e mai questo sangue è stato versato a solo profitto della Massoneria, bensì a beneficio dell’intera umanità. Proprio a questo proposito io vorrei ricordare quanto è detto nel rituale di iniziazione alla Libera Muratoria: se occorre che un Massone versi il proprio sangue, ciò accada per una causa giusta e nobile. Capisco, dunque, come potrebbe dare ancora fastidio il fatto che esistano uomini e donne che non hanno assoggettato il proprio pensiero a nessun vincolo di credo politico o religioso, se non a quelli dettati dalla coscienza e dalla ragione di ciascuno».
E allora, a quali compiti si prepara la Massoneria per il prossimo millennio?
«Molti compiti potrebbero essere indicati. Il principale è quello di tenere acceso il fuoco del Tempio per ricordare a uomini e a dei la reciproca esistenza. E alla luce di quel fuoco prepararci a testimoniare il grande valore della libertà».
Intervista del FR,’. FRANCO FRANCHI raccolta da Egidio Saracino.