GIUSTIZIA ED EQUITA’
“ Il sommo dell’ingiustizia è il sembrare giusto senza
esserlo”
(Platone – Repubblica II,140)
“ Dove non c’è giustizia,non c’è Repubblica”
(Agostino – La città di Dio, lib. XIX,21)
Già con il XXX° Grado il Fratello Cavaliere Kadosh è chiamato ad impegnarsi a fondo per il superamento degli ostacoli frapposti dalle negazioni dello spirito e insieme a ricercare in se stesso la Luce massonica al fine di conoscerla ( gnosi) e conquistarla.
Solo così egli può pervenire a quella maturità interiore utile e indispensabile per accedere ai gradi superiori ed elevare se stesso e l’umanità a cui appartiene.
In passato dovevano passare 3 anni di noviziato, prima di accedere al grado superiore, peraltro sotto la guida di un Fratello del XXXI° grado, e solo dopo ulteriori 3 anni il Fratello del XXX° grado era considerato degno di essere ricevuto Giudice Filosofo Gran Commendatore Incognito: doveva presentare una Tesi e, se essa era accettata dal Sovrano Tribunale del XXXI° Grado, il novizio veniva finalmente consacrato nel nuovo Grado.
Ora il percorso e la procedura sono notevolmente più snelli, ma la Filosofia del grado ( Equilibrio e Giustizia ) e i suoi simboli sono rimasti inalterati. Sull’Ara del giuramento il binomio suddetto è simboleggiato dalla presenza della Squadra, il Compasso, la Livella, la Spada, il Libro sacro della Legge (Bibbia) e soprattutto da due pugnali che ricordano al novizio sia la protezione per gli innocenti che la punizione per i colpevoli.
Parola sacra:” TSEDAKAH“ (GIUSTIZIA)
a che si risponde “MISHOR”( EQUITA’)
e insieme “AMEN” (E SIA COSI’).
Fin dall’apertura dei lavori vengono fissati i principi che regolano il Grado quando il PerfTmo PresT chiede: “ A che ora hanno inizio i nostri lavori?” e il II° Ispettore risponde: “Il sole della Giustizia è fermo sul nostro Tempio ed illumina le nostre menti ed i nostri cuori. E’ l’ora della Verità in azione.”
Il Sovrano Tribunale è quindi illuminato dal Sole della Giustizia e successivamente si fa riferimento ad una ricerca di “Verità in azione”.
Non una Verità statica, amorfa o assoluta, né una Verità trasformata in un feticcio da idolatrare: una Verità da vivere, sperimentare individualmente giorno per giorno.
La sperimentazione appunto è uno dei cardini della nostra Istituzione che non vuole mai essere passiva e dogmatica: sperimentare per conoscere e imparare, anche imparare ad ascoltare.
E’ come invitare il Fratello ad osare, a mettere in dubbio la propria stessa posizione, essere disponibile alle domande dell’altro, non temere dei suoi dubbi, anzi esserne fiero se ciò che lo anima è il raggiungimento di un alto livello di equilibrio e di saggezza, unito ad una instancabile ricerca della Verità.
E ancora: esporre il proprio pensiero, ascoltare il Fratello che interviene, comprendere l’altrui posizione, offrire e sapersi offrire è il metodo più importante che deve animare i nostri lavori.
Il compito del Massone e quindi del Fratello appartenente al RTSTATAT non è quello di comunicare certezze, ma di educare gli uomini a ricercare se stessi sia nel loro mondo interiore che negli altri.
“Lode del dubbio” diciamo quindi con B. Brecht . “Dubbio” come sinonimo di intelligenza e di sete di conoscenza e non come sinonimo di inerzia e di ozio, per non decidere mai.
Con l’Ulisse dantesco e i suoi “frati” non possiamo accontentarci di “viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Rivolgiamo quindi la prua della nostra nave interiore verso i lidi della Verità desiderosi di conoscenza e bramosi di apprendere.
Il Tempio Interiore deve essere edificato nella consapevolezza che la Verità non è qualcosa che si acquisisce esteriormente, ma qualcosa di intrinseco all’individuo e ad un metodo di lavoro soggettivo.
Come nel Buddhismo, la Verità nascosta si consegue esercitando e ricercando la perfezione individuale, prima nascosta o offuscata. In sostanza occorre identificarsi con Hiram ucciso e quindi morire per poter rinascere come Maestro Costruttore.
Schopenhauer ritiene che per la felicità della nostra vita non è tanto importante ciò che si ha o cosa si rappresenta, ma ciò che si è, ciò che siamo con la nostra personalità.
Ne consegue che secondo Schopenhauer “ l’uomo può essere aiutato dal di fuori, assai meno di quanto non si creda”.
Per i Massoni la costruzione di se stessi è l’opera più ardua a cui si possa mirare, ma diciamo anche che con l’aiuto dei fratelli, con cui dialetticamente ci si rapporta, questa fatica è resa più gradita.
Il binomio Equilibrio e Giustizia è però il fulcro centrale degli Illuminati Fratelli del XXXI° Grado e tutto il rituale di Iniziazione tende a ricordarcelo.
Il PerfTmo PresT afferma che per accedere al Grado “ occorre aver conseguito due fondamentali virtù: Equilibrio e Giustizia, senza le quali vi è morte e pazzia.” E più avanti indica un percorso e un metodo di lavoro vincenti: fiducia in se stessi, pazienza e grande coraggio, temperanza nei pensieri e sobrietà nelle azioni.
E infine: impedire il sopravvento delle passioni personali per non perdere il senso dell’Equilibrio e della Giustizia.
“Aequam memento rebus in arduis
Servare mentem.”
Ricorda di mantenere l’Equilibrio nelle difficoltà.
(Orazio,Odi,II,3 , 1 – 2.)
Dicevamo: saper dire, saper ascoltare, saper comprendere.
Ciò significa rendersi conto dei propri limiti, accostarsi al presente e al futuro con la sobrietà delle proprie aspettative, con l’Equilibrio delle proprie aspirazioni e con il controllo dei propri impulsi.
Solo così forse possiamo essere nella condizione migliore per divenire giudici saggi e illuminati.
Guai a noi però rinunciare al nostro ego; annullarsi nella massa e distruggere la nostra personalità.
Dice il PerfTmo PresT : ”Dovete comprendere che occorre ESSERE , non PARERE, quindi siate voi stesso”.
Nella società di ieri e soprattutto nella società mediatica di oggi ( il flauto magico non cesserà mai di incantare!) annullare se stessi
equivarrebbe a consegnarsi nelle abili mani dei manipolatori dei gusti, dei desideri e delle passioni. I Fratelli Massoni non possono accontentarsi di essere pecore belanti o burattini con la testa di legno perduti e inebriati nelle effimere distrazioni del paese dei balocchi. Essere, non Parere.
Essere sinceri con se stessi, conoscersi profondamente, sapersi dire la verità e quindi, con Carducci, avere soprattutto il “ rispetto di sé”.
Giustizia illuminata, Equilibrio e rispetto di sé sono facce diverse della stessa medaglia.
E’ vero che la ricerca di sé richiede convinzione e coraggio. In quanto Massoni e in quanto Fratelli Illuminati del XXXI° Grado possiamo tracciare un percorso: la “ricerca personale della Verità” deve fungere da scintilla, il “dubbio” rappresenterà il sentiero da percorrere, ”la Conoscenza, l’Equilibrio e la Giustizia” saranno il nostro traguardo.
Solo a pochi Uomini è dato di vedere al di là dello specchio e solo a costoro è dato di conoscere quanto meno il metodo per non rimanere abbagliati dalle invitanti chimere che fanno perdere di vista il senso stesso della nostra esistenza.
Le nostalgie di un tempo che fu devono essere bandite dai nostri cuori; occorre vivere intensamente il nostro tempo in tutti i suoi aspetti, positivi o negativi. Sta soprattutto a noi saper coniugare passato, presente e futuro se vogliamo raggiungere un perfetto equilibrio e un alto livello di Giustizia. Uomini di ricerca come siamo, dovremo impegnarci anche nei nuovi confini dell’Etica come ad esempio nel campo della Bioetica e della Biotecnologia, dei cibi transgenici, dell’Ecologia e della salvaguardia dell’ambiente.
La nostra Istituzione, il nostro Rito e il nostro Grado sono l’humus ideale per organizzare questo lavoro di ricerca, anche perché, oggi come ieri, abbiamo una luce che ci accompagna e che è insostituibile e mai anacronistica: la luce dell’Amore.
Il II° Ispettore risponde al Perf Tmo Pres T che gli ha domandato quando i Grandi Ispettori Inquisitori Commendatori chiudono i lavori: “Quando Equilibrio e Giustizia sono illuminati dal Sole dell’Amore”.
L’Amore è la luce della vita, che mai sarà consumata dal tempo, è l’alfa e l’omega del nostro essere Massoni e il nostro cuore e la nostra mente sentiranno in ogni momento questo suo divino influsso.
Amen. E così sia.
Massimo Corti