HITLER E LE SOCIETÀ SEGRETE

 Thule-Gesellschaft

HITLER E LE SOCIETÀ SEGRETE

 

 

Julius Evola

(1898-1974)

 È singolare che in Francia diversi autori si sono dati alla ricerca delle relazioni del nazionalsocialismo tedesco con società segrete e organizzazioni iniziatiche, che di esso sarebbero state le ispiratrici, tanto da supporre dei «retroscena occulti» del movimento hitleriano. È nel noto libro, ricco di divagazioni, di Pauwels e Bergier Il mattino dei maghi, che, per primo, si è affacciata tale tesi. In esso il nazionalsocialismo veniva definito nei termini di una unione del «pensiero magico» con scienza tecnica, giungendo a dare per esso la formula «divisioni corazzate + Rene Guénon», formula che deve aver fatto sobbalzare per indignazione nella tomba le ossa di questo eminente esponente del pensiero tradizionale e delle discipline esoteriche.


Vi è già da accusare un equivoco, nel fatto che qui spesso l’elemento magico viene scambiato con quello mitico, il quale col primo può non aver nulla a che fare. È incontestabile la parte che nel nazionalsocialismo hanno avuto «miti», come quelli del Grande Reich, del Capo carismatico, della razza e del sangue, ecc., ma a tale riguardo è il caso di dare al termine «mito» il semplice senso sorelliano di «idea-forza motrice», di idea dotata di un particolare potere suggestivo (come, in genere, lo sono quelle usate dalla demagogia), senza nessuna implicazione «magica». Così, ad esempio, nessuno penserà sensatamente ad attribuire una componente «magica» a miti usati dal fascismo, quali quelli di Roma e del Capo, o a quelli della Rivoluzione Francese e dello stesso comunismo.
Il discorso sarebbe diverso nel caso di una ricerca delle influenze d’ordine non semplicemente umano a cui possono aver obbedito, senza rendersene conto, certi movimenti. Ma negli autori francesi a cui si è accennato non si tratta di questo; non si pensa ad influenze di tale genere, ma di quelle concrete esercitate da organizzazioni reali, seppure, in vario grado, «segrete». Si è parlato anche di «Superiori Sconosciuti» i quali avrebbero suscitato il movimento nazista e si sarebbero serviti di Hitler come di un loro medium. Non è chiaro, tuttavia, per quali fini essi lo avrebbero fatto; a giudicare dai risultati, ossia dalle conseguenze catastrofiche che ha avuto, sia pure indirettamente, il nazionalsocialismo per l’Europa, si dovrebbe pensare a fini oscuri e distruttivi, il che andrebbe incontro alla tesi di coloro che vorrebbero riportare il lato occulto di tutto quel movimento a ciò che il Guénon chiamerebbe la «contro-iniziazione». Ma dagli autori francesi a cui si è accennato è stata avanzata anche un’altra tesi, cioè che il medium Hitler ad un dato momento si sarebbe emancipato dai «Superiori Sconosciuti», quasi come un Golem, e che da allora il movimento avrebbe preso una direzione fatale. Ma allora bisognerebbe dire che cedesti Superiori occulti avevano invero scarse facoltà di preveggenza e poteri ben limitati, per non saper bloccare colui che essi avevano usato come un loro medium.
Su di un piano più concreto, si è fantasticato molto sull’origine dei temi e dei simboli essenziali del nazionalsocialismo, riferendosi ad organizzazioni preesistenti a cui però difficilmente si potrebbe attribuire un autentico e regolare carattere iniziatico. Indubbiamente non è stato Hitler a inventare l’ideologia germanica razzista, il simbolo della croce uncinata, l’antisemitismo ariano. Tutto ciò esisteva da tempo in Germania. Un libro intitolato Colui che diede idee a Hitler parla di Lanz von Biberfeld (il titolo nobiliare egli se lo era autoattribuito), già circerstense, che aveva fondato un Ordine cui era già propria la croce uncinata, e che fin dal 1905 aveva pubblicato una rivista, Ostara, da Hitler certamente conosciuta, dove erano già chiaramente enunciate le tesi razziste ariane e antisemite.
Ma assai più rilevante, per i retroscena occulti del nazionalsocialismo, è la parte che si vuol attribuire alla Thule-Gesellschaft («Società Thule»). Qui le cose si presentano in modo più complesso. Questa società fu la promanazione di un preesistente Germanenorden («Ordine dei Germani») fondato nel 1912, e faceva capo a Rudolf von Sebottendorff. Von Sebottendorff era stato in Oriente e nel 1924 aveva pubblicato uno strano volumetto sulle Pratiche operative dell’antica massoneria turca, nel quale sono descritti procedimenti, basati sulla ripetizione di sillabe, su simboli, gesti e «passi», il fine dei quali era la stessa trasformazione iniziatica dell’essere umano perseguita anche dall’alchimia. Non è chiaro con quali organizzazioni «massoniche» turche von Sebottendorff sia stato in contatto, né se egli, oltre che riferire quei rituali, li abbia anche praticati.


Nemmeno è accertabile se nella Thule-Gesellschaft, da lui diretta, essi venissero messi regolarmente in opera: cosa che sarebbe invece molto importante per valutare il fatto che a quell’organizzazione fecero parte, o con essa ebbero contatti, molte personalità di primo piano del nazionalsocialismo, a partire da Hitler e da Hess. Vien dato senz’altro come scontato che Hess si sarebbe formato in essa, e che egli a sua volta avrebbe in un certo modo «iniziato» Hitler già quando si trovava con lui in carcere dopo il fallito Putsch di Monaco.


Comunque, si deve rilevare che assai più che non un lato esoterico, nella Thule-Gesellschaft attraeva l’aspetto di una società relativamente segreta, che per emblema aveva già la croce uncinata, e che era caratterizzata da un deciso antisemitismo e da un razzismo germanizzante. Si deve mettere sotto cauzione la supposizione che il nome prescelto da quella organizzazione, Thule, attesti un serio e cosciente riferimento ad un simbolismo nordico polare e l’ambizione di un collegamento con le origini iperboree delle genti indogermaniche, dato che Thule è valso come il centro sacro o l’isola sacra, situata nell’estremo settentrione, della Tradizione primordiale. È stata anzi rilevata la possibilità di un’origine assai più profana, perché Thule può essere la deformazione di «Thale», nome di una località dell’Harz nella quale l’«Ordine dei Germani» nel 1914 aveva organizzato un convegno avente come ordine del giorno la formazione di una organizzazione segreta razzista per combattere quella che si supponeva esistere dietro all’ebraismo internazionale. Soprattutto questo ordine di idee Sebottendorff, capo della Thule-Gesellschaft, mise in rilievo in un suo libro uscito a Monaco nel 1933 e intitolato Bevor Hitler kam («Prima che Hitler venisse») per indicare quel che già esisteva, prima di Hitler, come miti e ideologia.
Cosi una ricerca seria sui collegamenti iniziatici di Hitler con società segrete non conduce troppo lontano. Quanto a Hitler medium e alla sua forza magnetica, sono necessarie alcune precisazioni. Che il Führer dovesse questa forza a pratiche iniziatiche, ci sembra una fantasia; altrimenti ci si dovrebbe mettere a supporre assurdamente qualcosa di simile anche nei riguardi dell’uguale forza psichica suggestiva posseduta da altri capi, da Mussolini, ad esempio, o da Napoleone. Piuttosto si deve ritenere che una volta destato a vita un movimento collettivo si crea una specie di vortice psichico il quale si raccoglie in chi ne è il centro tanto da conferirgli una particolare aureola, percepibile soprattutto da chi sia suggestionabile. Quanto alla qualità di medium (che, sia detto per inciso, è opposta a quella di una qualificazione iniziatica), essa può venire riconosciuta, con certe riserve, a Hitler, in quanto egli sotto più di un riguardo ci si presenta come un invasato (è il tratto che lo distingue, ad esempio, da Mussolini). Proprio quando egli fanatizzava le folle, dava l’impressione che un’altra forza lo trasportasse avendolo, appunto, come un medium, anche se di un genere tutto particolare ed eccezionalmente dotato. Chi ha udito parlare Hitler a folle deliranti non può non aver avuto questa impressione. Date le riserve da noi espresse nei riguardi di supposti «Superiori Sconosciuti», non è agevole stabilire la natura di tale forza superpersonale.


Quanto alla «gnosi» nazionalsocialista, ossia ad una presunta dimensione quasi mistica e metafisica, bisogna ricordare il singolare coesistere, in tale movimento e nel Terzo Reich, degli aspetti «mitici» con aspetti apertamente illuministici e perfino scientisti. In Hitler si possono trovare numerosi riferimenti ad una visione del mondo spiccatamente «moderna», epperò, in fondo, profana, naturalista e materialista, mentre egli simultaneamente aveva fede in una Provvidenza, della quale credeva essere uno strumento, specie per quel che riguardava le sorti della nazione tedesca (così egli vide, ad esempio, un segno della Provvidenza nel suo essere scampato di stretta misura all’attentato di cui fu l’oggetto al suo Quartier generale). Alfred Rosenberg, ideologo del movimento, bandiva bensì il mito del sangue, parlava di un «mistero» del sangue nordico che avrebbe avuto un valore sacramentale, ma era anche colui che quando si trattava di cattolicesimo accusava come mistificazioni ogni rito e sacramento, che si schierava, proprio come un illuminista, contro gli «oscurantisti del nostro tempo» ed ascriveva a vanto dell’uomo ario l’aver inventato la scienza moderna. In base a tutto ciò, si spiega che se l’attenzione si portò sulle rune, sugli antichi segni nordico-germanici, esse furono riesumate su un piano puramente emblematico, quasi come nel fascismo si fece con certi simboli romani, senza nessuna assunzione esoterica. Il programma nazista di creare un uomo superiore risente di una «mistica della biologia», di nuovo, di un orientamento prevalentemente scientista: poteva trattarsi al massimo di un «uomo superiore» nel senso nietzschiano, per nulla nel senso iniziatico.


Il progetto della «creazione di un ordine razzista religioso e militare di iniziati riuniti intorno ad una Guida divinificata» non può essere considerato come quello del nazismo ufficiale, come vuole l’Alleau il quale, come antecedenti si è riferito, fra l’altro, perfino agli Ismaeliti islamici. È piuttosto nel quadro della SS, la quale, si badi, si costituì in un secondo tempo nel Terzo Reich e che in esso aveva una posizione, che si affacciò qualche motivo di un piano superiore.


Anzitutto nell’organizzatore della SS, Heinrich Himmler, era chiaro l’intento di creare un Ordine comprendente elementi da formare secondo l’etica prussiana e quella degli antichi Ordini cavallereschi, segnatamente dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici. Per una tale organizzazione egli cercava una legittimazione o crisma, che però non poteva trarre, come quegli antichi Ordini, dal cattolicesimo, apertamente avversato dalla corrente radicalista nazista. Anche senza la possibilità di un qualsiasi collegamento tradizionale, Himmler si riferì al retaggio e al simbolismo nordico-iperboreo (Thule), senza che ciò fosse comunque dovuto a quelle «società segrete» di cui si è detto, portando invece l’attenzione (come fece anche Rosenberg) alle ricerche di un olandese, Herman Wirth, sulla tradizione nordico-atlantica (per cui il Wirth ebbe delle sovvenzioni da un ufficio appositamente creato da Himmler, Ahnenerbe). Ciò non è privo di interesse, ma dei «retroscena occulti» sono del tutto inesistenti.
Così il bilancio complessivo è negativo. Il limite delle divagazioni di autori francesi è costituito dal libro Hitler et la tradition cathare di J.M. Angebert (uscito a Parigi nel 1970). Qui sono di scena gli Albigesi (o Catari), setta di eretici diffusasi fra il X e il XII secolo soprattutto nella Francia meridionale, avente per centro la roccaforte di Montségur. Essa fu distrutta, nell’idea di Otto Rahn, in una «crociata contro il Graal» (è il titolo di un suo libro: Kreuzzuggegen den Gral). Che cosa abbia a che fare il Graal coi suoi templari con quella setta caratterizzata da una specie di manicheismo fanatico che rifuggiva dal mondo ed era avverso all’esistenza terrena nella carne e nella materia, al segno che talvolta i suoi seguaci si lasciavano morire di fame o si uccidevano con altri mezzi, è del tutto oscuro. Ebbene, viene avanzato che il Rahn (col quale fummo a suo tempo in corrispondenza e al quale cercammo di mostrare l’arbitrarietà delle sue tesi) fosse una SS e che una spedizione tedesca sarebbe stata mandata a ritrovare l’oggetto mitico messo in salvo, si suppone, al momento della distruzione della roccaforte catara di Montségur. L’oggetto sarebbe stato custodito segretamente nel Terzo Reich. Dopo la caduta di Berlino una truppa si sarebbe aperta la via fino allo Zillermal, presso il confine italiano, portando con sé quell’oggetto per nasconderlo ai piedi di un ghiacciaio, in attesa di una èra nuova.
In realtà, si è parlato di un commando che però sembra avesse una missione meno mistica, quella di salvare e nascondere il tesoro del Reich. Due altri esempi di ciò a cui può condurre la fantasia quando le si lascino le redini libere soggiacendo ad idee fisse: da parte della SS (la quale non comprendeva soltanto formazioni militanti ma anche studiosi specialisti, ecc.) fu organizzata una spedizione nel Tibet, a fini alpinistici ed etnologici e un’altra spedizione nell’Artide, sembra con fini esplorativi ed anche per eventuale creazione di basi militari. Ebbene, secondo queste interpretazioni fantasiose la prima spedizione avrebbe cercato invece un collegamento con un centro segreto della Tradizione, l’altra avrebbe mirato ad un contatto con la Thule iperborea occulta…

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