BENVENUTO AL NEOFITA

BENVENUTO AL NEOFITA

Carissimi fratelli, è sempre per me momento di commozione quando, al momento conclusivo dell’iniziazione, nel fraterno triplice abbraccio, pronuncio: Tu sei mio fratello! Ma, nello stesso momento in cui acquisto un nuovo congiunto, alla gioia si mescola l’angoscia della nuova responsabilità che io e tutta la Fratellanza ci assumiamo, quando crediamo di aver scorto in un essere umano quei segni che fanno sospettare nell’uomo la presenza di quei fermenti e quelle aspirazioni che ben denudati e ben condotti porteranno alla conquista detta perfezione.

Sapremo, saprò condurre questo fratello ad aprire gli occhi una vera luce? Riuscirò a mantenere costantemente retta il suo cammino, riuscirò a sgrossare la sua pietra perché ben rifinita e squadrata trovi posto nella meravigliosa architettura del tempio?

A questo fine, perché la strada non venga smarrita, anche se le indicazioni dei maestri non fossero così chiare, perché il traguardo sia sempre in vista, è necessario che i nuovi Fratelli sappiano cosa vuoi dire diventare ed essere Massone.

Vi leggerò, per questo, il primo paragrafo degli «antichi doveri di un libero muratore». Qui è detto: «Il Massone è obbligato, dalla sua condizione, ad obbedire atta legge morale: e se egli comprende bene l’Arte non sarà mai un ateo stupido, né un libertino irreligioso».

Antichi Statuti aggiungono che «L’Ordine dei liberi Muratori appartiene alla classe degli ordini cavallereschi ed ha per fine il perfezionamento degli uomini…

Se il fine dell’Istituzione è il perfezionamento dell’uomo, è indispensabile che il Libero Muratore pratichi la vera morale, che suppone la cognizione e l’esercizio dei doveri ce diritti dell’uomo. Egli deve quindi essere giusto, umano, sincero, benefico verso ogni specie di persone ce soprattutto buon padre, buon figlio, buon fratello, buon marito, buon cittadino… Estendendosi lo scopo dell’Istituzione al perfezionamento di tutta la specie umana, il Libero Muratore impiega tutti i mezzi i fortuna e di ingegno per giungervi».

Il Massone deve quindi obbedire atta legge morale. Ciò vuoi dire che deve obbedire a se stesso, a quanto il suo animo gli detta, perché è il suo animo che è in contatto col Supremo Principio da cui tutte le varie, c talvolta contradditorie, morali profane discendono». Come si può essere sicuri che il nostro animo non erri? Praticamente mai. Questo sano dubbio ci farà prendere le decisioni con prudenza e ci obbligherà a cercare un contatto più stretto col nostro animo più profondo, a sforzarsi di udire la voce vera, libera dalle storture mentali e fisiche che

l’ereditarietà genetica e la cultura acquisita hanno in noi indotto. Deve sgorgare dentro di noi la Luce morale che illumina le cose e le fa vedere nel giusto colore, ed è quindi compito nostro eliminare tutti gli schermi che possono affievolirla o alterarla.

Questa luce deve però servire al perfezionamento di tutti gli uomini, deve essere dispensata, donata con gioia e ricevuta con piacere e affetto. Non esiste nessun limite al desiderio di perfezionamento del singolo o della collettività. Ogni fratello da e riceve, nella misura della sua capacità, opera in campo sociale e lavora su se stesso: le due attività non si escludono, anzi sono strettamente complementari, perché solo chi ha trovato qualcosa in sé lo può donare ad altri e chi non è disposto a donare no riesce a trovare.

Un’ultima raccomandazione: il Massone è necessariamente umile, sia per non offendere mai col proprio atteggiamento gli altri fratelli, sia perché la graduale scoperta che compie dell’infinita luce spirituale lo richiama con crudezza al suo ruolo di minuscola molecola dell’universo. E quanto ciò sia importante, quanto l’orgoglio sia un pericolo per l’animo umano, lo sottolineano ancora antichi documenti dicendo del Maestro Venerabile, massima autorità di Loggia: «Egli non dimenticherà che non è se non il primo tra i suoi eguali, e che il potere confidatogli è momentaneo. In   nessun caso farà egli sentire di essere superiore agli altri. Rifletta che se fu scelto per condurre uomini, ciò fu perché sì credé che egli possedesse tutta la saggezza che la sua carica esige, e che solo la dolcezza e l’umanità assicurano l’armonia che deve costantemente regnare tra i liberi muratori».

Vi avvio quindi sulla strada della Luce, con questo avvertimento: si può fare il Massone in molti modi, ma si può essere Massone in un modo solo.

TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’.  G.M.M.

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